Un indimenticabile personaggio femminile. “Marie la strabica” di Georges Simenon
Marie la strabica di Georges Simenon fu scritto nel 1952 quando l’autore si trovava a Lakerville nel Connecticut e pubblicato l’anno successivo. Ora ritorna in libreria pubblicato da Adelphi nella bella traduzione di Laura Frausin Guarino.
Georges Simenon è stato definito da André Gide «il più grande romanziere di tutti, il più vero romanziere che abbiamo nella letteratura francese» ed effettivamente la sua capacità di scrittura e i suoi personaggi dalla forza letteraria dirompente non possono che avallare questa affermazione.
Apparentemente i personaggi di Simenon sono individui di poco spessore, mediocri, provinciali e abitudinari, ossessionati dal senso del proprio fallimento, ma allo stesso tempo diversi fra loro per esperienze e vissuto tanto che nei suoi romanzi si ha l'impressione che sia il personaggio a fare la storia, che sia lui a guidare lo scrittore nel filo della narrazione.
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Ci sono romanzi che si reggono quasi solo sulla forza e la potenza del personaggio, ed è il caso di Marie la strabica. Marie è brutta e strabica ed è amica da sempre di Sylvie che al contrario è bella e procace. Le due amiche sono coetanee, una è nata nel 1904 e l’altra nel 1905 a Rochefort, nella Charente, ma così diverse per carattere e per la differente visione della vita: tanto Marie è ingenua e onesta quanto Sylvie è ambiziosa e senza scrupoli. Il suo sogno è quello di diventare una signora ricca e per raggiungere il suo obiettivo è disposta a tutto. Promette a Marie –che odia e ama l’amica – che quando sarà ricca la prenderà come cameriera per farsi pettinare sicura che l’amica le sarà sempre fedele.
Dopo aver lavorato come cameriere in una pensione per turisti, Les Ondines di proprietà dei coniugi Clément, decidono di raggiungere insieme Parigi per trovare fortuna, ma alla vigilia del trasferimento Sylvie un po’ per gioco, un po’ per calcolo seduce prima un povero ragazzo con problemi mentali, poi il padrone della pensione e infine un cliente. Marie disapprova ogni sua mossa, ma è sempre lì, nel letto a fianco, ad aspettare o a vegliare l'amica.
Una volta raggiunta Parigi Marie si rassegna da subito a un’esistenza mediocre accontentandosi di quello che trova, Sylvie invece è spietata e calcolatrice nel tentare la scalata sociale finendo per calpestare i sentimenti dell’amica. Le due si perderanno presto di vista e si rincontreranno molti anni dopo, quando Sylvie avrà bisogno dell'aiuto di Marie per non perdere gli agi conquistati a fatica. Marie sarà pronta a darle una mano. È a questo punto che il carattere dei due personaggi dà una svolta inaspettata al romanzo. Marie, la scialba, la mite, rivelerà la sua vera natura: un’anima contorta e torbida, un desiderio di dominio mascherato da una disponibilità a farsi comandare.
Marie la strabica è uno dei romanzi più psicologici di Simenon giocato sull’ambivalenza del carattere dei due personaggi. Un’ambivalenza che crea un rapporto forte e allo stesso tempo torbido tra due donne così diverse fra loro per fisicità e carattere. Marie dipende da Sylvie, è attratta dalla sua personalità carismatica e dalla sua bellezza, probabilmente quest’attrazione ha qualcosa di più profondo ma darle un nome per la giovane sarebbe devastante.
La grandezza di Simenon sta però nel riuscire a creare una corrente continua fra i due personaggi che s’attraggono e s’allontanano raccontando con grande capacità psicologica tutte le sfumature che li rendono unici.
Nello svolgersi della narrazione debolezze e punti di forza di entrambe verranno alla luce in un gioco ambiguo e a tratti inquietante. In questa nuova Commedia Umana la quotidianità acquista un fascino che mai penseremo potesse esistere. Il rapporto che Georges Simenon coltivò con le donne della sua vita fu difficile e tormentato, quello che ebbe con la madre addirittura devastante. In realtà Simenon, uomo di tutti gli eccessi, fu un formidabile amatore: era noto per aver “amato” almeno diecimila donne, di ogni razza, religione, educazione ed estrazione sociale. L’indomabile appetito sessuale di Simenon sopiva il suo invincibile bisogno di unione con l’universo femminile. Tutto ciò non sottintende comunque una concezione negativa delle donne o il considerarle mera fonte di piacere; nei suoi romanzi raramente descrive momenti di intensa passione erotica. Il rispetto e la considerazione che lo scrittore coltiva per il mondo femminile si comprendono ancor di più quando le donne diventano indiscutibili protagoniste dei suoi romanzi. È il caso anche di Marie la strabica nel quale la brutta, goffa e ignorante Marie che dovrebbe fare da spalla alla bella, provocante e astuta Sylvie diventa la regina indiscussa del romanzo.
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Con una scrittura fluida e densa Simenon riesce a raccontare l’animo umano, ma soprattutto la psiche femminile nei suoi aspetti più profondi analizzando i comportamenti e le leggi morali che guidano i personaggi creando un congegno narrativo di raffinata perfezione e bellezza.
Per la prima foto, copyright: Roberto Nickson su Unsplash.
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