Speciale Campiello Giovani 2016 – Intervista a Sonia Aggio
Nata nel 1995, Sonia Aggio ha deciso di partecipare al Premio Campiello Giovani spinta dalla voglia di mettersi alla prova e confrontarsi con altri ragazzi che, come lei, amano la scrittura.
Moritz Gruber, il racconto che le ha permesso di entrare nella cinquina finalista, è ambientato nella primavera del 1918: Gruber è un soldato austriaco, il quale vede morire i suoi compagni sotto il fuoco dell'aviazione italiana. Per l'uomo arriva il momento della vendetta che, tuttavia, lo lascia confuso, colpevole, vittima di un'infinità di emozioni contrastanti, le stesse provate da milioni di militari nel corso delle più sanguinose guerre della Storia.
Sonia, per prima cosa una curiosità legata al protagonista, Moritz Gruber. È realmente esistito, e per il tuo racconto ti sei basata su documenti e testimonianze storiche, oppure è frutto della tua fantasia? In quest'ultimo caso, che strada hai seguito per costruire questo personaggio?
Moritz è nato per rispondere a una domanda: chi ha abbattuto Francesco Baracca, nella primavera del 1918? Una domanda che è ancora senza risposta. Mi sono detta: “perché non scrivere la storia di un uomo che è rimasto fuori dalla vera Storia?”. Ho scelto nome e cognome sulla base di quelli più utilizzati in Austria. Per l’ambientazione, invece, mi sono affidata ai libri di storia — specialmente quelli universitari — e a Internet.
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La guerra cancella il confine che esiste tra oppressi e oppressori, la distanza tra giusto e sbagliato diventa sempre più debole. In che modo hai sviluppato questa riflessione nel tuo racconto? Quanto pesa e incide sul tuo personaggio questo passaggio da vittima a carnefice?
Diciamo che questo passaggio è il nucleo, lo zoccolo duro del racconto. Per citare De Gregori, la guerra è “solo l’occasione” per narrare il dramma di un ragazzo, che non riesce a superare il senso di colpa, inspiegabile, per una morte che fa parte della guerra. Lui stesso, in un brano, si chiede perché soffra, dato che in tre anni di guerra ha ucciso altri uomini. Si può dire che l’abbattimento di Baracca segna l’apertura di un cerchio di sofferenza che si chiuderà con la morte stessa di Moritz.
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Ci sono dei generi letterari che prediligi, come lettrice e come scrittrice?
Il genere storico, ovviamente, anche se sono molto selettiva a riguardo. Romanzetti rosa e improbabili thriller medievali riempiono gli scaffali, ma non hanno nulla di storico, tranne l’etichetta. Ogni tanto riscopro i classici e la poesia (come lettrice, come scrittrice preferisco la prosa). Non mi fido dei best-sellers e delle grandi operazioni di marketing, sono stata delusa più di una volta. In generale, preferisco scrivere racconti, storici o sovrannaturali. Spesso mi concentro su un solo personaggio, affinché il lettore si identifichi con lui.
Leggo che sei una lettrice e un'ascoltatrice onnivora. Soprattutto, ascolti colonne sonore di serie tv e film per sviluppare il tuo estro creativo nella scrittura. Se dovessi compilare una tua personalissima classifica di cinque libri che ti hanno particolarmente colpita (e magari ispirata) e cinque brani particolarmente stimolanti, cosa ci suggeriresti?
Tra i libri citerei, in ordine sparso: Wolf Hall di Hilary Mantel, Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno (nonostante sia un libro per ragazzi, consigliatissimo anche agli adulti!), Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, Myricae di Giovanni Pascoli. Tra i brani, The Children e Dance of Dragons di Ramin Djawadi (dalla colonna sonora de Il trono di spade), Anne dreams of her childhood e Wolsey commits suicide di Trevor Morris (dalla colonna sonora della serie tv I Tudors), Chevaliers de Sangreal di Hans Zimmer (dalla colonna sonora de Il codice Da Vinci).
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Quali emozioni hai provato quando sei entrata nella cinquina finalista al Premio Campiello Giovani?
Onestamente, quando ho sentito parlare gli altri semifinalisti, ho pensato che il mio racconto fosse troppo banale per poter aspirare alla Cinquina finalista; mi ero quasi rassegnata. Per questo, quando ho riconosciuto le mie parole (per svelare i finalisti vengono letti gli incipit dei racconti, senza far nomi) sono stata doppiamente felice. È stata veramente una grande soddisfazione, il coronamento di un sogno.
Progetti per il futuro? Magari, un romanzo nel cassetto?
Continuerò a scrivere, ma mi piacerebbe pubblicare un libro, un giorno. Sarebbe una grande emozione se le mie parole venissero lette da perfetti sconosciuti, non soltanto dalla mia famiglia e dai miei amici. Ora come ora, però, non mi sento in grado di scrivere un intero romanzo. Il racconto mi è molto più congeniale.
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