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Le ultime dal blog...

  • Autore: Morgan Palmas
    Mar, 11/08/2009 - 11:15

    Nel corso delle settimane ho ricevuto decine e decine di mail. Non di rado, anche se con parole diverse, mi sono state poste domande simili.

    Allora ho deciso di semplificarmi la vita inserendo una nuova sezione che trovate sempre nella homepage: "FAQ", le domande più frequenti appunto.

    Profitto per ringraziare il crescente numero di persone che mi contatta, spronandomi a migliorare sempre più il blog.



  • Autore: Morgan Palmas
    Mar, 11/08/2009 - 08:30
    Un personaggio chiuso nella sua camera e disteso nel letto, occhi spalancati verso il soffitto, luce fioca e pensieri in rapida successione, pugni strettissimi, una lacrima.
    La solitudine si può esprimere con delicatezza e con rabbia, con freddezza distaccata e malinconia.
    Dipende dal contesto. Dipende da quale emozione si vuole donare al lettore.

    “Io ho dimenticato molte cose della guerra, ma non dimenticherò mai quel momento. Guardavo il mio amico sorridere, fra una boccata di fumo e l’altra. Dalla trincea nemica, partì un colpo isolato. Egli piegò la testa, la sigaretta fra le labbra e, da una macchia rossa, formatasi sulla fronte, sgorgò un filo di sangue. Lentamente, egli piegò su se stesso, e cadde sui miei piedi. Io lo raccolsi morto”.
    [“Un anno sull’Altopiano” di Emilio Lussu]

    Vi sono solitudini cercate e altre sgradevoli, altre ancora ineludibili. Quando si narra la solitudine il ritmo rallenta (fate riferimento alla lezione 14), si possono utilizzare i monologhi interiori o i flussi di coscienza (lezioni 16 e 17...






  • Autore: Morgan Palmas
    Lun, 10/08/2009 - 08:24
    La spiritualità compenetra la vita. L’ateo convinto nega la credenza ma nel farlo ne parla, ne discute, si distingue, si difende. Il mondo interiore è con tutta probabilità uno dei viaggi più affascinanti da osservare. Perfino gli indifferenti, di fronte alla sofferenza o alla morte, sono costretti a porsi le domande più importanti dell’esistenza.
    Astruso dunque evitare a piè pari tale tematica in un romanzo, se accade una morte tragica un personaggio indagherà sul senso dell’anima del defunto; se vi è un matrimonio in chiesa gli sposi penseranno al significato spirituale contratto; se nasce un figlio si rifletterà sulla bellezza del mistero del concepimento. Innumerevoli i possibili esempi.

    E la spiritualità – spesso così celata o evidente in forme bizzarre – crea talora grandi equivoci. Non di rado chi si ritiene essere non credente viene etichettato come ateo, ma l’ateismo è una delle forme di trattare i mondi interiori. E non intendo soltanto una conversione in altre religioni (un cattolico che diventa per esempio buddista). Esistono i...


  • Autore: Morgan Palmas
    Sab, 08/08/2009 - 12:02
    Vi ricordate la tecnica degli ostacoli e degli imprevisti nella lezione 10? Bene, è pressoché innegabile che abbiate pensato anche al personaggio principale, oggi vi chiedo di concentrarvi su di lui (lei), sulle sue difficoltà.
    Gli ostacoli e gli imprevisti dovranno essere nel suo caso studiati con cura, creati con armonia, resi con abilità.

    È probabile che sulle vicissitudini del personaggio principale si specchi uno dei nodi fondamentali del romanzo, arricchirle di colore è una necessità ineluttabile.

    Il lettore vuole sapere per quale ragione lo avete portato fino a quel punto, brama di scoprire se vi sarà una salvezza, una rivincita, una redenzione, una morte tragica, un punto nevralgico dopo il quale tutto sarà diverso. Ecco perché non dovreste considerare gli ostacoli e gli imprevisti del personaggio principale al medesimo modo degli altri protagonisti della storia.

    Questa lezione è uno dei punti su cui dovrete lavorare maggiormente: le aspettative di chi legge saranno o meno soddisfatte a seconda di quanto vi...






  • Autore: Morgan Palmas
    Ven, 07/08/2009 - 11:47
    In questi prossimi giorni dovreste prendervi l’onere di rileggere quanto avete prodotto e concentrarvi su alcuni elementi ortografici.
    Si scrive È non E’, un accento non un apostrofo, eppure è ancora duro a morire. Perché, finché, ahimè, purché, giacché, un po’, lo faceva da sé, è, cioè, egli dà il pane a Matteo prendendolo da quella scatola, caffè, ne prese due, ma non per lui né per Andrea.
    Gli accenti e gli apostrofi sono le sfumature dei colori, più sono corretti e più le parole sembrano lucenti, splendenti, vivaci.

    Sembreranno sciocchezze per taluni, ma talvolta è la distrazione che rovina un testo. Tutti hanno avuto l’esperienza, quando si era a scuola, di sentire la maestra affermare: «Quando avete finito di copiare in bella, rileggete». È la medesima condizione, la rilettura vi permetterà di scoprire i piccoli errori, quelli che sembrano talmente banali che giurereste di non farli mai.

    Consultate la grammatica sulla struttura degli accenti e degli apostrofi, e non dimenticate l’elisione e il troncamento, non sono rari...





  • Autore: Morgan Palmas
    Gio, 06/08/2009 - 10:54
    Gran parte della letteratura è stata nel Novecento condizionata dal cinema, su diversi fronti.
    Uno dei fattori assorbiti con più forza è stato lo sviluppo delle descrizioni con l’ausilio dei cambiamenti di scena, propri della macchina da presa. Se pensate per esempio a una descrizione classica tolstoiana vi sarà facile reputarla totalizzante, ricchissima di dettagli, una visione completa.

    Oggi non è più così, qualche dettaglio, qualche oggetto, avanti e indietro con l’aspetto visivo, salti continui. La parola “approfondito” non è contemplata nel presente letterario, non si deve dire tutto o quasi tutto, ma quanto basta, a tratti, a pennellate, in modo che chi legge abbia un’idea di dove ci si trovi, non una descrizione precisa dell’ambiente in ogni suo dettaglio.

    Una descrizione colma di particolari che sarebbe stata gradita fino a cento anni addietro, oggi sarebbe con probabilità cestinata.

    I gusti mutano, il modo di fare letteratura trova nuove soluzioni, differenti prospettive. Se avete seguito finora con interesse le...






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Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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La webzine Sul Romanzo nasce all’inizio del 2010, fra tante telefonate, mail e folli progetti, solo in parte finora realizzati. Scrivono oggi nella rivista alcune delle migliori penne del blog, donando una vista ampia e profonda a temi di letteratura, editoria e scrittura. Sono affrontati anche altri aspetti della cultura in generale, con un occhio critico verso la società contemporanea. Per ora la webzine rimane nei bit informatici, l’obiettivo è migliorarla prima di ulteriori sviluppi.

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