Tante vite e una sola città. “Sotto la pioggia” di Pitchaya Sudbanthad
Intrecciare storie diverse, personaggi, trame ed epoche differenti, tenerle assieme attraverso un unico filo sottile che le collega a una casa a Bangkok, è un’impresa ardua. L’esordiente thailandese Pitchaya Sudbanthad però ci riesce in maniera tanto semplice quanto ineguagliabile.
Il fascino orientale della capitale della Thailandia si snoda in un universo di storie che la raccontano attraverso oltre due secoli; un romanzo irrequieto, apparentemente confuso, che intreccia la città alle vite delle persone che nel corso del libro a volte si scontrano, altre semplicemente si sfiorano. Travolte da una narrazione coinvolgente, si trovano e si perdono, legate assieme da folclore e superstizioni, fantasmi e riti funerari; amalgamate e rese eterne, anche se passate, da colori, profumi e sapori di una Krungthep – nome thailandese della capitale il cui significato letterale è “città degli angeli” –che le trasforma nella marea umana che scivola sulle sue strade come le imbarcazioni che scorrono lungo il fiume, come i monsoni che arrivano puntuali e inesorabili.
Desideri migliorare il tuo inedito? Scegli il nostro servizio di Editing
Una donna, un musicista, un medico, un’infermiera, un giovane studente, anziani, operai, immigrati e autoctoni, ogni personaggio ha una sua storia e, attraverso ciascun racconto, magicamente Bangkok prende vita, si anima e si colora.
Rapiti dalla magia delle parole, si riesce a intravedere la città mentre prende forma tra le righe; i grattacieli si innalzano e si stagliano sul cielo d’oriente, i maestosi templi tradizionali, in cui risiede l’animo più antico del buddismo del Levante, reclamano l’attenzione del viandante, così come il caos delle strade o la pace dei villaggi non ancora contaminati dalla scombinata modernità metropolitana. Poi il tempo si spezza, presente, passato e futuro si fondono, i grattacieli si inclinano, le strade si svuotano, l’acqua inghiotte Bangkok e ne restituisce solo rovine; un lamento vacuo aleggia in questa inesorabile evoluzione.
Sotto la pioggia (Fazi, 2021, traduzione di Silvia Castoldi), nominato nel 2019, libro dell’anno dal «New York Times», è il romanzo di esordio di Pitchaya Sudbanthad. Con non celata malinconia, il giovane thailandese plasma la sua città che da Krungthep (città degli angeli) passa a Kerung Nak (città dei fantasmi): da spettatore inerme la vede prosperare e, in un futuro distopico non del tutto irreale, lentamente perire sotto il peso dell’acqua.
«Ci saranno un vasto specchio d’acqua e i frammenti di una città. Ci saranno rovine cadenti che le onde trasformeranno in sabbia. Eppure, nelle giornate riarse dal sole, ci saranno ancora bambini che salteranno dentro le proprie ombre, in quel nuovo mare.»
Non c’è trama in questa straordinaria narrazione, solo vite. I personaggi compaiono per caso, rapiscono il lettore che simpatizza per ciascuno di loro fino a sentirne la mancanza quando scompaiono nel capitolo successivo. Fino a sentirli amici quando rientrano in sordina nel racconto; anche se è passato del tempo, anche se la città è cambiata e lentamente soccombe assieme a loro.
Il romanzo è impregnato di nostalgia e di ricordi, e incarna la storia della capitale tanto cara all’autore che ne tesse le lodi, la esalta e, nello sfondo mutevole del tempo che inesorabilmente scorre, riversa tutte le preoccupazioni per il futuro di una città meravigliosa, impregnata del fascino orientale, che lentamente soccombe alle vicissitudini della vita.
«Un frastuono sopra di lei la costringe ad alzare gli occhi. Vede l’infinità del cepuscolo azzurrino e sereno e la mole alta e scura dell’edificio, ma l’istinto le ordina di coprirsi la testa con le braccia incrociate, voltare le spalle e tenersi pronta».
Vuoi collaborare con noi? Clicca per sapere come fare
Un libro quasi magico che trasporta in Thailandia anche chi non c’è mai stato; capace di rendere familiare ogni anfratto, ogni sapore o profumo che permea la terra e l’aria. Si finisce per simpatizzare per Bangkok, temere per le sue sorti e sentire il dolore e la nostalgia con cui Pitchaya Sudbanthadha scritto ogni parola.
Solo una domanda rimane a mezz’aria e spezza la magia, perché la Casa Editrice non ha lasciato il titolo originale – Bangkok wakes to the rain. Meravigliosa intitolazione che già da sola è in grado di evocare l’intera storia.
Per la prima foto, copyright: Renee Kennedy su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi