Un inno alla bellezza della vita. “Sempre tornare” di Daniele Mencarelli
Un inno alla vita, alla bellezza dell’Italia, un’ode all’avventura: è questo l’ultimo romanzo di Daniele Mencarelli, Sempre tornare, uscito per Mondadori. Ci si innamora subito di Daniele, dello scrittore, attraverso lo stile poetico e coinvolgente, e del personaggio, un ragazzotto di quasi diciotto anni che intende percorrere il tratto tra il litorale romagnolo e Roma in autostop.
Siamo negli anni ’90, d’estate. Daniele, il ragazzo, lo ritroviamo dopo una nottata in discoteca, dov’è successo qualcosa di cui non vuol metterci subito al corrente, ci basti sapere che l’evento lo ha molto turbato e ora ha deciso di separarsi dagli amici e passare le due settimane di vacanza cercando di rientrare a Roma lungo le strade secolari dell’Italia, grazie alla gentilezza di chi incontra.
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Potrebbe sembrare un romanzo di formazione. Il protagonista è giovane, attraversa diverse circostanze che richiedono determinate abilità che finiscono per cambiarlo. E potrebbe davvero esserlo, se Daniele, il personaggio, non fosse già maturo in partenza. Il viaggio intrapreso non cambierà il suo essere, sarà piuttosto un incontro di fragilità, sue e dell’altro, e di punti di forza, suoi e dell’altro. Saranno mondi in collisione che si sfiorano oppure, quando i confini sono porosi, si mescolano per sporcarsi di vita.
E anche negli attimi più crudeli, a risaltare sulla pagina sarà l’umanità. Che manca o che, in certi casi, fiorisce proprio grazie alla presenza di Daniele.
Infatti, un ragazzo senza soldi e senza documenti – Daniele si accorgerà troppo tardi di aver dimenticato il borsellino nella macchina dell’amico – è un’occasione per gli altri. Un’occasione per fare del bene o del male, per strappare il velo di solitudine in cui si è rinchiusi, per portare a termine un piano che avevi in mente da tempo, per aggrapparti a qualcuno pur sapendo che nessuno ti può salvare dal proprio dolore. Daniele è un’occasione per gli altri; e gli altri sono un’occasione per lui nella misura in cui questi incontri si trasformano in poesia o in rabbia o in riconoscenza e gli permettono di gustare le sfaccettature della dimensione umana.
Ha gli occhi curiosi, Daniele, la purezza della giovane età, la pazienza di chi è cresciuto nell’amore, il buon senso di chi sa il valore di essere riconoscente.
Infatti, le cose, in qualche modo, le sa già. Poi le vede con i suoi occhi. E dice, per esempio: «L’infelicità invecchia». Basterebbe questa verità per regalarsi tempo e riflettere sulle scelte che compiamo tutti i giorni e aggiustare il tiro delle nostre emozioni.
Ma poi, poche righe più avanti, Mencarelli stende sulla pagina un altro pensiero che ha la capacità di spalancare le porte della riflessione. Dice: «Dentro la bellezza ci abita qualcuno». E il mio invito e di lasciare la frase risuonare nella mente, ripetetela ad alta voce. È quasi una formula magica che illumina di senso i dettagli del mondo. Dentro la bellezza ci abita qualcuno.
Mi limito qui a citare solo un terzo passaggio, altrettanto carico di significato. Si legge in Sempre tornare: «Sull’acqua non restano cicatrici».
È fatto d’acqua anche uno dei momenti più teneri di questa avventura on the road. Daniele incontra Emma quando è ormai a metà del suo viaggio. Emma è una ragazza dolce, bella e piena di vita. È anche un uccellino in gabbia, in apparenza. È, di certo, un’anima che ha sofferto e soffre. È fatto d’acqua, il loro incontro. A livello simbolico – la madre – e a livello naturale. Il fiume gelido in cui si immergono in mezzo a una natura quasi incontaminata. Sa di freschezza, di tempo sospeso, di possibilità, di amore. Sorride il cuore di chi legge, mentre i due ragazzi si immergono nell’elemento su cui non restano cicatrici. Per un istante, anche il lettore crede che sia tutto possibile, che si possa riemergere dai grandi traumi della vita rinvigoriti, come dalle acque fresche del fiume.
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Dal punto di vista stilistico, Sempre tornare è un fluire di poesia e di prosa in cui ogni parola è essenziale, ogni pensiero del protagonista è quanto di meglio Daniele Mencarelli, personaggio e autore, poteva regalare al suo lettore.
Quando si giunge all’ultima riga, dell’ultima pagina, dopo averla letta, con il libro ancora stretto tra le mani, ci si potrebbe sorprendere a mormorare un «grazie». Rivolto alle parole appena lette, a Daniele, il personaggio, per averci portati con sé, e a Mencarelli, l’autore, per aver scelto di condividere questo inno alla bellezza della vita.
Per la prima foto, copyright: Elin Tabitha su Unsplash.
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