Via col vento, storia di un successo senza tempo
Nel 1936, ormai ottantaquattro anni fa, venne pubblicato il primo e unico romanzo di Margaret Mitchell, Via col vento, un vero e proprio successo editoriale che in pochi mesi vendette un milione di copie e che l’anno successivo vinse il premio Pulitzer. Attualmente è considerato uno dei romanzi più venduti, grazie alle 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Via col vento è uno di quei libri che non smettono mai di ammaliare il pubblico, tanto che nel gennaio 2020 è stata pubblicata una nuova edizione, pubblicata da Neri Pozza nella traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani.
Dietro al successo di Via col vento, ci furono dieci anni di lavoro e oggi sembra quasi inverosimile pensare che l’autrice fosse titubante riguardo alla pubblicazione del suo manoscritto. Chissà cosa penserebbe oggi, nell’apprendere tutto il successo che negli anni il suo romanzo ha avuto, soprattutto se si pensa all’omonimo colossal del 1939, con Vivien Leigh e Clark Gable e vincitore di ben otto premi Oscar.
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Il motivo del successo è ovviamente legato a una trama coinvolgente e a uno stile scorrevole che, nonostante la lunghezza del romanzo, non ne appesantisce la lettura. Ambientato negli Stati Uniti durante la Guerra di Secessione, il romanzo racconta, attraverso il punto di vista sudista, un’importante parte della storia americana. Ma sono i personaggi la chiave della fama di Via col vento, descritti e analizzati a tutto tondo e anche nelle loro fragilità e nei loro difetti. La protagonista Rossella O’Hara è entrata nella cultura generale, tanto da aver quasi superato la fama del romanzo stesso.
Tutti conoscono la capricciosa e altera Rossella, la giovane e bella ragazza dai capelli scuri e gli occhi verdi, che nel corso del romanzo dimostra tutta la sua forza di volontà e il suo coraggio. Passa da essere una giovane donna viziata ad essere una donna adulta, disposta a tutto pur di salvare la sua terra e la sua famiglia. Dopo la fine della guerra, Rossella perde non solo le ricchezze di un tempo ma anche la spensieratezza della gioventù. Sposa quindi due uomini che non ama e diventa fondamentale nella gestione dell’amata Tara, la tenuta di famiglia. Perennemente insoddisfatta, ama per tutta la vita Ashley, marito della dolce e buona Melania, e dopo la morte di quest’ultima, quando può finalmente coronare il suo sogno d’amore con lui, si rende conto di come avesse idealizzato Ashley e di quanto invece sia realmente innamorata di Rhett, il suo terzo e ultimo marito. Ma ormai e troppo tardi e Rhett, provato dalla morte della figlia Diletta e stanco dell’atteggiamento di Rossella, la lascia. È ormai un cult, la frase pronunciata da Rossella «Domani è un altro giorno», che segna la presa di coscienza della protagonista e la sua consacrazione in una vera eroina della letteratura.
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Rossella è una protagonista anomala, che non attira sempre l’approvazione e la simpatia del lettore. Si pensi a quando, per salvare la sua casa, sposa il fidanzato della sorella, proprietario di una piccola segheria. L’uomo rappresenta ai suoi occhi solo un modo per arricchirsi, una possibilità per migliorare la sua vita. Rhett è dunque l’unico uomo in grado di comprendere Rossella, poiché anch’egli cinico e legato al denaro. Entrambi sembrano desiderare ciò che non possono avere, per poi non volerlo più dopo averlo ottenuto. È il caso di Rossella con Ashley, quando si rende conto di averlo amato, non solo per averlo idealizzato, ma perché spinta da sentimenti di invidia e di rivalsa nei confronti dell’amica Melania. Il capriccio di avere Ashley termina proprio quando può averlo. Mentre Rhett, che tenta in ogni modo di avere Rossella, alla fine si stanca di lei. E sarà proprio questo suo gesto a far comprendere alla donna di amarlo e a farle credere di poterlo riconquistare.
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Via col vento diventa così anche il simbolo del coraggio delle donne e un invito a non arrendersi e a vedere nel domani una nuova opportunità. Ma è anche un velato modo di muovere una critica alla moderna società americana, basata sugli ideali nordisti, che si contrappongono alla nostalgia per tutto ciò che è stato e che è stato perduto. Ciò che colpisce è proprio la rappresentazione dura e vera della realtà che, insieme a un velo di malinconia, lascia al lettore il gusto dolce-amaro di un successo senza tempo.
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