Torna nelle sale “La morte corre sul fiume” di Charles Laughton
La morte corre sul fiume verrà riproposto al cinema dal prossimo 7 novembre, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Il titolo è stato inserito nel ricco calendario de «Il cinema ritrovato», che nei mesi scorsi ha presentato capolavori come I cancelli del cielo di Michael Cimino o Freaks di Tod Browning.
Vale la pena di recuperare questo piccolo gioiellino cinematografico di Charles Laughton, tratto da The night of the hunter di Davis Grubb, pubblicato in Italia da Adelphi, con il titolo La morte corre sul fiume, appunto. Il personaggio di Harry Powell è «lo psicopatico più seducente e abominevole che si ricordi»: l'uomo ha quattro lettere tatuate sulle dita della mano sinistra (“hate”) e quattro su quelle della destra (“love”). Il suo volto sullo schermo fu quello di Robert Mitchum, in una delle sue più memorabili interpretazioni (un'altra fu ne Il promontorio della paura, dove l'attore vestì i panni del sadico Max Cady).
Fortemente influenzata dal Cinema Espressionista Tedesco (soprattutto nell'uso delle luci), la pellicola è ambientata nel sud degli Stati Uniti. Tutto inizia con il predicatore Powell rinchiuso in prigione, insieme a Ben Harper. Quest'ultimo è stato condannato alla pena capitale in seguito a una rapina e alla morte di due uomini: prima di venire arrestato, Harper era riuscito a nascondere il bottino, confessando il nascondiglio solo ai due figli, Pearl e John. Powell riesce a intuire che i due bambini sono i custodi del segreto del padre e, una volta uscito di prigione, riesce a sposare Willa (Shelley Winters), la vedova di Harper, avvicinandosi così pericolosamente a Pearl e John. Willa fa una brutta fine, mentre i ragazzini riescono a fuggire da Powell, il quale, però, non abbandona la caccia.
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La morte corre sul fiume è stato definito una fiaba noir, un film teso e inquietante. Indimenticabile è la scena della morte di Willa, dove il Cinema Espressionista Tedesco venne visivamente citato in maniera importante. I lunghi capelli della donna si confondono con la vegetazione del fiume, nelle cui profondità il cadavere è stato nascosto, legato a un'auto; l'atmosfera delle immagini è irreale, sospesa tra sogno e realtà.
All'uscita nelle sale, a metà degli anni Cinquanta, il film non fu particolarmente apprezzato. Solo in seguito, come spesso accade, l'opera fu rivalutata, diventando un cult per numerosi cinefili. Grazie allo splendido lavoro di conservazione e di restauro compiuto dalla Cineteca di Bologna e dal suo laboratorio, «L'immagine ritrovata», il pubblico potrà godere della visione di un capolavoro assolutamente imperdibile come La morte corre sul fiume di Charles Laughton.
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