Una giornata di nebbia a Milano, a caccia di un assassino e del suo movente
Una giornata di nebbia a Milano (HarperCollins), dato alle stampe nello scorso mese di febbraio, è l’ultima fatica letteraria di Enrico Vanzina. Riconosciuto maestro del cinema italiano e figlio del famoso regista Steno, Enrico Vanzina concede il bis in tema letterario con questo elettrizzante romanzo dalle tinte gialle e ad alta gradazione emozionale. Infatti, già nel 2018 aveva pubblicato La sera a Roma, altro thriller mozzafiato e al contempo graffiante, con cui avevamo avuto modo di apprezzare la sua vena creativa oltre che le proprie abilità letterarie.
Nel leggere Una giornata di nebbia a Milano abbiamo subito azionato l’immaginario nastro della nostra memoria in modalità rewind, ricordandoci come Vanzina ci avesse già portato per mano in atmosfere thrilling con il film Sotto il vestito niente del 1985, che lo vide come apprezzato regista.
Anche questo romanzo è ambientato a Milano ma stavolta la scena si sposta dalle passerelle della moda milanese al cuore della città meneghina, teatro di un omicidio inspiegabile. Il protagonista è il trentasettenne Luca Restelli, giornalista culturale che si occupa di recensioni di libri in un non citato quotidiano locale.
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È inverno ed è una giornata di nebbia nelle metropoli lombarda, all’improvviso il giornalista se la trova davanti la mattina quando esce da casa per andare in redazione per la solita giornata lavorativa. Non sarà una giornata come le altre visto che il romanzo entra subito in medias res con un iniziale colpo di scena: a corso Vercelli si è verificato un fatto di sangue con l’omicidio di un uomo di mezza età colpito a bruciapelo alla testa con tre colpi di pistola. Restelli, che è sempre stato un amante della cronaca nera, prende a balzo l’opportunità per proporsi come responsabile del servizio per il suo giornale, battendo la non “concorrenza” degli indolenti e poco motivati colleghi.
Le notizie di agenzia cominciano ad arrivare e Luca scopre che la persona assassinata risponde al nome di Giovanni Restelli, ovvero il padre. Chiaramente la polizia brancola nel buio, o meglio, nella nebbia per scoprire chi sia il killer di Giovanni Restelli con il relativo movente, visto che l’assassinato era un attempato e innocuo musicista in pensione. Chi poteva volerlo morto in un modo efferato? L’indagine diventa così parallela, con la polizia che scandaglia la vita dell’assassinato alla ricerca di dettagli e possibili moventi, e Luca, figlio unico del musicista ammazzato, che decide di improvvisarsi detective.
Lo aiuterà nel suo intento Giorgio Finnekens, scrittore milanese sui generis, di un’incommensurabile cultura letteraria ma dalla salute alquanto cagionevole, che però non gli impedisce di godersi i piaceri della vita. I quarantatré capitoli del romanzo giallo si snodano veloci nelle 202 pagine del libro, coinvolgendo il lettore nei vari colpi di scena che si alterneranno nel turbinio di eventi, con la “nebbia” che resterà sempre intensa attorno a quest’inspiegabile omicidio.
La suspense di questo romanzo è il classico fil rouge che tiene avvinghiato il lettore dalla prima all’ultima pagina, dove si alterneranno altri personaggi della trama, enigmatici e, a volte, dalla doppia vita. Vanzina è bravo nel dare consistenza ai vari caratteri del thriller e ai “segreti” che si portano dentro di loro. Nel thriller ci sono tante citazioni letterarie e cinematografiche, quasi come la soluzione dell’inestricabile caso fosse già scritta in pagine di un altro romanzo. Sullo sfondo c’e’ la città di Milano con la sua nebbia che può essere vista come un “simbolo” in considerazione del “ruolo” che l’autore le conferisce nella dinamica del fatto delittuoso, dove non ci sono certezze, nemmeno tra persone consanguinee e all’interno della stessa famiglia Restelli. D’altronde in esergo Vanzina pone una citazione di Eugenio Montale, tratto dal settimanale «Epoca» del 1973: «Milano è un enorme conglomerato di eremiti».
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Nei dialoghi serrati tra i personaggi spicca la loro caratterizzazione: ognuno sembra avere una personalità cangiante, mentre nel narrato ci sono anche le riflessioni dello scrittore stesso tramite i pensieri del protagonista Luca Restelli, che incarna un giovane professionista disilluso e alla ricerca di se stesso e della sua completa realizzazione, e che, nel corso della vicenda, mette anche a repentaglio il consolidato rapporto con la fidanzata Veronica. L’indagine per l’omicidio del padre che assorbe le energie di Luca è anche un viaggio introspettivo all’interno del protagonista e ai rapporti familiari, e il confine tra detto e il non detto è davvero labile e volte anch’esso ammantato dalla “nebbia”, come quella di Milano. Il thriller è godibile e quasi un piccolo bijou per trascorrere un week end di lettura con il maestro Vanzina. Il titolo sembra quasi parafrasare quello di un film del 2019 di un altro grande maestro del cinema, Woody Allen, e cioè Un giorno di pioggia a New York, sebbene di genere diverso ma sempre con una metropoli impersonale e avviluppante sullo sfondo. Senza fare spoiler, il finale sarà scioccante, quasi come fosse un racconto all’interno del racconto stesso: esso apparterrà alla libera interpretazione del lettore e alla sua voglia di cimentarsi in prima persona nella ricerca della verità, stesso. D’altronde «Mica è facile trovare sempre un colpevole. Forse è per questo che in natura esiste la nebbia, per allontanarci dalla verità, per dissimularla, per ridurre le immagini a impressioni, a vedi e non vedi.»
Per la prima foto, copyright: Ekaterina Novitskaya su Unsplash.
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