Twitter sta morendo per alcune precise ragioni che vi spieghiamo
Tra poco Twitter non esisterà più, Twitter sta morendo per alcune precise ragioni che vi spieghiamo, perché il social dell'uccellino azzurro si avvia a cambiare talmente tanto che a breve non sarà più quello che abbiamo finora conosciuto. Twitter sta per rifarsi il lifting in modo da assomigliare sempre di più a Facebook.
Un cambiamento necessario per sopravvivere (o almeno provare a farlo) visto che Twitter da tempo ormai non cresce più (solo un +3% nell'ultimo trimestre, poco più di 300 milioni totali), visto che vale sempre meno (10 miliardi di dollari, contro i 40 che aveva raggiunto nel 2013; oggi le azioni Twitter sono al minimo storico) e visto che altri social, cambiando, qualche risultato l'hanno ottenuto. Intanto Twitter ha dovuto lasciare a casa quasi il 10% della sua forza lavoro, tra cui quale top manager.
Cosa succederà dunque a Twitter?
Succederà che dovrà adeguarsi al “mercato”, trovare il modo di tornare attraente come un tempo, e in un mondo, come quello virtuale, dove l'unico modo per farlo è fuggire la noia, cambiare continuamente e offrire sempre qualcosa di nuovo, non può che farlo se non, appunto, cambiando pelle. Di fronte a tutto ciò, nei giorni scorsi, la mobilitazione è stata tanta che, di fronte al rischio di perdere, o far disaffezionare, migliaia (o milioni) di utenti storici in un periodo già così critico, i vertici di Twitter hanno deciso che il cambiamento avverrà, ma più lentamente. Quella scorsa è stata, così, una settimana di smentite e di poche parziali conferme per contrastare le cassandre che si erano radunate attorno all'hashtag #RipTwitter.
È stato lo stesso Ceo di Twitter, Jack Dorsey, a smentire che un logaritmo cambierà le priorità di visualizzazione dei tweet. E all'avvio della presunta rivoluzione, il 10 febbraio scorso, le voci che preannunciavano un Twitter in stile Facebook si sono rivelate dunque infondate. Una modifica c'è stata, ora ad ogni collegamento a Twitter vengono mostrati i tweet più in linea con i propri interessi (come accade con i post su Facebook), ma si tratta di un’opzione, e per chi non la apprezza c'è comunque la possibilità di tornare al passato.
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Gli altri cambiamenti.
Ma non è questa l'unica modifica che si preannuncia, per Twitter. Da tempo si vocifera infatti anche un ampliamento del limite di 140 caratteri attualmente in vigore per i post (non per niente definiti tweet, cinguettii, appunto) sin forse a 10mila. Una maniera, questo sì, per perdere un aspetto caratterizzante del microblogging, che sin dalla sua nascita, nel 2006, è stato apprezzato anche per questa “forte” limitazione che impedisce, almeno fin che dura, lo sproloquio, a favore di parole più pesate e calibrate con attenzione.
Un’innovazione continua.
D'altronde, come si ragionava più sopra, le novità devono essere il pane quotidiano di chi lavora in rete, soprattutto con i social. Ecco che proprio Twitter fin dall'inizio è stato protagonista della nascita degli “hashtag” (nel 2007, “copiati” da Facebook nel 2013), dei trending topics (i tweet di maggior successo sul social) e dei trending topic localization (i tweet di maggior successo sul social in un determinato Paese). Ma nel tempo Twitter ha saputo anche rinnovare la sua interfaccia e persino il suo logo (nel 2010, 4 anni dopo la sua nascita).
Come dire: Twitter cambierà, magari lentamente ma cambierà. Perché l'ha sempre fatto e perché glielo chiede il mercato. Magari cambierà più lentamente, ma il social di microblogging così come lo conosciamo oggi ha un modello non più sostenibile. Ecco le ragioni per cui siamo convinti che Twitter stia morendo.
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