Una legge per i professionisti dei Beni Culturali
Una proposta di legge per i professionisti dei Beni Culturali è stata finalmente approvata dalla Camera dei Deputati, dopo alcune modifiche operate nel corso dei passaggi dai due rami del Parlamento; una legge di cui si avvertiva da tempo l’esigenza per mettere un po’ di ordine in un settore alquanto caotico.
Il testo prevede che gli interventi operativi di tutela, protezione, conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturalidebbano essere affidati alla responsabilità e all'attuazione diarcheologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologie applicate ai beni culturali, storici dell’arte.
Presso il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo saranno istituiti appositi elenchi nazionali,nei quali dovranno iscriversi i professionisti – ad eccezione dei restauratori di beni culturali e dei collaboratori restauratori di beni culturali, per i quali esistono già precise disposizioni – in possesso dei requisiti. Questi ultimi saranno individuati con un decreto interministeriale che dovrà essere adottato, previo parere parlamentare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni e sentite le associazioni professionali e le organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative.
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Gli elenchi devono essere pubblicati nel sito del MIBACT: essi non costituiscono però un albo professionale specifico, e la non iscrizione negli stessi non preclude la possibilità di esercitare la professione. «Una legge importante e attesa da tempo nel mondo dei beni culturali» ha commentato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, aggiungendo poi: «Sono migliaia i professionisti dei Beni Culturali che attendevano di veder riconosciuta la propria professione.[…] è indubbio infatti che non può esserci piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera quotidianamente».
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