Una visione della riforma scolastica: la sintesi di Remo Ceserani
Si parla di riforma della scuola; lo fa anche il ministro Carrozza nell'intervista condotta da Fabio Fazio a Che tempo che fa, spiegando che tale tema sarà oggetto della costituente della scuola. Si dovrà discutere dell'impianto della riforma, del reclutamento dei docenti, del riordino della scuola secondaria di primo grado, nel cinquantesimo della riforma della scuola media unificata.
Con la consueta ponderatezza interviene nel dibattito, senza per altro mai nominarlo, Remo Ceserani, in un articolo per «Le parole e le cose». Il punto sembra essere il destino delle Scienze Umane negli Stati Uniti, ma in realtà l'autore è più attento a "un uguale spirito di difesa delle scienze umane sotto attacco nel mondo scolastico e accademico italiano". Difesa, sì: perché tanto oltreoceano quanto qui la cultura umanistica sembra ormai al canto del cigno (si confronti, eventualmente, il testo citato da Ceserani, Un appello per le scienze umane, firmato tra gli altri da Alberto Asor Rosa, Ernesto Galli della Loggia e Roberto Esposito, apparso sulla rivista «Il Mulino»).
Ciò che colpisce, nell'articolo, è però la visione d'insieme sul sistema del sapere, che dovrebbe poi essere calato nel mondo della scuola. Ceserani riesce a prescindere da una logica di dipartimento o di conteggio orario, e punta piuttosto a rivedere la scuola dal punto di vista degli obiettivi che le discipline si pongono. Questo dovrebbe essere a mio avviso il punto di svolta per la nuova scuola: riflettere sugli obiettivi che ciascuna disciplina si pone, e che pare dimentichiamo.
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Continuare a chiedere a cosa serve la cultura umanistica non fa che svilirla, perché la risposta è abbastanza semplice: non serve a nulla, se intendiamo quel "servire" in senso pratico. Ma serve invece alla costituzione della persona e del cittadino, e a questo deve puntare la nuova scuola media. La crisi delle discipline umanistiche può portare a un ripensamento delle sue funzioni e soprattutto può aiutare a rimodulare la scuola come scoperta e formazione prima di tutto della persona.
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