Un mondo malinconico e dimenticato. “La Dragunera” di Linda Barbarino
La Dragunera è un romanzo di Linda Barbarino pubblicato da Il Saggiatore, casa editrice con la peculiarità di pubblicare scrittori emergenti molto interessanti. Questo mese gli editori hanno deciso di puntare su Linda Barbarino e sulle duecento pagine della sua opera in cui si racconta di una Sicilia ruvida scissa tra tradizioni, incanto e folclore.
Le protagoniste sono due donne: la prima è Rosa. Colei che farebbe di tutto per tornare nella sua casa d’origine, dove spesso, in passato, aveva trascorso la sua infanzia a giocare e a cantare fra le braccia del padre, su un terrazzino soleggiato incastonato in un’atmosfera odorosa di basilico. Tuttavia, Rosa non può rientrare nella casa d’infanzia che tanto anela nelle sue memorie; né può sperare di sentire ancora l’aria intrisa dall’olezzo del basilico. La casa natale è purtroppo in rovina, e lei, per sopperire alla miseria, è diventata la prostituta del paese. C’è un altro protagonista, Paolo. Ogni sabato, Paolo, chiama Rosa con un fischio per comprare qualche sua ora d’amore.
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Il protagonista maschile lavora presso le vigne di famiglia ed è letteralmente ossessionato da un’altra donna che ama e odia al contempo: il desiderio di bramarla e di ricacciarla si manifesta nella sua mente con eguale ferocia. Una donna che non dovrebbe essere al centro dei suoi pensieri, anzi dovrebbe tenerla lontano poiché è la moglie di suo fratello. Al solo menzionarlo, il suo nome è presagio e rievocazione di tempesta e di sciagure. Viene chiamata la Dragunera. Il nome non è un caso. Secondo le antiche credenze, in Sicilia, la fine della bella stagione e il sopraggiungere di un clima temperato recavano alla campagna un’animosità da riversare nelle attività lavorative. Raccolti, vendemmia e produzione agricola agevolata dalla frescura di settembre. In questo periodo, l’atmosfera muta e i terreni, resi aridi dal forte sole dei mesi estivi, trovano la propria tregua grazie alle piogge che ricolmano i terreni di acqua. Tuttavia, l’arrivo della stagione fresca è anche foriera dell’avanzare dei temporali, capaci di distruggere il raccolto dopo tanti sacrifici.I contadini associavano a questi fenomeni atmosferici proprio la Dragunera, una figura malvagia. Il fenomeno in questione era derivante da un flagello o una punizione scatenata da alcuni maghi, contro una città o un gruppo a cui si voleva rovinare un raccolto.
La seconda interpretazione riguardava la trasformazione di una “magara”: una donna dall’aspetto terribile legata alla parvenza di un drago, ovvero, al demonio. Questa credenza di spiriti magici connessa al mondo contadino rurale ben riflette le caratteristiche della protagonista del libro dall’omonimo nome. Colei che chiamano nel testo la Dragunera è descritta come una donna sensuale, dal viso e il portamento altero, i capelli tempestosi impastati dal vento e gli occhi profondi e cangianti. Il suo modo di atteggiarsi nonché la sua camminata sono un’eterna oscillazione che travalica, ondeggiando, le viuzze del paese. Il suo corpo che sembra modellato è avvolto in vesti succinte.
Il romanzo racconta una saga familiare in cui è disegnata una Sicilia folcloristica, rurale, provinciale ma incantata. I personaggi sono inverosimili, ma realistici: dolcissimi o brutali con le mani sporche della propria terra, per il lavoro. La forma stilistica e lessicale si fonde in sfumature e richiami dialettali mescolate a una prosa scorrevole e piacevole per il lettore. Una storia di amori, passioni e magia con uno sfondo formato da una famiglia pregna di invidia, quasi un passo dalla sconfitta e dalla fine.
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La Dragunera di Linda Barbarino è infatti descrizione di un mondo malinconico e dimenticato che narra la storia travolgente di una prostituta per necessità e attenta conoscitrice dell’amore, e della figura di una donna sensuale e magica tacciata di essere una “magara”.
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