Vril, la società esoterica del nazismo. Intervista a Luisa Gasbarri
Luisa Gasbarri, saggista, sceneggiatrice studiosa di storia delle donne e docente di creative writing è tornata in libreria con Il male degli angeli edito da Baldini +Castoldi. Nel libro si intrecciano il passato della Rostok del 1935, la società esoterica del regime nazista nota con il nome di Vril e, nel presente, le indagini della giovane Sara Wolner, alle prese con il misterioso omicidio avvenuto all’estero, a Rostock, di una giovane studentessa italiana. Un thriller che si sviluppa tra Roma e Berlino dove non mancano i colpi di scena e la suspense che tiene il lettore incollato al libro dalla prima all’ultima pagina. Ne abbiamo parlato con l’autrice Luisa Gasbarri.
Come è nata l’idea del libro Il male degli angeli?
L’idea di questo libro è affiorata da suggestioni che si sono sovrapposte nel tempo. Il romanzo congiunge insieme temi diversi, rispecchiando in tal modo la varietà della vita. Mi interessava per esempio confrontare la maternità biologica con quella affettiva, creare un cortocircuito forte tra tante identità femminili differentemente connotate, e verificare in che misura il potere femminile potesse destreggiarsi davanti al potere maschile, la cui più feroce espressione ritengo sia rappresentata dai regimi dittatoriali. Il totalitarismo nazista fu esemplare a riguardo, anche nel mortificare lo specifico della donna, riducendola al ruolo monodimensionale di madre quasi felice di prostrarsi alla Patria gloriosa, sacrificandole i propri figli per folli guerre.
Desideri migliorare il tuo inedito? Scegli il nostro servizio di Editing
Nel romanzo c’è un elemento – il fuoco – che compare nel passato (incendio scatenato dalla bambina) e torna nel presente della protagonista Sara Wolner. Che funzione ha?
Il fuoco è catartico, distruttivo e creativo al tempo stesso. È la kundalini, l’energia pura della vita, ed è l’esplosione della bomba che deflagra senza nulla risparmiare. In questa ambivalenza c’è l’ambivalenza del libro, che si interroga su cosa sia il Male, cosa sia il Bene, soprattutto se distinguere i contorni tra i due non è affatto facile: la giustizia e la legge non sempre collimano, e spesso accorgersene non è così ovvio. Si tende a considerare elementi femminili l’acqua e la terra, del resto, maschili l’aria e il fuoco, ma la solarità appartiene anche alle dee. È in loro una primordiale forza d’attrazione che le fa figlie pure del fuoco, e per naturale contrappasso il fuoco è sempre stato usato contro le donne, non per nulla le streghe venivano bruciate sul rogo…
Nel libro compaiono riferimenti al Nazismo, alla società della Vril, perché l’ha scelta e come si è documentata sull’ordine esoterico?
Ho scelto di raccontare le vicissitudini della Società Vril perché si tratta di un raro caso di associazione esoterica a base spiccatamente femminile, e perché l’argomento, per la sua delicatezza, mai compare sui manuali di storia. Naturalmente gli storici hanno bisogno di prove documentarie, che qui reperire nella loro integrità è veramente difficile, ma uno scrittore può decidere di affrontare l’argomento in nome di un obiettivo diverso: esplorare i cuori dei protagonisti di tali vicende grazie all’immaginazione, avvicinarsi a una verità emotiva se quella storica sfugge, e in tal modo indicare almeno al lettore l’esistenza di qualcosa che non si dovrebbe più ignorare, se non altro se si aspira a ricostruire un quadro più completo e meno scontato della storia del Novecento.
Nel libro ci sono diverse figure femminili (la piccola Maren, Sara Wolner, le donne della Vril) che ruolo hanno nella sua storia? Sono più vittime o carnefici?
Bellissima domanda. Manzoni scriveva: «Non resta che far torto o patirlo». Infatti per chi vive sotto un regime ribellarsi non è naturale come si sarebbe indotti a credere. Ci si trova a crescere in un contesto che rende magari familiari cose atroci o assurde come la persecuzione etnica, quindi il lavaggio del cervello, il condizionamento sociale sono fortissimi, non dobbiamo credere sia poi tanto ordinario il maturare di uno stato di consapevolezza etica più profonda. Quando capita, per indole, per volontà, per percezione differente delle cose, spesso ci si ritrova isolati dagli altri e la vita stessa diventa una sfida pericolosa. Le donne dei miei romanzi si confrontano con realtà difficili, compiono scelte scomode. Qualcuna finisce vittima, qualcuna purtroppo si allea con i carnefici, le donne non sono angeli dopo tutto, sarebbe ingeneroso quanto poco realistico considerarle tali, ma è in genere lontana da loro la tiepidezza, il peccato peggiore agli occhi di Dio.
Sara Wolner è una donna forte, pronta a tutto per scoprire la verità, ma quanto influiscono le sue radici ebraiche sul suo lavorare e vivere?
A volte si è ciò che si è pur senza volerlo. Suo malgrado Sara rispecchia la determinazione, la fierezza e lo sradicamento perenne di un certo ebraismo. Sentimenti che lei non metabolizza pacificamente: il suo sentirsi priva di appartenenza, di punti di riferimento, è talmente radicale da spingerla a ripudiare anche i valori ortodossi della propria famiglia d’origine. Ho voluto proiettare in Sara alcuni aspetti delle donne contemporanee, una imperfetta risolutezza che a tratti gira a vuoto, uno smarrimento esistenziale diffuso allorché ci si rende conto di essere eterodirette, di non scegliere ciò che si vuole ma ciò che è stato già deciso per noi. Il suo essere ebrea la aiuta forse nel mantenersi fedele a se stessa, persino quando il suo rigore rischia di diventare controproducente agli occhi del mondo intorno, assai più orientato verso il compromesso e l’accondiscendenza.
Vuoi collaborare con noi? Clicca per sapere come fare
Quale è il personaggio che ama di più in questo suo romanzo?
Amo molto Sigrun, perché non le è dato di passare inosservata. I suoi occhi albini rendono trasparente e inerme la sua diversità. E al contempo della sua forza oscura Sigrun non abusa mai. Tratto veramente divino questo: se Gesù avesse dato una dimostrazione del suo potere reale, nessuno avrebbe potuto crocifiggerlo, ma Dio non schiaccia le sue creature, non ci gioca neppure a scacchi… Sigrun sa dunque trattenersi, benché il suo spirito di sopravvivenza non la renda affatto incline al sacrificio gratuito.
Secondo lei, nella società contemporanea di oggi esiste ancora qualche segno della Vril, o qualcosa di simile ad esso?
Mi auguro i lettori abbiano la pazienza di scoprirlo leggendo il romanzo. Le cose più sconcertanti sono proprio quelle che nessuno avrebbe il coraggio d’inventare.
Leggi tutte le nostre interviste a scrittori e scrittrici.
Per la terza foto, la fonte è qui.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi