Tra le pieghe dell’animo umano. “Moon. 50 anni dall’allunaggio” a cura di Divier Nelli
«Non so se ci sono uomini sulla Luna, ma se ce ne sono, di sicuro usano la Terra come manicomio».
George Bernard Shaw
Quest’anno ricorrono i cinquant’anni dallo sbarco del primo uomo sulla luna. Il 20 luglio 1969 mentre Michael Collins controllava il modulo di comando Columbia, Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, e Buzz Aldrin camminarono per la prima volta sulla superficie lunare. Dopo dieci tentativi falliti e un logorante braccio di ferro tra Unione Sovietica e Stati Uniti, gli americani riuscirono a compiere l’allunaggio.
Per celebrare l’evento è stata organizzata a Torino la Moon Week, una settimana di appuntamenti, dal 15 al 20 luglio, con incontri, musica, osservazioni al telescopio e la replica della diretta tv che quella sera inchiodò davanti allo schermo milioni di telespettatori.
In occasione dell’anniversario, l’insegnante e scrittore Divier Nelli ha riunito undici autori (Leonardo Gori, Giulio Leoni, Mariano Sabatini, Giada Trebeschi, Stefano Fazzi, Monica Campolo, Fabiana Catani, Paolo Miniussi, Vittorio Simonelli, Manuela Bertuccelli e Divier Nelli) e le loro storie, nell’antologiaMoon(Liscianigiochi).
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I racconti presenti nella raccolta sono di varia natura. Si va dal grottesco all’intimista senza che l’integrità ne sia corrotta. Lo scavo che gli autori fanno tra le pieghe dell’animo umano è il fil rouge invisibile che collega tutte le storie tanto da rendere anche quelle più fantasiose immediatamente comprensibili e vicine.
La raccolta è aperta dall’Introduzione di Tito Stagno che nel ’69 commentò, insieme a Ruggero Orlando, l’allunaggio dell’Apollo 11.
«Dalla diretta televisiva di quell’estate lontana arrivarono immagini in bianco e nero ancora vive nella memoria di migliaia e migliaia di donne e di uomini. Lo sbarco sulla Luna è l’evento storico che più ha colpito l’immaginazione della gente; tanto da non farci pensare subito ad altri fatti di rilievo accaduti nel 1969, come l’arrivo della legge sul divorzio, l’esplosione dell’autunno caldo nelle fabbriche, la strage di piazza Fontana a Milano».
Lo sbarco sulla Luna fu l’evento che meglio si inscrisse nella mente delle persone perché ne reinventò l’immaginario e, con quella bandierina sulla superficie lunare, spostò i confini di ciò che fino ad allora era stato creduto impossibile. Inoltre, come ricorda il piccolo protagonista de Il ladro del ‘69, significò “esserci”.
Ma cosa si fu disposti a fare per “esserci”?
Nella raccolta di Divier Nelli sembra che la Luna, con la stessa forza gravitazionale con cui solleva le maree, abbia rivelato le asprezze, le oscurità e i desideri dell’animo umano. Dei protagonisti viene mostrata l’avidità, l’opportunismo e la cieca fiducia agli ordini.
È chiaro, leggendo questi racconti, che dopo cinquant’anni dall’allunaggio la domanda non è più se l’uomo sia stato o meno sulla luna (anche se i due racconti complottisti aprono e chiudono la raccolta) ma perché avrebbe così tanto voluto arrivarci.
«Hai visto cosa sta succedendo, in tutto il mondo? Hai visto gli studenti, gli operai nelle fabbriche…»
«Il mio papà urla sempre, quando vede quelle cose.»
«Perché credi che lo sbarco sulla Luna sia così importante?»
Il bambino inghiottì a vuoto. Non sapeva cosa rispondere, era una domanda troppo difficile per lui. […]
«Nulla sarà più come prima […]. Cercherai di comprendere, non negherai più le cose che a prima vista non capisci».
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Se non tutti i racconti sono propriamente riusciti, Moon è comunque una raccolta da leggere. Tra tutti, a mio avviso, spicca La verità del curatore della raccolta.
Alla fine della lettura penso comunque che tutte queste storie siano preziose perché fanno luce sul lato più oscuro di noi ed è curioso che sia stato l’anniversario dell’allunaggio a farlo emergere. Questi racconti ci ricordano che se pur dolce una menzogna è sempre pericolosa.
Mi dica una cosa. Perché vuole che il mondo smetta di sognare? Perché dargli una delusione? Il primo allunaggio è di nuovo una realtà inattaccabile. Nessuno potrà più cambiare la storia.
Farete altrettanto per il primo sbarco su Marte?
L’uomo sorrise, Chi può saperlo? E se ne andò.
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