Un ultimo scorcio d’estate nella storia di Enrico Franceschini
A tratti, è un autentico tuffo nel passato, negli anni Sessanta, nostalgico, al profumo di Romagna, quindi di salsedine, di piada lungo il mare, di pedalò. A tratti, è il presente. Specie quando si tratta dell’omicidio di un certo fotografo, una figura losca, trovato morto su una scena del crimine macabra. Sull’omicidio indaga, naturalmente, la polizia, ma ci finisce in mezzo anche il Mura, ex giornalista, ora in pensione anticipata e detective privato a tempo perso. Inizia così la storia di Ferragosto, uscito per Rizzoli, a firma di Enrico Franceschini.
Fa caldo tra le pagine e il Mura ha poco tempo per dedicarsi a bagni rinfrescanti, preso com’è dalle indagini. Perché il Mura, da buon romagnolo, non sa dire di no a una bella donna. Anzi, appena ne incrocia una, il suo primo pensiero è quello di finire in mezzo alle sue cosce. Perché è fatto così il romagnolo, buongustaio, ed è fatto così il Mura, un po’ goloso.
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La prima donna a cui non sa dire di no è la Stefi, una graziosa signora che ama giocare a carte e che teme che il marito la tradisca. D’altronde, è pilota d’aerei e, si sa, sono loro i nuovi marinai.
Li ritroviamo al largo, la Stefi e il Mura, sul pedalò – e qui si apprende, grazie a una lectio approfondita e curiosa, l’evoluzione del pedalò, che passa prima per il moscone, e dei due si cantano pregi e difetti in merito al confort offerto ai momenti intimi a due. Il Mura pensa all’asciugamano che manca, da stendere dietro, mentre la Stefi, donna bella e desiderata, appare taciturna. Quando apre la bocca, non è per baciare il Mura – l’asciugamano non avrebbe smorzato alcuna forza di attrito –, ma per chiedergli un favore, ricambierà con una cortesia, lascia ad intendersi, la Stefi. Il Mura si ricompone intimamente, cancella l’immagine dell’asciugamano steso sul pavimento del pedalò, e si concentra sulla richiesta della donna. Ascolta. Acconsente. Pedinerà il marito.
Il caso si risolve in fretta, il Mura potrebbe chiamare la Stefi la sera stessa e dirle cosa combina il bel pilota, ma finisce invischiato in una situazione più grande di lui. E anche questa volta, c’è di mezzo una donna. Giovane, bellissima, affascinante ed esotica, è la vedova del fotografo, Osvaldo Montanari, a chiedergli di aiutarla poiché il figlio dell’assassinato sta cercando di incastrarla accusandola di omicidio. Una donzella in difficoltà, insomma. E il Mura non può frenare il richiamo del salvatore.
In parallelo, c’è tutta la tradizione romagnola di Ferragosto: il pranzo lungo, carico, preferibilmente da consumare in collina, al fresco, assieme agli amici, agli amori, in allegria. E il Mura è incaricato di prenotare per l’intero gruppo, amici che si rivelano preziosi non solo per una cena divertente e irrinunciabile, ma anche per salvargli la pelle, in più di un’occasione.
Perché la morte del fotografo è solo la punta di un profondo iceberg.
Infatti, chi avrebbe avuto interesse a uccidere Osvaldo Montanari, un tipo detestabile, invischiato nella produzione di video pornografici, sposato per la terza volta, pessimo padre? Tutti. Tanti. Troppi.
Eppure bisogna fare chiarezza, lo deve alla bellissima donzella in difficoltà, lo deve a se stesso, cioè al giornalista che era, Andrea Muratore, che scriveva pezzi di grande rilevanza da ogni dove nel mondo. Perché, finito orami in mezzo alla faccenda, quell’omicidio è molto più complicato di quanto sembrasse inizialmente. Di più: c’è un tesoro straordinario da scoprire, un enigma da decifrare. In mezzo c’è la Storia, quella con la maiuscola, a raccontarsi e a raccontare il passato della Romagna. E questo è tutto da scoprire leggendo Ferragosto.
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Quello che sorprende – oltre ai titoli di canzoni che accompagnano ogni capitolo. Fate la ricerca, ascoltate le proposte musicali durante la lettura, è una bella esperienza – è un dettaglio: più di un personaggio è straniero. La bellissima donzella in difficoltà, la vedova, per intenderci, è originaria della Martinica. Altri ancora, sono personaggi esotici, provenienti da terre lontane. Tutti, però, hanno una caratteristica comune: possiedono una proprietà di linguaggio molto elevata, disquisiscono in un italiano forbito, ben articolato e denotano una grande cultura. È un dettaglio infinitesimale, ma contribuisce a creare una storia piacevole, coinvolgente e sorprendente. La percezione del mondo passa anche per i romanzi e questa può slittare, modificarsi, aprirsi anche tra le pagine di una storia che, apparentemente, non ha l’intenzione di perturbare, ma solo di intrattenere.
Per la prima foto, copyright: Dakota Roos su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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