Uno spettacolo teatrale e un e-book rileggono “Tre sorelle” di Čechov
Fra gli autori scelti da Fabulamundi. Playwriting Europe, progetto che favorisce la produzione e circuitazione di testi di giovani drammaturghi europei, c’è anche il nome di Rebekka Kricheldorf, quarantenne di Friburgo che si misura con uno dei testi più rappresentativi dell’universo cechoviano: Tre sorelle. E lo riscrive attualizzandolo, con toni ironici e venature di assurdo, con il titolo di Villa Dolorosa: tre compleanni falliti.
Delle Tre sorelle di partenza viene mantenuta la struttura in atti che mostrano i personaggi, di volta in volta, a distanza di tempo; qui gli atti sono solo tre, dei quattro cechoviani, e il giorno in cui la fotografia viene scattata è il compleanno di una delle sorelle della famiglia Freudenbach (Irina). Compleanno che ogni 365 giorni si ripropone segnato da bizzarri cambiamenti nel segno della malinconia.
Se i nomi delle sorelle (Ol’ga, Irina, Maša) e dell’unico fratello Andrej, sono da imputare alla passione verso la letteratura russa dei defunti genitori, va detto che il dramma diAnton Čechov non è solo un “pretesto” per la drammaturga tedesca. L’ironica attualizzazione coglie tutte le sottili note tragiche e assurde dell’opera cechoviana, inserendole in un meccanismo sincopato, fatto di botta e risposta intelligenti, citazionisti, surreali. Perciò, in una famiglia in cui i genitori «non credevano nell’infanzia, pensavano fosse un’invenzione del Rinascimento», è possibile che la ventottenne Irina «sia la più sveglia, perché è quella che dorme di più».
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Dal canto suo, la giovane Maša vuole “assolutamente” lavorare, ma di cercare lavoro non se ne parla. E Ol’ga, che si rammarica del suo impiego alla scuola pubblica, ha un rimpianto preciso: «Avessi sposato un dentista!». Andrej è alle prese con un romanzo-mondo dalla trama irripetibile; mentre il loro unico ospite George è marito insoddisfatto di una moglie perennemente sull’orlo del suicidio, rispetto alla quale ha un unico rimorso: averla conosciuta, chiedendole venti centesimi alla macchinetta del caffè.
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In scena in questi giorni al Teatro Franco Parenti di Milano, con la regia di Roberto Rustioni, Villa Dolorosa è disponibile anche alla lettura in formato digitale, grazie all’originale lavoro della casa editrice Libreria degli scrittori, che fa proprie le parole di George Steiner: «Finché un testo sopravvive, da qualche parte sulla terra, anche in un silenzio ininterrotto, è sempre capace di resuscitare» e che in questo caso rende possibile al lettore italiano l’accesso a un testo teatrale contemporaneo, in traduzione.
Il regista Roberto Rustioni, che è anche interprete, giunge a questa variazione cechoviana, dopo il precedente Tre atti unici da Anton Cechov (nello specifico, L’orso, Domanda di matrimonio, L’anniversario) anche allora attualizzati e aggiornati al termometro delle nevrosi del presente. Questi mondi sono decisamente nelle corde interpretative dell’attore/regista Rustioni, che sa leggere con profondità le tristezze, le idiosincrasie, i fallimenti, le incongruenze dei personaggi.
In scena con lui, Eva Cambiale, Carolina Cametti, Emilia Scarpati Fanetti, Gabriele Portoghese e la preziosa Federica Santoro, con cui Rustioni ha recentemente duettato in Diario del Tempo di Lucia Calamaro.
Tutti i temi cechoviani del fallimento, dell’impossibilità di realizzare sé stessi, dell’inconsistenza delle aspirazioni umane, della vacuità del sentimento amoroso trovano in Villa Dolorosa di Rebekka Kricheldorf, e nel teatro di Roberto Rustioni, un’ottima riproposizione drammaturgica e scenica. Sulle esistenze dei fratelli Freundebach, sui piccoli fatti che le abitano, sulle mancanze e inibizioni domina la noia. È una noia ostinata, quella di Villa Dolorosa, che si spezza solo per frazione (per fare posto alla goffa disperazione del III atto). Allora, forse, solo uno sguardo più cinico può offrire strumenti nuovi. È una questione di sopravvivenza; in fondo: «Ciò che è è così terribile che può essere sopportato solo con molta ironia».
***
VILLA DOLOROSA
Tre compleanni falliti
liberamente tratto da Tre sorelle di Anton Čechov di Rebekka Kricheldorf
traduzione Alessandra Griffoni
con Federica Santoro, Roberto Rustioni, Eva Cambiale, Carolina Cametti, Emilia Scarpati Fanetti, Gabriele Portoghese
adattamento e regia Roberto Rustioni
produzione Fattore K
in collaborazione con Associazione Olinda Onlus e Cadmo/Le Vie dei Festival
progetto ideato nell’ambito Fabulamundi Playwriting Europe 2014
residenza Carrozzerie n.o.t.
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