“Supernotes” un incontro con Luigi Carletti e l’agente Kasper
Supernotes è il sogno di ogni complottista che si avvera. Tutti coloro che credono che esistano dei poteri occulti o dei servizi segreti deviati dovrebbero leggere il libro edito da Mondadori e scritto da Luigi Carletti in collaborazione con il fantomatico agente Kasper, protagonista reale delle vicende narrate nella storia. Storia che ha sollevato non poche polemiche, a partire dal fatto che è stata messa in discussione la veridicità della vicenda, che l'agente Kasper sostiene di aver vissuto sulla sua pelle.
Storia incredibile, quasi fantapolitica, in cui si parla di servizi segreti che si finanziano attraverso il narcotraffico o la stampa di dollari falsi in grandi quantità nel sud-est asiatico, dove gli “americani” lasciano a morire chi sa troppo nei campi di prigionia in Cambogia, dove il passo dalle stelle alle stalle a volte è dietro l'angolo.
Incontriamo i due autori e da subito ci viene spiegato che non è possibile fare foto, per la sicurezza dell'agente Kasper che ha voluto partecipare all'incontro. «Le foto su internet viaggiano velocemente e noi vorremmo essere sicuri di aver fatto tutto il possibile per tutelarci» ci confermano Carletti e Kasper. La fisicità dell'agente comunica da subito un certo tipo di approccio alla vita: un fisico sportivo, uno sguardo deciso.
«Quella delle supernotes non è una storia nuova, non l'abbiamo tirata fuori noi» ci dicono. Già un giornalista, Klaus W. Bender, aveva parlato in passato di questa pratica adottata da spie americane di far stampare, a quelli che teoricamente sono i loro nemici ideologici, banconote americane che sembrano vere ma non lo sono, per finanziare operazioni che non possono e non devono emergere in documentazioni ufficiali.
A colpire maggiormente i due autori, a margine di tutte le interviste rilasciate, sono senz'altro le domande che non sono state poste e il silenzio dei politici. Nulla di ciò che è stato scritto ha smosso la politica, come se tutto fosse assodato o archiviabile come una bufala sensazionalistica che viene sfruttata per vendere più copie. Nemmeno un piccolo barlume di sana curiosità, qualcosa che si smuova e cerchi prove che confermino o smentiscano la vicenda.
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Forse la storia è troppo grossa, troppo “indigesta” da interiorizzare e da incastrare nella vita di tutti i giorni, ma per l'agente Kasper questa è la normalità e lavorando in certi ambienti si perde il contatto con la realtà quotidiana, si vede il mondo con altri occhi, estrapolando informazioni diverse da quelle che derivano dalle notizie dei giornali e dalla televisione. Arriva a stupirsi persino di come certi teatrini internazionali di presunte minacce e dimostrazioni di potere fra nazioni possano ancora avere un valore o rappresentare un reale pericolo.
Carletti ammette che Kasper è un uomo cambiato. Quando lo conobbe circa vent'anni fa aveva lo sguardo di chi si crede invulnerabile, di chi sa di vivere sempre sulla corsia di sorpasso. Ora, l'esperienza di prigionia ha segnato profondi solchi nello spirito e nel corpo dell'uomo che si è ritrovato spezzato da innumerevoli privazioni e torture.
Alla domanda diretta «Cosa resta da sperare in un mondo dove forze nascoste agiscono con così tanta forza e che possono remare contro di noi?» i due intervistati rispondono che rimane poco da sperare. Ma questo libro in sé racchiude un lieto fine perché, in fondo, Kasper è qui con noi, dopo aver lottato contro quella stessa forza che sembra governare da dietro le quinte.
Dal punto di vista letterario, oltre che essere molto avvincente, si è cercato di farne una operazione verità che potesse avere diversi piani di lettura e che potesse in qualche modo mettere sotto i riflettori una storia scomoda che aveva bisogno di essere raccontata, soprattutto per chi l'ha vissuta, anche con una funzione terapeutica che gli ha permesso di creare qualcosa da un’esperienza così distruttiva.
Ora Kasper sta creando una Onlus che possa aiutare persone che hanno subito lo stesso trauma che ha vissuto in prima persona e i casi in Italia sono meno rari di quello che si possa pensare.
Certo che vedere il mondo con la stessa prospettiva dopo questo incontro è difficile e si può impazzire a pensare a tutte le conseguenze economiche, sociali e politiche che può avere una rivelazione del genere, se fosse verificata e studiata a fondo. Ma il consiglio è di leggere Supernotes tutto di un fiato, che vi stordisca e che vi lasci un segno. Una ferita aperta al mondo che possa farvi percepire ciò che diamo per assodato con un diverso approccio.
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