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Tre giorni per imparare a parlare di te stesso

Tre giorni per imparare a parlare di te stessoParlare di sé può sembrare facile, in realtà è una delle cose più difficili da fare non solo nella scrittura, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Ed è per questo che ad Anghiari è sorto il Festival dell’Autobiografia, che giunge quest’anno alla settima edizione. Un festival che s’inserisce in un progetto più ampio che affonda le sue radici nel 1998, quando Duccio Demetrio e Saverio Tutino fondarono la Libera Università dell’Autobiografia.

Tema dell’edizione 2017 del Festival, che si terrà ad Anghiari (Arezzo) da venerdì 1 a domenica 3 settembre 2017, è “I dove della vita. Luoghi e non luoghi”.

Si parlerà, come rendono noto gli organizzatori, dei dove della vita, dei tanti luoghi e non luoghi che accompagnano il percorso personale di ognuno di noi. Come racconta il direttore scientifico Duccio Demetrio: «Scrivere e raccontare dei luoghi e non-luoghi (mancati, mai visitati, ancora possibili), è una tra le più esaltanti esperienze umane e soggettive che l’esistenza possa offrirci. La scrittura di sé non soltanto evoca i luoghi della nostra memoria. La scrittura è essa stessa luogo».

Tra gli ospiti, Mauro Covacich e Alberto Rollo che, con i loro libri La città interiore (La Nave di Teseo) e Un’educazione milanese (Manni), animeranno, insieme al giornalista e scrittore Alessandro Zaccuri, l’incontro “I dove dell’educazione”.

 

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Dei luoghi fisici di oggi, rurali e metropolitani (campagne, pianure, montagne e città) si parlerà nella maratona notturna con Gilberto Bettinelli, Ludovica Danieli, Ivana De Toni, Umberto Maiocchi, Lucia Portis, e grazie all’incontro “Città e altri spazi” con Renzo Riboldazzi, Laura Falqui, Gian Paolo Nuvolati, Francesco Vidotto. E poi ci sono i luoghi di ieri, ormai lontani nel nostro immaginario collettivo, come la trincea o la miniera, ricordati da Anna Maria Pedretti, Claudio Rigon, Mario Gasparini, Fiorenza Mannucci e Roberto Marchesini.

Il programma 2017 del Festival dell’Autobiografia non trascura e accoglie i luoghi “altri”: quelli della migrazione, delle disabilità, della reclusione, dei confini. Nell’incontro “In cella” verrà raccontata l’esperienza di poeti e autobiografi dell’Istituto penitenziario di Milano Opera, e Angelo Ferrarini presenterà Per qualche metro e un po’ d’amore in più, il progetto finanziato dal crowdfunding che raccoglie 207 testi provenienti da oltre 60 carceri italiane e una ventina di scuole superiori. Al concetto di identità sono dedicati i due incontri del sabato “Migrazioni, luoghi, appartenenze” e “Gli altrove”, mentre “Dis-luoghi” è il titolo dell’appuntamento sulla scrittura nella disabilità.

Tre giorni per imparare a parlare di te stesso

Luoghi immaginari e reali, di ieri e di oggi, spazi infiniti e dai confini chiusi, dunque, che attraverso la scrittura vengono rievocati, narrati o anche semplicemente compresi, come si dirà nella tavola rotonda “Lo spazio vissuto nel pensiero autobiografico” con Micaela Castiglioni, Stefano Ferrari, Fabrizio Scrivanoe in quella “Realtà e finzione in autobiografia” con Gian Luca Barbieri, Duccio Demetrio, Alessandro Zaccuri. Nella giornata di domenica ci sarà anche l’occasione per il conferimento del “Premio Città dell’Autobiografia” a Maurizio Maggiani per “La zecca e la rosa” e il conferimento del diploma ad honorem in econarrazione a Franco Arminio, scrittore e paesologo, per il suo impegno civile e culturale in difesa dei territori.

 

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Un’ospite d’eccezione quest’anno è Paola Gassman: l’attrice teatrale, figlia di Vittorio Gassman e Nora Ricci, domenica 3 settembre racconta la propria storia personale e presenta il libro autobiografico Una grande famiglia dietro le spalle (Marsilio, 2007), chiudendo così la settima edizione.

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