Umberto Saba: danneggiata la statua a Trieste
Se ne fa poco, ormai, di un bastone, Umberto Saba.
Il poeta triestino, nato 130 anni fa e morto nel 1957 ormai vive solo nei ricordi, nei suoi libri, e nei pensieri dei pochi che restano ancora in vita tra quelli che lo hanno conosciuto. Per tutti gli altri, per chi non l’ha conosciuto e magari non ha letto neanche una riga dei suoi versi, c’è una statua, a Trieste, che lo raffigura intento a passeggiare, come in delle sue più famose poesie, per le vie cittadine.
Ma da qualche giorno la statua è senza il bastone. Inizialmente si è parlato di un atto di vandalismo, che non è neppure una novità per Trieste (come per qualunque altra città, d’altronde) e neppure per la statua di Saba. Poco meno di 10 anni fa, infatti, a neanche un mese dalla posa della statua nella centrale via Dante, qualcuno aveva sottratto la pipa. Ora qualcun altro l’ha privata del bastone.
A distanza di un paio di giorni i giornali locali scovano testimoni e chiariscono il mistero. A danneggiare la statua sarebbe stato un bambino, 3 o 4 anni al massimo, che mentre passava di lì con la mamma si è aggrappato alla scultura spezzandone un pezzo.
Ma il sollievo dei giornali locali, che sfoggiano titoli liberatori quasi a far credere di essere felici che non si tratta di vandali, lascia spazio a una riflessione amara.
La madre del piccolo, infatti, accortasi del danno causato dal figlio, ha preferito allontanarsi velocemente da via Dante piuttosto che cercare di rimediare, quantomeno a parole, al gesto del figlio. Se un bimbo di 4 anni non ha colpe, e così è giusto che sia, stupisce che una madre, che ha il compito sì di tutelare, ma anche di educare il figlio, abbia preferito fuggire piuttosto che assumersi una responsabilità. Un gesto che dimostra solo come un cuore vandalico sia custodito anche dentro al petto delle persone cosiddette normali.
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Viene quasi da dire: a questo punto, meglio i vandali. Da loro ti aspetti, di tanto in tanto, qualche bravata; come un anno e mezzo fa, quando hanno versato un barattolo di vernice rossa sulla testa della statua di Svevo, in piazza Ortis. Ma da una mamma con bimbo no. Soprattutto, ci si aspetta che una mamma con bimbo dia il buon esempio, per prima cosa al proprio figlio.
Invece no. Se il bimbo, involontariamente (e come potrebbe essere altrimenti, a 4 anni?), fa un danno, la mamma lo educa a scappare, a far finta di niente, ché tanto poi qualcun altro provvederà e a pagare, semmai, sarà la collettività.
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