Uno strano pubblico ministero fa il suo esordio nei Gialli Mondadori
Chi è Uno strano pubblico ministero? È Paolo Santarelli, la creazione di Giorgio Bastonini, che esordisce con Mondadori in un giallo all’italiana, in libreria dal 21 gennaio 2021. L’autore, classe 1961, è un commercialista e si divide tra Latina e Milano: con il suo primo romanzo entra di diritto nella categoria dei giallisti italiani.
Vestire i panni del PM, per uno come Santarelli, è una vocazione che ha poco a che vedere con le formalità e i doveri: non a caso deglutisce a fatica davanti ai ruoli tradizionalmente intesi e agisce, nel privato così come nel lavoro, per intuito e istinto. Prima di essere un pubblico ministero, è un uomo (buono), che ama andare in bicicletta e vive tra abitudini e sarcasmi che lo rendono poco noioso o banale agli occhi degli altri.
Alle prese con una relazione che pare ferma a un punto morto, Santarelli si divide tra ripensamenti amorosi e chiacchierate con Livio, gestore del bar dove Paolo trascorre buona parte del proprio tempo libero. Sono queste le coordinate della sua vita quando si trova ad affrontare un nuovo caso: si tratta dell’omicidio di «Khalid Jamil, tunisino, trentasette anni, in Italia da dieci, con regolare permesso di soggiorno, di professione manovale». La morte di Jamil assume contorni poco chiari: la sua condotta impeccabile, in famiglia e a lavoro, stride con quanto gli è capitato. Ha lasciato un figlio e una moglie disperati, che trovano sostegno in Ibrahim Jamil, il fratello maggiore di Khalid.
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Poco dopo un altro tunisino viene ritrovato morto, lasciando presagire dei collegamenti indesiderati. Fare chiarezza con i pochi elementi a disposizione non è semplice e richiede un impegno sopra l’ordinario. Le indagini rivelano infatti una trama ben più fitta di quanto si sarebbe potuto ipotizzare e iniziano a emergere i primi indiretti legami con la famiglia Romano, noto clan che gestisce la criminalità organizzata della provincia con traffici ormai consolidati, dal racket all’estorsione allo spaccio.
Man mano che il quadro si fa più chiaro e i sospetti iniziano a concentrarsi su alcuni soggetti, Santarelli si trova coinvolto, suo malgrado, in altre questioni “spinose”: Elena, la sorella di Mara Nardin del suo ufficio, e la figlia adolescente Dalila. È una situazione complessa, difficile da gestire per un uomo come Santarelli, che d’altronde con questa famiglia non ha ‒ al momento ‒ dei grandi legami. La maggior parte degli uomini si scanserebbe da quello che si preannuncia un fastidioso rompicapo.
Il lettore assiste all’evoluzione delle indagini e all’evoluzione di questo strano pubblico ministero: la sua empatia, spesso determinante nella sua professione, lo metterà a rischio e comprometterà, spesso, i risultati. Ma i suoi tratti caratteriali e quel fare bonario, anche in condizioni estreme, lo renderanno irresistibile.
Con questo romanzo, Giorgio Bastonini dimostra una dote innata: sembra che faccia lo scrittore da sempre e si fa fatica a immaginarlo in un altro ruolo. La naturalezza del racconto si unisce alla scelta di introdurre nella trama argomentazioni interessanti: la criminalità organizzata e l’immigrazione tunisina si sviluppano secondo percorsi non scontati; anche davanti alla risoluzione di un caso, l’autore introduce un ulteriore elemento estraneo con effetto spiazzante, poiché rimette in campo il dubbio, indispensabile per la riuscita di un giallo.
Ma non solo. La caratteristica vincente di Santarelli è quella più umana, che lo vede coinvolto in problemi adolescenziali che potrebbe tranquillamente ignorare ma che, in fondo, gli interessano davvero; i suoi rapporti sentimentali hanno il sapore di un’esperienza che il lettore ha di certo già vissuto sulla propria pelle e, proprio per questo, sa apprezzare.
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Uno strano pubblico ministero ha la struttura del giallo che gli italiani amano trovare in libreria, sfogliare, leggere e poi, perché no?, vedere in televisione. I punti di forza lo rendono appetibile anche per il pubblico del piccolo schermo.
Per la prima foto, copyright: Lacie Slezak su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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