Un brindisi al mondo che ci esclude. La storia di Stephen ed Elinor
Fandango Libri prosegue con la pubblicazione dell'opera di Radclyffe Hall, con Al mondo, tradotto da Claudio Marrucci, romanzo inedito, incompiuto, precursore del capolavoro Il pozzo della solitudine. Quando uscì, nel 1928, Il pozzo della solitudine suscitò un forte scandalo, l’autrice fu accusata di oscenità e il libro messo al bando nel Regno Unito. Difatti tratta di una donna che ama un’altra donna. Per questa ragione la società la emargina e condanna mentre le sue ambizioni la spingerebbero verso il successo. Il pozzo della solitudine fu una delle prime opere introduttive della letteratura gay e per questo divenne un classico. La stessa scrittrice Radclyffe Hall fu una laboriosa esponente della cultura europea dei primi anni del ‘900 decisamente fuori dai luoghi comuni del tempo e dalle convenzioni sociali.
La Hall nel romanzo Al mondo ci racconta le vite di due personaggi, Elinor e Stephen, due figure ai margini della società, che non rispondono alle aspettative del mondo e ricercano se stessi e il loro destino. Al mondo ci mostra la fine di una tormentata epoca caratterizzata da tanti conformismi che la prima guerra mondiale spazza via lasciando l'illusione o la capacità di potersi ricostruire:
«Quando nell'estate del 1914 il riflettore della Guerra illuminò l'Europa, qualcuno cominciò a guardare all'umanità nel suo insieme e, con lo sguardo occupato in quella visione, perse di vista se stesso. Altri, invece – tra loro c'era Stephen Winter –, ebbero l'impressione che il riflettore puntasse dritto sul loro modo di essere, e sugli angoli oscuri e finora inosservati della loro placida vita quotidiana.»
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All'inizio la guerra porta energia selvaggia, confusione, e la terribile determinazione di sorridere ad ogni costo; di prendere tutto con leggerezza, nonostante il sentore del disastro. La guerra è
«Un orrore con il quale andare a dormire, un orrore di fronte a cui aprire gli occhi; un senso di angoscia al risveglio: “Cosa c'è? Cosa è successo? Ah, sì, già, la guerra”. E quindi vestirsi, e poi un altro giorno da affrontare. Colazione, i giornali del mattino, tutto poco familiare, per quel continuo, sordo orrore. Nomi, piccoli nomi stampati a caratteri minuscoli, decine di nomi, centinaia di nomi, riempivano colonne intere, come un elenco del telefono. Caffè, uova e pancetta e quei nomi stampati piccolissimi...»
Ma poi la vita va avanti e la guerra si protrae. La gente si abitua. E non è più la guerra a sembrare strana ma i pochi momenti di serenità. Resta però «una corrente sotterranea di tensione, una feroce, amara rassegnazione.»
Stephen è un bancario insoddisfatto, un uomo marginale che nutre nel suo animo un forte desiderio di rendersi partecipe agli eventi mondiali che lo circondano ma non se lo può permettere a causa dell'asma che lo tormenta. Questo lo porta sempre di più a vivere ai confini della società e a covare nel suo sé una sveviana frustrazione e inettitudine: come Zeno Cosini subisce la consapevolezza del fallimento, l'inadeguatezza all'esistenza e la totale imprevidibilità degli eventi.
Il personaggio dell'inetto è tipico del Decadentismo e ricorre frequentemente nella letteratura di questi anni non solo con Svevo, ma anche con D'Annunzio e Pirandello.
Stephen di continuo riflette sulla sua impotenza:
«Grandi azioni, grandi aspirazioni, grande dare e grande avere, grande benessere, e forse grandi peccati; ma grande, questo era il punto, sia nel bene che nel male; lui invece era rimasto tremendamente piccolo. Iniziò a pensare a se stesso come ad un pigmeo in un mondo di giganti; un minuscolo pigmeo macchiato d'inchiostro, uno zimbello, o ancora peggio, un essere da compatire.»
Ma poi Sthephen a suo modo si riscatta reinventandosi più virile di ciò che in realtà sia. Vende il suo piccolo patrimonio e si imbarca sulla nave da crociera Hellas dove incontrerà Elinor Lee, una donna assetata di potere ma che, in quanto femmina, è potuta soltanto permanere nelle retrovie.
Per Elinor e Stephen, inizia il viaggio verso la consapevolezza delle nuove opportunità. E Stephen brinderà “Al mondo!”, esclamazione che dà il titolo al romanzo, e alle sue nuove opportunità sfidando la sua intrinseca debolezza:
«Fece il suo brindisi in modo deciso, persino un po' aggressivo, una specie di sfida nata dalla sua debolezza. “Signore e signori” disse a voce ben alta e arrossendo parecchio, “signore e signori, al mondo!”»
Elinor e Stephen sono in qualche modo felici di aver lasciato a terra le precedenti vite, due mendicanti d'amore, propensi a farsi conquistare da nuove prospettive, nonostante i reciproci limiti e debolezze possono ambire ad un destino diverso e inaspettato. Un uomo, una donna ed un viaggio alla scoperta di nuove possibilità lasciandosi alle spalle il tramonto di sangue della prima guerra mondiale.
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Al mondo di Radclyffe Hall rappresenta un’occasione per il lettore per entrare nell'atmosfera inquieta che caratterizzava il passaggio tra la prima e la seconda guerra mondiale. Un clima che fu così ben interpretato anche in pittura ad esempio da Corcos, Toulouse-Lautrec o da Giovanni Boldini con le sue muse dai nervi a pezzi e affaticate da quel tormentato secolo. Un romanzo da leggere cercando di entrare un quel flebile raggio di luce che è la vita di ElinoreStephenestranei alla smagliante e potente luce del mondo che li esclude.
Per la prima foto, copyright: Eric Ward.
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