Un romanzo che incanta. “Cara pace" di Lisa Ginzburg
Carapace, cara-pace, cara pace.
Il carapace, secondo Wikipedia, è una parte dell'esoscheletro presente in alcuni animali, fra cui artropodi (come crostacei e aracnidi) e vertebrati (come le tartarughe).
E alle tartarughe, all’aspetto protettivo e accogliente, duraturo e quasi eterno verrebbe da dire, somiglia Maddalena, protagonista del romanzo di Lisa Ginzburg Cara pace, in libreria dal 17 settembre per Ponte alle Grazie.
Maddalena è la sorella maggiore di Nina e a lei opposta per fattezze e carattere. Se lei è assennata, riflessiva, accorta anche nei sentimenti che dosa con parsimonia, nonché dimenticabile (così si vede lei stessa), la seconda è elettricità, è inarrestabile e, per questo, spesso esagerata, senza freni. «Due lati della stessa medaglia», come ripete spesso la protagonista.
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Pur con un solo anno di differenza, Maddalena finisce col trovarsi il peso della responsabilità della più piccola, soprattutto dal momento in cui la loro madre, all’improvviso, decide di allontanarsi dal tetto coniugale senza dare troppe spiegazioni.
Orfane pur non essendo realmente orfane, d’ora in avanti Maddalena e Nina si faranno carico l’una dell’altra, in una simbiosi emotiva che conserveranno anche da adulte.
Nella cornice di una Roma bellissima ma solitaria, inizia così il racconto di Maddalena, narratrice privilegiata di Cara pace: è un racconto intimo, che ripercorre gli anni vissuti con Nina (o nonostante Nina) assecondando i suoi continui sbalzi d’umore, onda d’urto per il delicato equilibrio sempre compromesso dalle vicende familiari, dall’asma, dall’incedere degli eventi.
La voce di Maddalena non risparmia nulla: né i fatti più compromettenti della sua famiglia, né i pensieri più disdicevoli che man mano prova nei confronti di Nina. Non si vergogna di rendere il lettore partecipe della versione più autentica di se stessa, talvolta invidiosa di quella sorella che tanto assomiglia alla mamma, talvolta infastidita dalla forza devastatrice di cui è capace.
Dall’infanzia all’età adulta, la vita delle due attraversa grandi vuoti e assenze, che persino le istituzioni tentano malamente di rattoppare con soluzioni di fortuna; conoscono la crescita e la maturità premature, la necessità di contare su nessun’altra persona.
Ci è permessa una visuale privilegiata: osservare dallo sguardo inerme dei figli gli errori degli adulti, spesso incapaci di adempiere al proprio ruolo, incuranti delle conseguenze. Se crescere senza una madre e un padre può incrinare il futuro di Maddalena e Nina, il legame di sorellanza può rivelarsi un’ancora di salvataggio, nonostante le diversità.
Cara pacerivela al lettore qualcosa di unico: il nido familiare, che per molti (i più fortunati) è rifugio e certezza, per altri è un salto nel vuoto, è un luogo traumatico dove nasce il germe dei problemi futuri, traducendosi nell’incapacità di instaurare legami duratori e di valore, nel bisogno di sfuggire alle etichette amorose e alle responsabilità, nell’ostinazione di andare avanti e di cercare un ordine che gli adulti hanno strappato, reciso.
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In questo flusso di ricordi che si alternano al presente, da una Maddalena ormai adulta e consapevole di molte delle dinamiche di cui è stata vittima o padrona, si staglia la voce di Lisa Ginzburg, che con questo romanzo si rivela una delle voci letterarie più convincenti del nostro panorama editoriale. Una voce che è subito riconoscibile, che si serve di una narrazione delicata e intima, resa magnificamente da una cifra stilistica inusuale.
«L’una per l’altra sponde, argini al caos che ci trovavamo ad attraversare, quel gran pasticcio cui senza chiedere alcun nostro parere eravamo state consegnate. Il nostro patto era uno scudo, un carapace. Nei momenti di mia massima fragilità fisica lo sentivo, un pensiero distinto, chiaro, dal corpo trasmesso all’anima senza passare per nessun punto intermedio.»
Cara pace è un romanzo potente, che incanta con la scrittura e affascina. Dovete leggerlo.
Per la prima foto, copyright: Jens Johnsson su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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