“Vite segrete dei grandi artisti” di Elizabeth Lunday
Nell’accattivante libro, Vite segrete dei grandi artisti, della giornalista americana Elizabeth Lunday ed edito da Mondadori Electa, troverete tutte le curiosità che vorreste conoscere sul vostro artista preferito.
Chi di voi non ha mai avuto la tentazione di leggere qualche notizia di gossip? Non fate i timidi: dal parrucchiere o in edicola, al bar o a casa della nonna, tutti noi ci imbattiamo sempre in qualche notizia intrigante che riguarda i nostri idoli. Pensate a quanto sarebbe interessante se nelle riviste trovassimo un articolo relativo alla vita privata di Claude Monet, di Edvard Munch o di Frida Khalo, oppure notizie sui tradimenti di Diego Rivera, sugli intrighi parentali di Van Gogh. Se state pensando che questi aneddoti si trovino solo all'interno di lettere inedite o di manoscritti custoditi nei polverosi magazzini di qualche archivio, vi sbagliate di grosso.
Elizabeth Lunday si occupa principalmente di arte e di architettura, ma anche di letteratura e di musica; da segnalare una frase presente in una pagina del suo sito web: «What makes artists different is their belief in possibilities» [Ciò che distingue gli artisti è la loro fiducia nelle possibilità]. Non a caso, lo scopo della sua opera è quello di dimostrare come gli artisti (35 in totale nel testo) abbiano sempre e comunque una marcia in più: con la loro perseveranza e la loro personalità sono riusciti non solo a lasciarci opere d'arte straordinarie, ma anche ad attirare la nostra attenzione su vari aspetti della loro vita. Oggi nessuno, se non pochi docenti di Storia dell'arte italiani, racconta aneddoti ai propri studenti; un grosso limite, questo, nell’insegnamento della materia. L'arte va narrata attraverso le opere, ma va arricchita anche con qualche curiosità per gustarla al meglio; insomma, dovrebbe essere approfondita per lasciare un segno indelebile nella mente dei più giovani, i quali considerano oramai le lezioni di arte come un'ora di “ricreazione”. Inutile polemizzare: questa è la realtà dei fatti.
Entriamo dunque nel vivo del libro partendo dal celebre Sandro Botticelli. Guardando alcuni suoi autoritratti lo immaginereste come un tipico ragazzo di buona famiglia, posato, garbato, forse anche un po' timido. Bene, cambierete idea quando scoprirete che un bel giorno, infastidito da un vicino rumoroso, minacciò di far rotolare un masso sul tetto della sua casa. Come molti altri suoi colleghi, il buon Sandro è rimasto un artista sconosciuto per molti secoli: morì in povertà, dimenticato dai ricchi committenti. La riscoperta avvenne solo nell'Ottocento, quando il critico d'arte inglese John Ruskin riportò alla ribalta le sue opere.
Passiamo ora a Leonardo da Vinci, un artista sulle cui vicende private sono già state spese molte pagine. I suoi genitori non erano sposati e appartenevano a due classi sociali differenti; inoltre, come se non bastasse, il piccolo Leo visse con il padre che sposò un'altra donna. La sua non fu un’infanzia tranquilla, così come non lo fu la sua adolescenza: entrato nella bottega del Verrocchio, dove parve raggiungere un momento di stasi, nel 1476 venne accusato da anonimi di sodomia. Fu imprigionato, ma riuscì a scontare la pena con un semplice ammonimento grazie ai legami politici instaurati. Neppure le sue opere sfuggirono al fato; L’Ultima Cena, ad esempio, custodita oggi nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, subì numerosi danni: il distacco di porzioni del dipinto a causa della tecnica del pittore che non prevedeva la stesura della tempera sull'intonaco umido ma asciutto, gli attacchi delle truppe napoleoniche, i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Questo per non soffermarci sulle vicende della signora Monna Lisa, sulla quale potremmo generare un lungo dibattito.
Scopriamo poi notizie macabre su Albrecht Dürer, il genio dell'incisione che, stando alle parole di Erasmo da Rotterdam, superò addirittura il celebre Apelle. Terzo di diciotto figli, Dürer fu uno dei dieci più ricchi cittadini di Norimberga, ma dopo le esequie il suo corpo venne riesumato per realizzare una maschera funebre; un'iniziativa suggerita dall'Italia, dove però la pratica avveniva prima della sepoltura.
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E non parliamo dell'oramai conosciuto caratteraccio del Buonarroti, un artista volubile e irascibile che non volle mai nessun assistente al suo fianco, neppure per la realizzazione del Giudizio universale terminato all'età di 66 anni. Secondo le testimonianze della Lunday, Michelangelo riteneva che lavarsi troppo fosse dannoso per la salute. Che siano state queste le motivazioni per la scarsa presenza di aiutanti?
Che dire poi del pittore urbinate Raffaello Sanzio. Vi basterà sapere che, dopo intere nottate passate ad ammirare la Cappella Sistina a lume di candela per apprendere le tecniche dell'amico Michelangelo, Raffaello morì alla giovane età di 37 anni. Come? Secondo Giorgio Vasari, storico dell'arte dal quale a volte è necessario diffidare, a causa di una notte di eccessi con l'amante Margherita.
Vengono svelate molte indiscrezioni che lasciano stupiti ne Le vite segrete dei grandi artisti. Caravaggio, che sappiamo tutti non esser stato l'artista dall’animo nobile per eccellenza, prima di diventare il genio della luce che oggi conosciamo, fece gavetta lavorando come domestico. E par incredibile la motivazione dell’esclusione dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, che lo indicò come «membro fetido e putrido». Neppure i suoi aiutanti se la cavarono meglio: per realizzare la Resurrezione di Lazzaro, ora custodita presso il Museo Regionale di Messina, due di loro dovettero reggere il corpo di un cadavere riesumato. Sopraffatti dall'odore, tuttavia, lo lasciarono cadere a terra e prontamente Caravaggio estrasse il suo pugnale “portatile”.
Il matrimonio del pittore olandese Jan Vermeer con la giovane cattolica Catharina Bolnes, invece, sarebbe stato ostacolato dalla suocera, Maria Thins: in un primo momento la donna non diede il suo consenso perché il pittore era di religione protestante e insistette perché Vermeer si convertisse al cattolicesimo. Evidentemente l’artista acconsentì ed ebbe con Catharina ben quindici figli in vent'anni, motivo per cui nelle sue opere molte donne sembrano incinte.
Continuiamo con Edvard Munch che giunse alla convinzione di essere spiato dalla polizia segreta; Henri Matisse che detestava così tanto il lavoro di assistente legale che bersagliava i passanti con le palline di una cerbottana; Marcel Duchamp che ritroviamo a gareggiare nella squadra francese alle Olimpiadi degli scacchi.
Mi fermo qui perché non voglio svelarvi altre curiosità e concludo consigliando la lettura di Vite segrete dei grandi artisti a quelli che amano l’arte e il gossip d'autore, ai docenti che vogliano incuriosire i loro alunni ma soprattutto a coloro che, come dichiarato dalla stessa Elizabeth Lunday, nonostante le vicissitudini della vita, credono che a tutti prima o poi venga data una possibilità.
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