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“Romance sonnambulo” di Lorca diventa un video ispirato a Joan Miró

“Romance sonnambulo” di Lorca diventa un video ispirato a Joan MiróÈ il 1928 quando Federico García Lorca pubblica Romance Sonnambulo nella raccolta Primo romancero gitano. Molti anni dopo, nel 2015 per la precisione, il regista Theodore Ushev ci regala un bellissimo adattamento di questa poesia in un video di animazione.

Ushev inizia con la demolizione delle parole, a favore di un linguaggio puramente visivo che richiama fortemente il lavoro di Joan Miró, pittore surrealista e contemporaneo di Lorca.

Il poeta avrebbe approvato? Forse sì, dato che aveva una forte ammirazione per Miró, i cui quadri aveva definito come «i più puri di tutte le immagini» in una pubblica lezione sull’arte moderna tenuta presso l’università di Granada:

«Derivano dal sogno, dal centro dell’anima, lì dove l’amore è fatto carne e incredibili brezze di suoni lontani risuonano».

 

Lo stesso Ushev così spiega la sua scelta:

«Volevo creare un film gioioso, che renda il pubblico felice, inspiegabilmente felice. Il movimento surrealista era un giorno. Spesso inizio le mie lezioni con la citazione: “La vita è un sogno (e tutto è un giorno)”. È una versione modificata di una frase di un altro scrittore spagnolo, Pedro Calderòn de la Barca. Questo breve film può essere visto come questo, un’allegoria della gioia e del mistero della vita».

 

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Qui di seguito il testo integrale della poesia di Lorca, seguito dal video realizzato da Ushev.

 

Romance Sonnambulo di Federico García Lorca

Verde io ti voglio verde.

Verde vento. Verdi rami.

La barca in mezzo al mare

e il cavallo in montagna.

Con l'ombra intorno alla vita,

lei sogna alla balaustrata

verde carne, chioma verde,

occhi d'argento gelato.

Verde io ti voglio verde.

Sotto la luna gitana,

le cose stanno a guardarla

e lei non le può guardare.

Verde io ti voglio verde.

“Romance sonnambulo” di Lorca diventa un video ispirato a Joan Miró

Le grandi stelle di brina,

vengono col pesce d'ombra

che apre il cammino dell'alba.

Il fico strofina il vento

con la raspa dei suoi rami,

e il monte, gatto selvatico,

rizza le sue agavi agre.

Ma chi verrà? E da dove?...

Lei resta alla balaustrata,

verde carne, chioma verde,

a sognare il mare amaro.

 

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Compare, voglio scambiare

il cavallo con la casa,

la sella con la specchiera,

il coltello col guanciale.

Compare, sto sanguinando,

vengo dai passi di Cabra

Se io potevo, figliolo,

si faceva questo affare.

Ma io non sono più io,

né è più mia la mia casa.

Compare, voglio morire

con decenza nel mio letto.

Se è possibile, d'acciaio,

con le lenzuola di olanda.

“Romance sonnambulo” di Lorca diventa un video ispirato a Joan Miró

Non vedi la mia ferita

dal petto fino alla gola?

Hai trecento rose brune

sopra il tuo sparato bianco.

Trasuda il sangue e odora

dal bordo della tua fascia.

Ma io non sono più io.

Né è più mia la mia casa.

Fatemi salire almeno

fino alle alte balaustrate,

sì, lasciatemi salire!,

alle verdi balaustrate.

Balaustrate della luna,

là dove rimbomba l'acqua.

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Salgono ora i due compari

verso le alte balaustrate.

Lasciando un filo di sangue.

Lasciando un filo di lacrime.

Tremavano sopra i tetti

i lampioncini di latta.

I cembali di cristallo,

ferivano a mille l'alba

 

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Verde io ti voglio verde,

verde vento, verdi rami.

I due compari salirono.

Il lungo vento, lasciava

nella bocca un gusto strano

di fiele, menta e basilico.

Compare! Dimmi, dov'è?

Dov'è la tua figlia amara?

Quante volte ti ha aspettato!

Quante volte ti aspettava

viso fresco, nera chioma,

alla verde balaustrata

 

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Sul volto della cisterna,

si cullava la gitana.

Verde carne, chioma verde,

occhi d'argento gelato.

Un ghiacciolo della luna,

la sta reggendo sull'acqua.

La notte si è fatta intima

come una piccola piazza.

Battevano sulla porta

guardie civili ubriache.

Verde io ti voglio verde

Verde vento. Verdi rami.

La barca in mezzo al mare.

E il cavallo in montagna.

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