Conoscere l'editing

Una rubrica a puntate dedicata al campo dell'editing
a cura di Morgan Palmas
Da qualche tempo mi girava nella testa il desiderio di condividere qui alcune riflessioni sull’editing, campo del sapere che in Italia pare avvolto da una patina di mistero. I motivi sono diversi e cercherò di spiegarli nelle puntate di questa nuova rubrica, oltre a presentare una serie di principi che negli anni è diventata strumento imprescindibile per il mio approccio come editor.
Editing ‒ Una nuova rubrica per imparare a conoscerlo – Puntata n. 1
Che cosa significa editare un testo – Puntata n. 2
Si può essere editor in tanti modi, come si diceva nella prima puntata di questa nuova rubrica, ma che cosa è l’editing al netto di chi lo esegue?
L’editing, grazie a un intervento su un testo, migliora la scrittura, rendendola più efficace, più coinvolgente, più sensoriale. Il suo obiettivo in nuce dovrebbe essere portare al livello massimo la potenzialità dell’opera di un autore.
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Come editare un inedito – Puntata n. 3
Nella scorsa puntata abbiamo parlato della collaborazione con l’autore e della relazione fra un editor e la visione dell’opera, ma c’è un terzo aspetto altrettanto importante dell’editing d’un inedito.
Qualche anno fa, Marco Cassini, fondatore di minimum fax e oggi direttore editoriale di SUR, scrisse un breve saggio dal titolo Refusi. Diario di un editore incorreggibile, edito da Laterza, che vi consiglio, e nel capitolo Un tram che si chiama desiderio esprimeva un concetto...
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Come presentare la vita del protagonista di un romanzo? – Puntata n. 4
Ci si poneva una domanda alla fine della scorsa puntata, ma prima di rispondere è subito importante porre sul tavolo un distinguo.
Uno scrittore e un editor sono diversi almeno in un aspetto: nel legame verso il testo scritto dallo scrittore. Avete presente la fase dell’innamoramento? Siete talmente in preda alla bellezza della confusione che non riuscite il più delle volte a essere obiettivi, lo stesso accade nella scrittura.
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Come si fa l’editing di un romanzo partendo da una domanda – Puntata n. 5
Ci eravamo lasciati la settimana scorsa con un quesito: come rapportare lo sviluppo della storia e l’arco di trasformazione del personaggio principale? Qui la faccenda si complica: un editor dovrebbe avere chiaro nella sua testa che nel 99% dei casi un autore non ci pensa. Per quale ragione?
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Tecniche e ritmo – Puntata n. 6
Nelle passate puntate ho introdotto alcuni concetti che tentavano di circoscrivere l’area dentro cui ci stiamo muovendo, che non è esclusivamente un cumulo di tecniche. Permettetemi di usare un’immagine per chiarirlo.
Provate a tornare con la mente a qualche interrogazione dei tempi scolastici, voi avevate studiato, vi sentivate abbastanza fiduciosi e nonostante gli sforzi il voto finale era stato un cinque. Perché?
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La tensione narrativa con il cliffhanger – Puntata n. 7
Riprendo la breve parte di testo della puntata di giovedì scorso, quando, a proposito dell’editing, ponevo quattro domande.
«Maurizio decise all’improvviso, preso da una strana sensazione, che sua sorella Flavia dovesse smetterla di frequentare Toni, era sicuro che prima o poi sarebbe successo qualcosa di grave, ne era talmente convinto che quella stessa sera la chiamò e le chiese di incontrarsi il giorno successivo al bar sotto casa della loro madre, era il luogo dove anche da adolescenti andavano per parlare con calma di cose importanti, Flavia accettò subito senza chiedere nulla».
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La tensione narrativa con le fragilità di un personaggio – Puntata n. 8
Si parlava giovedì scorso dell’utilizzo del cliffhanger per aumentare la tensione narrativa. Esistono altre strategie per ottenere lo stesso risultato. Per esempio, utilizzare una fragilità di un personaggio. Se ricordate, il testo era il seguente...
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La musicalità delle parole (e non solo) – Puntata n. 9
Le domande erano: hai pensato al ritmo? Hai pensato alla tensione narrativa? Hai pensato alla musicalità? Hai pensato al respiro del lettore?
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Respiro e lettura – Puntata n. 10
Hai pensato al respiro del lettore? Questione non indifferente perché, al netto dei grandi numeri e delle diverse variabili fra i lettori, rimane il fatto che uno scrittore non dovrebbe costringere alla dispnea chi legge perché se è vero che tanti amano leggere mentalmente, altri preferiscono farlo a voce. Tanti considerano quasi ovvio il respiro, eppure riveste un ruolo importantissimo quando si parla di libri.
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Il rimando funzionale – Puntata n. 11
Nelle prime puntate ci siamo posti quattro domande per introdurre alcuni argomenti che un editor dovrebbe sempre controllare. Veniamo oggi al concetto di rimando funzionale (valido, bene inteso, soprattutto nella narrativa, assai meno nella saggistica).
Un’accurata revisione di un romanzo processa le imperfezioni ma contemporaneamente sceglie una serie di interventi aggiuntivi che valorizzino una trama. Un tipico intervento è la distribuzione dei rimandi funzionali.
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Il rimando funzionale ciclico – Puntata n. 12
Se ricordate quando ho parlato di rimando funzionale, scrivevo «un rimando, lo dice la parola, è l’azione di rimandare, invece per funzionale si intende che risponde a una funzione. Un rimando funzionale, in modo preciso, è inserito in un determinato punto di una storia per alimentare la curiosità del lettore e per soddisfare un paesaggio letterario che si scoprirà più avanti».
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Le domande obbligatorie da porsi – Puntata n. 13
Fare editing è, semplificando, una forma di controllo su un testo e con controllo si intende una visione rigorosa di ogni singola parte, in primo luogo. Non si può avere una visione di insieme, altrettanto fondamentale, se non si possiede piena consapevolezza delle singole parti, anche le più piccole.
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L’ambientazione – Puntata n. 14
Dimenticate per un attimo le domande obbligatorie della scorsa puntata, come pure i personaggi e la trama, concentratevi invece ora sulle ambientazioni della storia. Per ambientazione si intende, in breve, il luogo e il tempo della narrazione, tuttavia tanti sono gli elementi da considerare. Pensate alla differenza di atmosfera per una scena ambientata all’alba o a notte fonda.
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I cinque sensi e l’ambientazione – Puntata n. 15
Prima di addentrarci nel tema di oggi, permettete una breve digressione. Ho ricevuto una ventina di mail da quando ho iniziato questa rubrica, mail che mi hanno permesso di interagire con alcuni di voi e che ho trovato interessanti. Una parte di queste ha posto sul piatto questioni particolari per evidenziare un qualche discostamento possibile dalle mie affermazioni.
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Accompagnamento sensoriale nella scena – Puntata n. 16
Si parlava di sensi e ambientazione. Quando, in estate, vi trovate di fronte a una pianta di gardenia, il vostro naso è inebriato dal suo profumo oppure, nei mesi invernali, se mangiate un po’ di broccolo, il palato lo percepisce come un gusto intenso. I sensi hanno una diretta conseguenza sul vostro corpo. Non servono parole. Accade. Voi riconoscete la sensazione. Non così nella scrittura, il fatto di nominare i concetti non consegue automaticamente nel corpo qualche reazione.
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La suspense e il tempo – Puntata n. 17
Capita che un editor dica a uno scrittore: «La narrazione ha una sua logica ma manca la giusta suspense». Il punto è che la parola suspense può sembrare chiara ai più, ma come la si crea nella pagina scritta?
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Il rapporto fra spazio e tempo – Puntata n. 18
Immaginate che Anna, personaggio principale del romanzo, si sposti in auto da Perugia ad Ancona: serviranno poco meno di due ore senza pausa. Se invece decidesse di andarci a piedi per una vacanza alternativa, impiegherebbe una trentina di ore (senza pause, quindi è verosimile la scelta di compiere il percorso in almeno tre giorni). In questo caso il rapporto fra spazio e tempo è determinato soprattutto dalla diversità di velocità dello spostamento. Inoltre, nel primo caso, se Anna guida, perderà tanti dettagli del paesaggio, nel secondo ci sarà modo di gustare gli attimi con più calma.
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Il punto di vista alias l’ossessione dell’editor – Puntata n. 19
Prima di introdurre un tema importante che sfideremo in più puntate, permettetemi una digressione appropriata.
Nell’aprile del 1934 fu pubblicato «Tenera è la notte» di Francis Scott Fitzgerald e divenne un best seller a New York, ciononostante le vendite a livello nazionale si aggiravano sulle 10000 copie e rallentavano sempre più. Altri scrittori statunitensi raggiungevano numeri ben differenti.
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Dare meno di quello che il lettore vuole – Puntata n. 20
Avete forse intuito che mi piacciono anche gli aneddoti riguardanti la scrittura, siano essi di uno scrittore, di un editor, di un agente letterario o di un editore non importa, tutto serve a comprendere la natura e le tecniche dell’editing (oltre che della scrittura creativa e, più in generale, dell’editoria).
Janet Reback fu una scrittrice inglese naturalizzata statunitense, che si occupò soprattutto di temi storici e religiosi.
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Il punto di vista… dell’autore – Puntata n. 21
Nella scorsa puntata accennavo a Taylor Caldwell e al suo editor per parlarvi della necessità di tagliare qualche volta dove la trama e le descrizioni vanno oltre il necessario: un buon modo per migliorare il punto di vista d’una storia.
Restiamo negli Stati Uniti, ma questa volta immaginate William S. Burroughs, scrittore della Beat Generation, di fronte alla pagina bianca. Qual era il suo punto di vista preferito per scrivere un romanzo?
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Dai marchi alle storie – Puntata n. 22
Ho parlato nelle scorse puntate di come si potesse riflettere sul punto di vista, nell’ultima citavo Burroughs e il suo approccio per immagini. Oggi provo ad allargare i confini cercando di presentare un tema che soltanto in apparenza pare distante dall’editing.
Naomi Klein, giornalista e scrittrice, esordì nel 2000 con il saggio No Logo, raccontando il fenomeno della gestione dei grandi marchi internazionali e delle conseguenze sul mercato del lavoro.
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Rapportare un rimando funzionale a un cliffhanger – Puntata n. 23
Accennavo nell’ultima puntata al rimando funzionale e dicevo come fosse diverso dal cliffhanger: oggi vorrei mostrarvi un esempio concreto.
Un cliffhanger si trova alla fine di un capitolo oppure di una scena e interrompe qualcosa che sarà poi ripreso più avanti. È ben riuscito se porta il lettore a farsi la seguente domanda: «Ora che succede?». Il cliffhanger appartiene alla categoria dei colpi di scena, modi di incuriosire chi legge a proseguire nella lettura.
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Il ritmo – Puntata n. 24
Dopo un esempio di rapporto fra cliffhanger e rimando funzionale, oggi vorrei parlarvi del ritmo, argomento che ritengo fra i più insidiosi per gli scrittori. Per quale ragione? Semplicemente tanti non ci pensano con accuratezza.
Premessa formale ‒ dato che c’è confusione sulla parola ‒ il ritmo, Treccani docet, senza entrare in tutti gli altri, come primo significato fornisce quanto segue: «Il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento, e la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono; tale successione può essere percepita dall’orecchio (con alternanza di suoni e di pause, di suoni più intensi e meno intensi, ecc.), o dall’occhio (come alternanza di momenti di luce e momenti di ombra, di azioni e pause, di azioni fra loro simili e azioni di diverso tipo, ecc.), oppure concepita nella memoria e nel pensiero».
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Gli occhi dell'editor – Puntata n. 25
Se i concetti spiegati nelle scorse puntate possono essere condivisibili dalla maggior parte degli editor (non ho certo la pretesa di parlare a nome di tutti), oggi entriamo invece nel personale, cioè un’idea che nel tempo ho fatto mia sulla base dei tantissimi testi che ho editato. Perciò, non credo che un editor debba fare necessariamente come suggerisco fra poco, di sicuro nel mio caso ha funzionato.
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Ecosistema idoneo per editare – Puntata n. 26
Non ci sono soltanto gli occhi, le condizioni della luce o la distanza dal monitor, come dicevo di recente, anche altri accorgimenti aiutano ad affrontare meglio l’editing di un testo. In questa lezione entro in un campo personale, non sono dell’idea che possa essere valido per tutti, tuttavia spero che per qualcuno possa essere utile.
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Le criticità principali della storia – Puntata n. 27
Avete sistemato la luce e la distanza dal monitor, oltre ad avere trovato un ottimo modo per concentrarvi, ora torniamo alle tecniche sul testo. Quando avrete letto la storia interamente una prima volta, vi consiglio di prendere carta e penna e iniziare ad appuntare quali criticità, in generale, avete notato. Non intendo problemi sul rigo, bensì macro, quelli per i quali un editore farebbe subito notare la debolezza.
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Il punto di vista onnisciente può essere personale o impersonale – Puntata n. 28
Bene, avete osservato le criticità principali come si diceva, oggi ci dedichiamo ad approfondire un concetto cui abbiamo già accennato qualche lezione addietro: il punto di vista onnisciente. In realtà può essere di due tipi ed è qui che tanti scrittori alle prime armi cadono. Un editor troverà spesso questo errore.
Nel momento in cui un romanzo abbraccia il narratore onnisciente, la scelta dovrebbe da subito chiarire un aspetto: personale o impersonale?
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