Un delitto alla Scala di Milano raccontato da Franco Pulcini
La casa editrice Ponte alle Grazie ha da poco pubblicato un giallo estremamente interessante. Si tratta dell’ultimo libro di Franco Pulcini, non uno scrittore qualsiasi, bensì professore di Storia della musica al Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano e Direttore editoriale del Teatro alla Scala. Ed è proprio nel teatro più famoso al mondo, nel tempio della musica lirica, che egli ambienta le cupe ed enigmatiche vicende del suo nuovo romanzo: Delitto alla Scala.
L’idea di per sé è splendida e affascinerà molti lettori, appassionati di romanzi gialli e non solo. A un mese dalla Prima della Scala, su un balcone del celebre Teatro viene assassinato proprio il direttore d’orchestra. Un omicidio misterioso e dai tratti rituali inquietanti che mette in dubbio la stessa realizzazione dell’evento della Prima alla Scala. L’opera che dovrà andare in scena il 7 dicembre per l’occasione è l’Arianna di Claudio Monteverdi. Lo spartito dell’opera, considerato perduto da secoli, è stato incredibilmente ritrovato ma il manoscritto, pieno di errori e pagine mancanti, sembra alimentare troppi dubbi sulla sua autenticità.
Cosa si nasconde dietro l’efferato delitto? Il ritrovamento del manoscritto ha a che fare con la tragica fine del giovane direttore d’orchestra? Il movente sarà forse una vendetta tra musicisti rivali o è di natura passionale? Sono davvero tante le piste da seguire, come altrettanto numerosa è la schiera dei sospettati. A indagare sul tremendo fatto di sangue è Abdul Calì, commissario arabo-siciliano dai modi schietti e risoluti che, districandosi tra dicerie, inganni e reticenze che alimentano la vita brulicante e intricata della Scala, cercherà non senza difficoltà di risolvere il caso.
L’autore di questa storia è un musicologo, saggista e scrittore molto noto negli ambienti della musica lirica, ma poco conosciuto al grande pubblico. Per chi si intende di opera lirica, suoi sono gli importanti studi sul compositore ceco Leóš Janáček e sul compositore e pianista russo Dmitrij Šostakovič e da alcuni anni, Pulcini ha dato prova di essere anche un promettente scrittore di gialli. Pur avendo già pubblicato due eBook (Il maltempo dell’amore, 2013 e Lei è una grande, 2015), possiamo considerare la storia pubblicata per Ponte alle Grazie la sua prima grande prova da giallista. Il suo esordio su carta in qualità di narratore.
Il giallo di Pulcini, bisogna dirlo, è ben pensato. L’idea di avvolgere la Scala di Milano nell’atmosfera noir di un poliziesco, le dinamiche tra i personaggi e il susseguirsi di colpi di scena e cambiamenti di rotta rendono il romanzo molto intrigante e incuriosiscono il lettore. Peccato, però, che in alcuni punti la scrittura risulti troppo lenta e articolata. Molti i casi in cui i dialoghi mancano di naturalezza e talvolta gli inserti descrittivi rischiano di distogliere l’attenzione del lettore dalle azioni principali della storia.
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In compenso c’è la figura del commissario Abdul Calì che è davvero ben strutturata e realistica. I suoi difetti, le incertezze e il suo non essere molto politically correct lo rendono un uomo vero, uno di quei poliziotti che è facile incontrare nelle strade di una grande metropoli italiana. Per il suo carattere scontroso e cinico, Abdul Calì può riallacciarsi al genere del poliziotto burbero ma in fondo buono e di talento a cui tanti lettori di gialli sono abituati. Questo è ad esempio il caso di personaggi del calibro di Rocco Schiavone, vicequestore di polizia nato dalla penna di Antonio Manzini, o di Salvo Montalbano, celeberrimo commissario protagonista di più di trenta storie scritte da Andrea Camilleri.
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Nel complesso la lettura di questo romanzo è piacevole e non delude gli appassionati di gialli che ritroveranno molti elementi tipici della narrazione poliziesca. Inoltre un plauso va anche al modo in cui Pulcini conduce il lettore nel mondo della lirica e nei luoghi più reconditi della Scala di Milano. Ogni personaggio che orbita intorno al suo microcosmo ci rivela nelle parole di Pulcini qualcosa di inaspettato su un teatro che da secoli attira su di sé gli occhi di tutto il mondo. Di certo molto difficilmente vi ricapiterà di vedere la Scala sotto questa luce.
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