Come scrivere una sceneggiatura
Come scrivere una sceneggiatura – Sei lezioni
Vuoi scrivere una sceneggiatura? Hai in mente un argomento e vuoi svilupparlo per farne un film? Hai già qualche idea di partenza?
La nostra rubrica Come scrivere una sceneggiatura potrà esserti di aiuto.
Sei puntate settimanali durante le quali saranno toccati argomenti utili per il vostro obiettivo.
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Metafora, intreccio e scaletta
Negli anni '70, all'uscita diTaxi Driver, fu chiesto a Paul Schrader, lo sceneggiatore del film, che cosa fosse necessario per scrivere una sceneggiatura e lui rispose che erano fondamentali tre elementi:
1) un tema;
2) una metafora;
3) un intreccio.
Nel caso diTaxi Driver, il tema era la solitudine e il tassista era proprio la metafora della solitudine metropolitana.
Poi una volta individuati questi due primi elementi, spiegò Paul Schrader, si deve spingere il tema attraverso la metafora fino a veder nascere l'intreccio.
Seguendo questo procedimento, dapprima s'intravede l'idea di un intreccio e quindi si deve operare un paziente processo di modificazioni successive finché l'intreccio non rifletta perfettamente il tema e la metafora.
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Logline, titolo e struttura
Cos'è allora che potrà dare ritmo, coesione e vero linguaggio filmico agli eventi che compongono la griglia? La struttura. E come si arriva a ottenere una struttura funzionante? Elaborando una logline e mettendo a fuoco il titolo.
Quindi il viaggio prosegue con il processo di ideazione di una logline, di un titolo e di una struttura, che di per sé sono già strumenti per stimolare e direzionarela creatività, inoltre i primi due hanno anche la qualità di essere utili dal punto di vista economico. Infatti, un buon titolo o una brevissima e accattivante sintesi, cioè una logline, che faccia intuire il genere e l'argomento della storia possono essere determinanti per l'acquisto di una sceneggiatura o per la visione di un film.
Per narrare efficacemente bisogna sapere cosa scrivere e come scriverlo. Si potrebbe obiettare che noi siamo al sicuro perché adattiamo un romanzo e quindi abbiamo tutti i contenuti a portata di mano, compreso il titolo, ma non è esattamente così.
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Strutture e paradigmi
La divisione in tre atti di origine aristotelica è quasi totalmente adottata dai saggisti che si occupano di scrittura filmica.
Il primo ad usarla con successo è stato Syd Field nel suo The Foundations of Screenwriting dove viene studiata la struttura con il relativo paradigma. Se la struttura è lo scheletro di una storia, il paradigma è il suo modello, uno strumento che permette di lavorare e di verificare.
Se guardiamo con attenzione i primi trenta minuti di un film ci accorgiamo che avviene sempre qualcosa d'importate dopo una dozzina di minuti dall'inizio e non si tratta di una pinza, cioè di un piccolo evento legato al primo colpo di scena, è invece un evento autonomo e importante che inciderà nella vita del protagonista anche dopo il primo colpo di scena. In alcuni saggi questo momento viene confuso o chiamato erroneamente incidente scatenante, invece David Trottier nel suo Screenwriter's Bible lo chiama più propriamente Evento Catalizzatore.
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Creatività e struttura
Per trovare il nostro proprio metodo bisogna scendere ancora più in profondità e guardare le nostre motivazioni. Una storia nasce dall'impulso profondo di un autore a narrare qualcosa che gli appartiene come esperienza di vita e di sensibilità: ciascuna storia è unica e unica è la creatività di ciascuno.
Marsilio Ficino e Giordano Bruno vedevano la Fantasia come una parte autonoma dell'anima, la distinguevano dalla facoltà intellettiva; però solo l'Immaginazione, facoltà che le includeva e che le superava, poteva creare un prodotto dell'arte capace di catturare e legare a sé il fruitore. In termini moderni si potrebbe parafrasare il loro pensiero così: l'artista, lo scrittore, è colui che rende universalmente intelliggibile e godibile la propria esperienza individuale.
Le regole sono strumenti per costruire una storia che può essere più facilmente condivisa con gli altri, con un pubblico, però può accadere che queste stesse regole blocchino il processo creativo. Il rimuginare su come strutturare una storia per forzarla all'interno di paradigmi convalidati può invalidare la capacità immaginativa e la fantasia. Dentro la mente esiste un impulso primario che porta uno scrittore a narrare proprio quella storia lì, in quel modo specifico.
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Scrittura, personaggio e arco di trasformazione
Il primo atto si chiude con la scena in cui il protagonista, salendo in bicicletta, dà un'occhiata alla Sauvagière, la casa di Angeline, e gli sembra di percepire il richiamo della bambina morta misteriosamente.
Riprendo la scaletta da dove l'abbiamo interrotta.
Scaletta:
- Il protagonista comincia a fare delle ricerche sui giornali dell'epoca, nelle collezioni della Biblioteca Nazionale e poi si rivolge ai personaggi che gravitano alle Tuileries, dove lavorava il padre di Angeline.
- Parla con alcune persone, ma non viene a sapere niente di rilevante.
- Vorrebbe lasciar perdere ma la storia lo ossessiona.
- Il protagonista va a fare visita, come tutte le settimane, a un vecchio poeta e in quel momento gli viene in mente che quest'ultimo potrebbe sapere delle verità sul caso Angeline.
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Climax e Rivelazione Tematica
- Il dubbio che il vecchio poeta possa aver indovinato i fatti può essere reso con l'immagine del poeta e le distese bianche del giardino del Lussemburgo.
- Se si vuole creare un'aderenza col testo letterario si possono legare delle immagini che evochino la poesia con le sue capacità visionarie.
- Il protagonista ritorna alla sua vita di tutti i giorni.
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Per consigli, suggerimenti e/o proposte sulla rubrica Come scrivere una sceneggiatura, non esitate a scriverci a info@sulromanzo.it.
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