Un visitatore in Sicilia. “La prima volta di Italo Orlando” di Carola Susani
Un essere umano, se così si può chiamare, compare in mezzo alla campagna siciliana, nei campi dove Irene e suo padre stanno passando insieme la giornata a far fotografie. In questo primo libro della trilogia in corso di pubblicazione da parte di minimum fax (un’opera che tocca i momenti storici dell’ultimo secolo italiano), Carola Susani ci presenta un tipo di eroe particolare: viene scoperto nudo, la pelle di un colore dorato, come se fosse una rara razza umana. Irene e papà Giuseppe stavano praticando la nobile arte della fotografia: il paesaggio arido, «un’erba grigia e marrone e alle punte». Italo è lì a dormire, ma non è così che si presenta. Non si sa chi egli sia in realtà. Il nome gli viene affibbiato basandosi su congetture soffiate tra le voci di paese. Si pensa faccia parte della famiglia Orlando, il cui ultimo fratello, Italo, scomparve non molto tempo prima.
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A Sette Cannelle, dove la nonna è proprietaria dei terreni, ultimo baluardo di una famiglia con uno stemma nobiliare «smarrito fra nuvole di polvere di gesso, inchiostro di cattiva qualità, documenti notarili, zaffate dolciastre di solfuro di carbonio», Italo inizia a entrare nella vita di tutti i giorni delle due donne. Irene e la nonna imparano a conoscerlo, vedendo come costui sia un individuo del tutto eccezionale. Non ci vorrà molto perché Irene salga sulla Seicento, uno status symbol per pochi laggiù, con il ragazzo alla guida spericolata e provare emozioni nuove, accompagnati da una miriade di bambini raccolti durante il tragitto tra i villaggi di campagna. E questo è solo il meno. Per ingraziarsi i suoi benefattori, soprattutto nonna Lucetta, che di primo acchito è assai scontrosa, sale su per la canna fumaria tappata da chissà quanto. In una cascata di fuliggine apre il passaggio, facendo cadere, per lo stupore dei tre, un sacco pieno di monete d’oro antiche. Sette Cannelle poi ritroverà l’acqua quando ancora una volta Italo decide di prendere l’iniziativa e andare in cerca delle fonti. È quasi come se l’avvento di quest’umano sia frutto del destino. Egli sblocca, trasforma e cambia. Caduto in un posto tranquillo quanto immobile nel tempo, nella tradizione, non esita a incidere un fatale cambiamento. Come se rappresentasse incarnato il bisogno di evoluzione, di passaggio da un’era all’altra. Così Irene lo osserva e lo fotografa, non vuole abbandonarlo (o forse non ci riesce?), a volte con la macchina fotografica cattura brevi istanti di quel particolare evento. Lucetta incomincia ad aprirsi volentieri al suo nuovo protetto, hanno un distratto legame affettivo che li unisce.
Italo Orlando diventerà famoso, le voci non si lascerebbero mai scappare una notizia così succulenta. Immolerà un corvo, crocifisso nel mandorleto per comunicare un tetro messaggio di ostilità nei confronti di tutti i suoi simili, i quali danzeranno in enormi stormi tra gli alberi come ultimo requiem per la vittima, per poi non presentarsi mai più. Italo porta così il raccolto più vigoroso degli ultimi anni, facendo brillare Lucetta, che si trasforma in un tacchino ringalluzzito quando osserva gli alberi, lamentandosi di dover spendere ancora più soldi per le braccianti.
È un meraviglioso resoconto che dagli occhi di Irene scaturisce in queste pagine, una letteratura fantastica particolare, ricolma di periodi ben costruiti, parole millesimate. Una lettura ottima per chi ama essere sorpreso. Italo è un personaggio ancora misterioso e opaco, eppure viene presentato con forza, soprattutto se contrastato dall’arida Sicilia.
Dopo che risolleverà il raccolto penserà anche alle povere tasche della nonna, portando un progetto che diventerà la svolta nell’agricoltura. E così via per tutto il libro: non si ferma a compiere mirabolanti prodezze, un’ingegneria semplice e spontanea, come se fosse normale che in quel momento egli dovesse venire per tirare avanti il tempo e il mondo.
Irene conoscerà poi Maria, una bambina piccante che saltella e parla a raffica, che sa molte cose su Sette Cannelle, forse anche troppe.
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Credo che quest’opera sia una perla rara: sono stato catapultato in eventi che con forza irrompevano nella narrazione, gravitando sulla storia di fondo grazie ai muscoli di Italo Orlando. La prima parte di questa trilogia è stata un meraviglioso viaggio di fantasia. Quando Italo tornerà in altri momenti della nostra storia nazionale chissà che cosa porterà verso il futuro.
Per la prima foto, copyright: Samuel Ferrara su Unsplash.
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