Sulla comunicazione turistica
Tempo d'estate, tempo anche di turismo, almeno per chi ha avuto la possibilità di prendersi qualche giorno lontano da casa. La scelta della meta si riconduce a informazioni che possiamo spesso reperire sul web, oppure da consigli degli amici e dei famigliari, o ancora al bagaglio di ricordi che magari abbiamo racimolato nel corso degli anni. Già prima della partenza, in ogni caso, ci appare evidente che molte delle bellezze che troveremo in loco sono misteriosamente nascoste ai nostri occhi e alle nostre ricerche; non troviamo tracce di quel monumento di cui ci ha parlato la zia, né riusciamo a reperire informazioni esaustive sul modo di raggiungere l'isola che si trova di fronte al nostro albergo.
Se questo, poi, avviene in una regione che amiamo particolarmente, la sensazione di spaesamento e impotenza diventa anche di fastidio: perché tanta bellezza non viene comunicata in modo consono? Per varie ragioni io amo la Puglia, una regione molto variegata che mi ha sempre fatto sentire a casa e mi ha donato sensazioni e ricordi che consiglio a molti.
Durante la vacanza di quest'anno (potrei chiamarla un "ritorno") prima nel Gargano e poi nella parte centrale della regione (tra Bari e Ostuni) sono stato colpito dall'enorme quantità di eventi organizzati da Comuni, Province, Regione, ma anche da singole associazioni o privati. Un'offerta eccezionale, che spaziava dai concerti con nomi eccellenti della musica a presentazioni letterarie (frequenti, in questo momento, quelle con Luca Bianchini), a personali di pittura. Non solo: la Regione ha predisposto grandi quantità di materiali informativi. Negli uffici turistici, ma anche negli hotel o nelle altre strutture ricettive, è possibile reperire brochure, mappe stradali della regione, piccole guide sulle singole zone (Gargano, Puglia imperiale, Salento, etc), fascicoli con descrizioni accurate delle spiagge, volantini degli eventi. Molto affascinanti, poi, i percorsi e gli eventi legati alle specificità regionali, accuratamente descritti in apposite cartine.
Ma l'ho saputo un po' tardi.
Ovvero, siamo onesti: le locandine c'erano ovunque e non serviva una grande guida o una mente illuminata per leggerle. Però non basta. Il giorno successivo al mio arrivo mi sono recato all'ufficio per il turismo di Vieste, ricavato da una pescheria in disuso ben recuperata e ridonata alla collettività. Il personale all'interno non ha saputo darmi informazioni, se non consigliarmi di prendere e portare con me più volantini possibili. A quanto pare, però, nessuno aveva pensato di dividerli ordinatamente per lingua, e solo a casa mi sono reso conto che delle sei guide che possedevo tre erano in italiano, una in francese e due in tedesco.
Ben diversa l'esperienza a Polignano a Mare. Entrato per chiedere una banale informazione sul modo per raggiungere una spiaggia, l'impiegata allo sportello, dopo avermi fornito le indicazioni di cui avevo bisogno, mi ha chiesto se poteva illustrarmi anche altre iniziative. Incuriosito, mi sono quindi fatto trasportare in un viaggio (purtroppo solo immaginario) all'interno delle molteplici possibilità della regione. Alcune carto-guide informavano, ad esempio, sui percorsi sul gusto (ogni giovedì), sulla natura (ogni venerdì) e sull'arte (ogni sabato) che vengono proposti in varie parti e a cui è possibile accedere gratuitamente. Peccato aver avuto tali notizie solo poche ore prima di ripartire per il Veneto... Stessa cordialità e competenza ho incontrato, per altro, anche a Martina Franca e a Ostuni.
Due considerazioni. Intanto, ho rinnovato il mio amore per la Puglia e ho avuto modo di riscontrare il lavoro che da molte parti si sta facendo per valorizzarne il turismo, creando alternative allettanti nella nostra Italia rispetto ad altre mete, che certo meritano considerazione, ma che forse hanno meno da dire. Di parallelo, ho compreso che l'informazione e la comunicazione, e qui mi riferisco a quella turistica ma lo stesso si può dire in generale per ogni tipo di comunicazione, funziona e assume valore pieno solo in concomitanza di qualcuno che la sappia valorizzare davvero. Il turista è in generale pigro, spesso bombardato da un eccesso di dati che non ha interesse a gestire perché impegnato solo a non pensare per alcuni giorni dopo un anno di lavoro. Organizzare attività ricche e diversificate è di certo un pregio, ma esse rimangono e rimarranno lettera morta se poi non sono accompagnate da una corretta comunicazione per spiegare l'uso dei materiali cartacei proposti.
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