“Una guerra epocale” a Milano
Nel 2014, cade il primo centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, e saranno numerosissime le manifestazioni celebrative organizzate un po’ ovunque in Europa, sia nelle grandi città, sia nei luoghi teatro delle fasi cruciali del conflitto.
L’Italia, come è noto, entrò in guerra soltanto l’anno successivo, perciò qui da noi le celebrazioni avverranno soprattutto a partire dalla primavera del 2015, ma non mancano qua e là iniziative che hanno preferito anticipare i tempi, allineandosi al resto d’Europa.
A Milano, presso La Casa di Vetro sarà visitabile fino al 18 aprile la mostra fotografica Una guerra epocale. Il primo conflitto mondiale nelle immagini degli archivi inglesi, francesi e tedeschi gestiti in Italia da Tips Images.
Tips Images è un’agenzia milanese che possiede un enorme archivio fotografico, comprendente tra l’altro circa un milione di immagini d’epoca che sono disponibili online sul suo sito www.tipsimages.it, mentre La Casa di Vetro è un’associazione culturale che lavora in collaborazione con numerose associazioni e istituzioni per organizzare eventi di vario genere.
La mostra, curata da Alessandro Luigi Perna nell’ambito di un più vasto progetto chiamato History & Photography 2014, presenta 54 fotografie che non hanno lo scopo di raccontare i fatti della guerra in modo accademico, ma intendono immergere lo spettatore nell’atmosfera di quegli anni, mostrandogli tutta la tragicità e anche l’assurdità di un conflitto che oggi possiamo considerare senza senso.
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L’Europa prospera e spensierata della Belle Epoque manda consapevolmente a morte un’intera generazione e con ciò avvia il suo declino, perché se gli Imperi Centrali non sopravvivranno al conflitto, nemmeno le potenze vincitrici conserveranno negli anni successivi le posizioni vantaggiose che avevano prima del 1914.
Dal punto di vista fotografico, la guerra segna il trionfo del fotoreportage e della grande diffusione delle immagini attraverso la stampa. I giornali si servono di molti ottimi professionisti, rimasti in genere del tutto anonimi, al cui lavoro, spesso di alto livello sia iconografico sia tecnico, questa mostra rende implicitamente omaggio.
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