Una coppia e un viaggio alla cieca. “Cose che succedono la notte” di Peter Cameron
Cose che succedono la notte è il nuovo libro di Peter Cameron pubblicato dalla casa editrice Adelphi il 24 settembre 2020, traduzione di Giuseppina Oneto. L’uscita del libro combacia con quella negli Stati Uniti e riprende il titolo originale What happens at night. La copertina è una fotografia di Gregory Halpern intitolata USA. North and South Caroline (agosto 2017), che fa parte del progetto fotografico Confederate Moons. La particolarità del romanzo risiede nell’abilità dello scrittore, Peter Cameron, di raccontare la vita di una coppia attraverso un inchiostro sfocato e scuro come la notte.
I protagonisti sono un uomo e una donna, il lettore non sarà mai a conoscenza dei nomi e proseguirà con loro in un viaggio alla cieca verso un qualcosa che neanche la coppia riesce ben a comprendere e definire. Il velo di mistero che aleggia su di loro non è altro che un fantasma di un matrimonio che sta per cedere a causa delle avversità della vita. Il personaggio femminile ha una malattia fisica che distrugge il loro equilibrio e porta il personaggio maschile ad ammalarsi mentalmente. La luce lunare, fedele accompagnatrice del romanzo, ricalca i contorni della fragilità umana, in modo da far riflettere il lettore su alcune scelte di vita che si trovano ad affrontare i protagonisti.
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I due sono diretti verso nord per arrivare in un albergo di lusso, in una città sperduta tra i boschi e la neve. Già dalla partenza si nota una confusione sul treno, l’ignoto che avanza, la destinazione che sembra essere non esatta, l’esigenza di chiarezza e di luce in un luogo freddo e buio. Arrivati a destinazione la narrazione sembra avere dei punti fermi che ruotano intorno ai protagonisti. Fondamentale per l’uomo sarà il bar all’interno della struttura che intrattiene ospiti bizzarri, tra cui: Lárus il cameriere, l’uomo d’affari e Livia Pinheiro- Rima. Quest’ultimo personaggio rende il romanzo vivace e intrigante, data la sua smania di voler vivere nella fama e nel lusso, in costante contrasto con la sua reale vita, in quell'albergo, in quella città coperta di neve per gran parte dell’anno. Con la sua inconfondibile pelliccia sarà un punto di riferimento soprattutto per l’uomo che intratterrà con lei discorsi filosofici e superficiali davanti a dei bicchieri di acquavite.
«E l’essersi persi e sentirsi fuoriposto sono due cose molto diverse.»Il romanzo ruota intorno alla contraddizione umana secondo la quale scappare lontano dal proprio luogo di nascita per ritrovare se stessi sia la soluzione ideale per vivere una vita migliore. Queste partenze drastiche e piene di speranza si traducono in realtà nella sensazione di sentirsi completamente fuori posto, di sentirsi incapaci di adattarsi a ciò che è diverso dalla propria normalità. Dopo più di un bicchiere di acquavite la diva del racconto sottolinea ancora di più al protagonista la differenza tra il disadattamento e il sentirsi perso, poiché il sentirsi persi è una sensazione che accompagna l’umanità dovunque, non importa dove si cerchi di fuggire. «Mi piacerebbe che mi facessero uscire da me stesso e mi infilassero in un cassetto. Uno di quei cassetti che si aprono in sogno quando in fretta e furia si fanno le valigie ai confini del mondo».
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Tante sono le domande che il lettore si pone durante la lettura: Siamo nel posto sbagliato? La donna guarirà? Un bambino potrà salvare un uomo? Una stanza d’albergo può diventare un luogo i cui sentirsi a casa? Viaggiare senza meta o restare fermi nello stesso luogo e nello stesso tempo?
La risposta che si riceverà dal romanzo sarà: «Lascia stare, non importa. Sono cose che succedono la notte.»
Un estratto di una conversazione tra l’uomo e Livia Pinheiro- Rima per un assaggio dell’atmosfera e dell’anima del romanzo:
«Viviamo in un’epoca buia, nessuno riesce a trovare la propria strada. Procediamo a tentoni, come i ciechi. Somigliamo a quegli animaletti sotterranei che scavano la terra fredda e umida nella speranza di trovare una radice commestibile. Noi non siamo migliori.
È davvero così tragica?
Sì, è così tragica. Ma ci sono cose peggiori dell’essere ciechi e del procedere a tentoni nel buio, cose molto peggiori.
Ad esempio?
Essere morti, disse Livia Pinheiro-Rima.»
Per la prima foto, copyright: Alex Iby su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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