Tutto per il Petrolio
Prima di morire ammazzato, Pasolini stava scrivendo un romanzo dalle proporzioni morali immense, il cui titolo, guarda un po’, è Petrolio.
Petrolio è la parola, il tema, l’argomento che torna ripetutamente sulle cronache italiane di queste ultime settimane. Il nostro Paese vive una condanna perenne: non avere adeguate risorse fossili e non riuscire a investire sulle rinnovabili, a cui si aggiunge la corruzione, che sempre sta nelle transazioni petrolifere italiane. In questa stretta mortale vive soprattutto il Sud, quello che detiene qualche giacimento e che si svende al peggior offerente in cambio di qualche spicciolo. Ma il petrolio non è soltanto lo scandalo Tempa Rossa, è pure il movente dell’ambiguità egiziana verso la ricerca degli assassini di Giulio Regeni. Anche lì, in Egitto, c’è combustibile e c’è l’Eni.
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Sembra di assistere a un film ambientato ai tempi di Enrico Mattei, della guerra tra Petrolmonarchie e Usa, quando invece siamo nella provinciale Italia del nuovo millennio, nella silenziosa e mafiosa Lucania, nell’oscuro e truculento Egitto di Al Sisi e del suo feroce Ministro dell’Interno. Questo sceneggiato ha tutti gli elementi che, se ben sistemati, raccontano la nuova fase italiana: la ricerca di guadagni certi, attraverso la compiacenza di un ministro, a discapito della salute ambientale del Paese; il mantenimento di partnership economiche rilevanti a discapito del rispetto dei diritti umani.
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Il Petrolio non è il fine, ma lo strumento che consente il mantenimento dei consensi, i guadagni delle imprese truffaldine e i buoni rapporti commerciali con la dittatura egiziana.
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Grazie alla sua liquidità, che tanto assomiglia al sangue di Regeni e dei 396 martiri del nuovo corso egiziano, il Petrolio scorre nelle nostre discussioni quotidiane, diventa assurdamente protagonista di un’epoca, quella post-industriale, che dovrebbe aver chiuso da tempo con questo combustibile assassino. E invece, grandezza del Petrolio!, la sua leadership energetica si riafferma indiscussa nella porzione più sottosviluppata d’Europa, l’Italia, arrivando a minacciare la necessità dei referendum contro le trivellazioni. Tutto si tiene, tutto per il Petrolio, tutto insieme verso un disastroso epilogo: il crollo definitivo di qualunque sostenibilità morale e ambientale.
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