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Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo BussolaViola e il Blu – La libertà di essere i colori che vuoi è il nuovo successo di Matteo Bussola pubblicato da Salani Editore. La copertina gioca con le sfumature del Blu e ritrae una bambina che dondola libera su un’altalena, il libro è ricco di illustrazioni dell’autore che rendono la lettura piacevole e coinvolgente.

Prima di leggere questa storia è giusto porsi le seguenti domande: come si spiega ai bambini il modo in cui la nostra società funziona? Come si può far luce sul concetto di stereotipo, sottolineando il modo in cui ognuno di questi ci ha imprigionato da tempo?

Forse la vera domanda è: siamo sicuri che queste cose vadano spiegate bene solo ai bambini e non agli adulti?

 

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Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

Viola è una bambina difficile perché ama il colore Blu. Secondo una visione tradizionale alle bambine deve piacere il Rosa, per cui cosa ha Viola che non va? Al papà è affidato l’arduo compito di spiegarle il perché di questa convenzione degli adulti.

«Papà» chiede Viola tutto d’un fiato, «ma perché il Rosa deve essere per forza il colore delle femmine e il Blu deve essere quello dei maschi?» «Chi lo ha deciso?» aggiunge Viola.« E perché non ci hanno chiesto prima cosa preferivamo?»

Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

I colori, nel corso degli anni, non hanno sempre avuto lo stesso significato. In passato il Rosa e il Rosso erano colori che gli artisti utilizzavano per raffigurare uomini valorosi, mentre il Blu era il colore simbolo delle donne.

«Il Rosa è una sfumatura del Rosso, e il Rosso era visto come il colore dei guerrieri, della forza, della determinazione, del coraggio.  Tutte qualità che, per i maschi, erano considerate indispensabili.»

«Il Blu significava grazia, accoglienza, dolcezza, bellezza. Virtù che, per le femmine, erano considerate desiderabili, così come la mansuetudine.»

 

Con il passare degli anni e l’arrivo di una bambola dai capelli biondi che amava il Rosa, i colori si sono invertiti ma la divisione è stata drastica. Quando nasce una femmina è necessario indicarlo con un nastro Rosa sulla porta, quando nasce un maschio il nastro deve essere Blu. Questa scissione che apparentemente può sembrare innocua in realtà ha delineato ancora di più la divisione che la società impone tra il ruolo della donna e il ruolo dell’uomo. In passato la donna, infatti, doveva sposarsi e occuparsi della casa, dei figli, all’uomo invece spettava il compito di lavorare e mantenere la propria famiglia.

«Ma se una femmina non voleva sposarsi, o non voleva farsi comandare da un maschio?!» dice. «Allora veniva considerata come una donna strana, una malata, una pazza» dice il papà. «Perfino una strega». [..] «Perché le streghe sono il simbolo delle donne libere» dice. «Quelle che non si facevano dire cosa fare e come essere. Quelle di cui i maschi hanno sempre avuto un po’ paura».

Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

Al giorno d’oggi la situazione sta lentamente cambiando cercando di dare alle donne la giusta parità in ambito lavorativo, e agli uomini la parità nell’ambito domestico. In questa storia il papà si occupa della figlia, il pomeriggio sta con lei e fanno delle attività insieme, a tal proposito la gente del paese lo chiama mammo, perché mentre lui è a casa, la moglie, che lavora come ingegnere, ha degli orari diversi e può tornare a casa molto tardi. Perché un padre non può occuparsi della figlia più della madre? Perché un padre che cucina la cena, che pulisce i piatti e che si occupa della casa deve essere chiamatomammo?

«È difficile cambiare i comportamenti a cui ci hanno abituati, quelli che abbiamo sempre considerato giusti, magari perché i nostri genitori ci hanno insegnato così. Giocare in modo nuovo, con regole da reinventare, è molto più bello, ma a qualcuno può fare un po’ paura.»

 

Senza accorgersene si resta imprigionati sempre di più negli stereotipi. Viola si domanda cosa siano e il padre le risponde che lo stereotipo è una scatola in cui ogni essere umano viene rinchiuso, a volte senza neanche accorgersene.

Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

La società in cui viviamo ha dato a ognuno di noi delle scatole in cui inserirci come se si potesse scegliere solo una strada nella vita, come se si potesse scegliere solo un colore. Ma come sarebbe l’arte se gli artisti dipingessero con un solo colore? La bellezza di una tela bianca è proprio quella di poterla ricoprire di colori vivi, così anche la nostra visione della vita dovrebbe essere più ampia. Non si possono catalogare le persone come se fossero degli oggetti, non si possono omologare tutti gli uomini e tutte le donne, ognuno di noi ha la propria personalità e deve fiorire ogni giorno senza aver paura di essere giudicati come persone strane, o come persone “storte”.

Le persone storte hanno un superpotere segreto «Riescono a guardare il mondo da un altro punto di vista. [..] Ma il bello è che, a volte, riescono a trasferire questo loro potere anche agli altri».

Un libro contro gli stereotipi di genere. “Viola e il Blu” di Matteo Bussola

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Questo libro, con una delicatezza immensa, insegna ad adulti e bambini che è importante sentirsi liberi di essere se stessi, di lottare per la propria indipendenza anche se a volte può risultare difficile e doloroso, ma bisogna combattere contro le regole stabilite dal passato, che continuano a intrappolarci, in modo da poter regalare alle generazione future un presente sereno. Uomini e donne non sono due pianeti distanti anni luce ma al contrario:

«Quando maschi e femmine sfrecciano vicini, in realtà, non stanno facendo nessuna gara: vogliono solo correre insieme».


Per la prima foto, copyright: Tim Mossholder su Unsplash.

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