Torna Roberto Ippolito con “Abusivi. La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani”
È arrivato nelle librerie italiane da alcune settimane Abusivi. La realtà che non vediamo. Genio e sregolatezza degli italiani del giornalista e scrittore Roberto Ippolito, pubblicato con Chiarelettere. Dopo il successo di Ignoranti. L’Italia che non sa. L’Italia che non va, il giornalista romano torna alla carica, mettendo di nuovo alla berlina, dati alla mano, l’ennesima sciagura del nostro Paese.
Come lo stesso Ippolito riporta, «la fantasia non fa difetto all’infinito abusivismo italiano» e questa frase lapidaria fotografa con lucidità estrema il senso di questa pubblicazione. L’abusivismo è una piaga dilagante e strisciante a ogni livello e in ogni contesto: si salvi chi può dal lungo elenco delle professioni e dalle attività abusive che sono state censite. Qualcuno potrebbe obiettare che queste cose si sanno già e dire che non è una grande scoperta. Forse. Ma sono proprio il disinteresse, l’indifferenza, la superficialità e l’accondiscendenza che fanno proliferare indisturbati questi fenomeni, alcuni dei quali molto pericolosi perché minano la salute di migliaia di cittadini ignari e incauti, attratti dal miraggio di risparmiare qualche euro.
L’abusivismo, spiega Ippolito, muove un giro di affari di 42 miliardi di euro, alimentando le piaghe dell’evasione fiscale e del lavoro nero: dalla ristorazione alla gestione dei rifiuti, dalla pubblicità all’estetica e benessere, dagli agriturismi all’edilizia. L’abusivismo solo marginalmente tocca l’immigrazione, a dimostrazione che si tratta di una “peculiarità” cui gli italiani si dedicano con tenacia, con passione, per dirla con le parole dello stesso libro di Ippolito, «con genio e sregolatezza». Proviamo a portare alla luce del sole questo fenomeno con Roberto Ippolito.
Può commentare una frase riportata all’inizio del libro «Questo libro è troppo»? Una reazione emotiva?
No, non ho avuto alcuna reazione emotiva. Le mie parole descrivono purtroppo lo sconforto provato per la quantità di attività e comportamenti abusivi in cui mi sono imbattuto. Ho vissuto una situazione paradossale: in teoria dovevo essere contento per gli innumerevoli episodi che potevo ricostruire per descrivere il triste fenomeno dell’abusivismo e quindi per scrivere il libro. Ma mi sono sentito schiacciato, soverchiato da così tanti casi, amareggiato. La violazione delle regole è capillare, senza limiti, senza pudore. Non si può non soffrire per questo.
È stato difficile raccogliere dati e informazioni?
L’eccezionale quantità di episodi che ho ricostruito ha moltiplicato tutti i tipi di controlli. In qualche occasione non è stato agevole trovare dati precisi e affidabili, ma è normale per un libro come il mio.
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Dopo averne lette e viste tante, che cosa ha dedotto? È l’occasione che fa l’uomo “abusivo” o c’è una generale insofferenza al rispetto delle leggi in Italia?
Non è bello dirlo, ma l’unica regola di cui prendere atto è l’allergia alle regole. È un’allergia tutta italiana. Proviamo fastidio per le regole anche quando, per esempio, è assolutamente evidente, la loro esistenza per la tutela della salute. Non comprendiamo che un panettiere abusivo non è un furbo che le aggira ed evita i controlli, ma una persona che senza le verifiche sanitarie non garantisce la sicurezza alimentare.
Nel sottotitolo leggiamo «Genio e sregolatezza degli Italiani»: l’attività abusiva più innovativa?
La vera, spaventosa innovazione è l’estensione dell’abusivismo in tutti i campi. Ci sono psicologi abusivi e li racconto, veterinari abusivi e li segnalo, medici abusivi e ne parlo, agenti immobiliari abusivi, meccanici abusivi, parrucchieri abusivi, estetisti abusivi, eccetera eccetera. Ho trovato distributori di benzina abusivi. Ho scoperto dentista padre abusivo e dentista figlio abusivo nello stesso studio: ci tramandiamo da una generazione all’altra anche l’illegalità.
Da Nord a Sud l’abusivismo è presente in tantissimi settori: quale, a suo giudizio, la pratica abusiva più grave che ha rilevato nella stesura del libro?
È impossibile compilare la graduatoria della gravità dell’abusivismo. In alcuni casi è in gioco la salute, per esempio con i fisioterapisti abusivi. In altri è in ballo la sicurezza alimentare, per esempio con i macelli abusivi o con i carciofi cotti venduti senza controllo per strada. In altri è in pericolo il territorio, per esempio con la costruzione di strade abusive e la deviazione abusiva di un torrente. Con le discariche abusive soffre il paesaggio oltre a essere minacciata la salute. Con le sale giochi abusive si fanno sbandare i ragazzi oltre agli adulti. E poi c’è concorrenza sleale e c’è tanto lavoro nero, anzi un’enormità di lavoro nero. E c’è un’enormità di evasione fiscale che si registra in tutti i settori.
Come fa il cittadino comune a difendersi dall’abusivismo e a combatterlo?
Non è facile difendersi. Ma un prezzo troppo basso può farci capire che qualcosa non va e invitarci alla cautela nella scelta di un professionista o di un fornitore. Poi è importante negare qualunque forma di consenso alle irregolarità.
Gli Italiani sono un popolo di poeti, santi, navigatori, ma anche di Evasori, Ignoranti e Abusivi: dove la porterà la prossima indagine?
Ho ancora bisogno di tempo per riprendermi dopo quanto ho raccontato. Per ognuno di noi è importante guardare in faccia la realtà: farlo significa amare noi stessi, amare l’Italia.
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