Vasilij Kandinskij e le tre responsabilità dell’artista
Nel 1912 Vasilij Kandinskij, il pittore russo famoso per le sue figure molto colorate, pubblica Lo spirituale nell’arte, libro nel quale illustra la sua teoria dello spirituale, che si afferma nell’arte secondo due linee di forza: la spiritualità della figura e quella che va al di là della figura.
Sempre nel libro, Kandinskij illustra le tre responsabilità dell’artista, cioè i tre elementi di cui deve tener conto nella sua produzione:
- Ogni artista, in quanto creatore, ha qualcosa dentro di lui che chiede di essere espresso (questo è l’elemento della personalità).
- Ogni artista, in quanto figlio della sua epoca, è spinto a esprimere lo spirito del suo tempo (questo è l’elemento dello stile), dettato dal periodo e dal particolare paese a cui l’artista appartiene (è incerto quanto tempo ancora questa distinzione continuerà a esistere).
- Ogni artista, in quanto servo dell’arte, deve aiutare la causa dell’arte (questo è l’elemento della pura artisticità, che è costante in tutte le epoche e tra tutte le nazionalità).
Una piena comprensione dei primi due elementi è necessaria per la realizzazione del terzo.
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Kandinskij aggiunge che solo il terzo elemento, «che non conosce né tempo né nazionalità», conta per l’arte:
In passato e anche oggi si sente molto parlare di “personalità” nell’arte. Invece diventa ogni giorno più frequente parlare di “stile”. Ma nonostante tutta l’importanza che rivestono oggi, queste questioni saranno scomparse tra qualche centinaia o migliaia di anni.
Solo il terzo elemento – quello della pura arte – resterà per sempre. Una scultura egiziana ci parla oggi in modo più sottile di quanto abbia fatto ai suoi contemporanei perché loro la giudicavano con l’ostacolante conoscenza del periodo e della personalità. Ma noi possiamo giudicarla puramente come espressione dell’arte eterna.
Allo stesso modo, maggiore è la parte giocata in un’opera d’arte moderna dai due elementi di stile e personalità, e meglio sarà apprezzata dalle persone oggi; ma un’opera d’arte moderna che sia piena del terzo elemento non riuscirà a raggiungere l’anima contemporanea. Dovranno passare molti secoli prima che il terzo elemento possa essere accolto con la comprensione. Ma l’artista nella cui opera predomina questo terzo elemento è l’artista veramente grande.
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È chiaro dunque che lo spirito proprio dell’arte usa solo la forma esteriore di un periodo particolare come trampolino di lancio per l’ulteriore espressione.
In breve, il lavoro del bisogno interiore e lo sviluppo dell’arte è un’espressione sempre più avanzata dell’eterno e dell’obiettivo dei termini del transeunte e del soggettivo.
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Kandinskij poi sottolinea come il vero artista dia credito solo al bisogno interiore e non alle aspettative e alle convezioni del tempo:
L’artista dev’essere cieco alle differenze tra le convenzioni formali “riconosciute” o “non riconosciute”, sordo all’insegnamento transitorio e alle richieste della sua particolare epoca. Deve guardare solo all’andamento del bisogno interiore, e deve ascoltare solo le sue parole. Poi impiegherà con sicurezza sia gli strumenti sanzionati sia quelli vietati dai suoi contemporanei. Tutti i mezzi sono sacri perché sono chiamati da un bisogno interiori. Tutti i mezzi sono peccaminosi se oscurano quel bisogno interiore.
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