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Speciale Campiello Giovani 2016 – Intervista a Gaia Tomassini

Speciale Campiello Giovani 2016 – Intervista a Gaia TomassiniIl racconto Benedetta si è tinta i capelli di Gaia Tomassini è tra i finalisti al Premio Campiello Giovani 2016. Una storia che parla di donne, della loro forza e determinazione come delle fragilità e i silenzi, e che, attraverso la loro descrizione, offre uno spaccato della vita, dei suoi problemi e degli "alleati" che aiutano a superarli. 

Gaia Tomassini studia Giurisprudenza e coltiva la passione per la scrittura da diversi anni. È la prima volta che partecipa al Campiello Giovani. Le abbiamo chiesto qualche curiosità sul racconto finalista e ascoltato alcune sue considerazioni sul Premio in un'intervista.  

 

Sei molto giovane eppure sono già diversi anni che coltivi la passione per la scrittura. Solo quest'anno però hai deciso di "allungare le tue storie" e partecipare al Campiello giovani. Perché?

Per diversi motivi: da un lato quest’anno mi è sembrato di aver trovato un personaggio, nella fattispecie Benedetta, che richiedesse uno spazio, qualche parola in più rispetto ai miei soggetti precedenti; inoltre, guardando la deadline mi sono resa conto di essere giovane ma non giovanissima, e che e quest’anno sarebbe stato l’ultimo anno per partecipare al Campiello Giovani. È andata bene!

 

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Benedetta si è tinta i capelli ha come protagonista una donna. Un personaggio che dici di avere in mente da tempo. Intorno a quali peculiarità lo hai costruito?

Mi sono sempre piaciute le donne forti, quelle che fanno carriera, cercano di conciliarla con gli impegni famigliari e si fanno in quattro per ciò in cui credono. Benedetta è così, è diventata uno dei boss della Guardia di Finanza e allo stesso tempo riesce ad avere una famiglia, degli amici e a stare vicino a chi ne ha bisogno, nella fattispecie Daniele e la moglie di lui, Caterina.

Un personaggio fittizio cui mi sono in parte ispirata è Erin Strauss della serie TV Criminal Minds, una donna che raggiunge i vertici nel mondo dell’FBI (ma Benedetta per fortuna non cede alla pressione come Erin!).

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Speciale Campiello Giovani 2016 – Intervista a Gaia TomassiniLa storia ha come location una caserma della Guardia di Finanza. Perché questa scelta?

Avevo bisogno di un ambiente molto gerarchizzato e piramidale, e così mi sono venuti in mente i Corpi dello Stato italiano. La scelta è ricaduta sulla Guardia di Finanza per motivi di “praticità”: il papà del mio ragazzo è un finanziere, ho chiesto a lui tutti i dettagli sul Corpo che mi potevano essere utili per la storia (per esempio, avevo bisogno di sapere se si potesse andare a lavorare in borghese e come fosse strutturato, almeno nei tratti principali, il Corpo per non scrivere cose che poi non rappresentassero la realtà).

 

Daniele, collega e unico amico di Benedetta, si prodiga per aiutarla nonostante la sua riottosità. Quanto contano i valori umani nella società contemporanea?

Daniele non è l’unico amico di Benedetta, è l’unico amico che Benedetta ha nell’ambiente lavorativo. Poi dal rapporto professionale è nata un’amicizia.

Penso che i valori umani continuino a contare molto, anche se a volte ce ne dimentichiamo.Benedetta è l’esempio che si può essere forti quanto si vuole, che ce la si può fare anche da soli, ma che non è necessario fare gli eroi o dimostrare una freddezza che non sempre si ha. Probabilmente potrebbe rialzarsi da sola, ma non significa che debba per forza fare tutto senza l’aiuto di qualcuno. Allo stesso tempo, Daniele non è lì per caso: sono stati gli anni a stretto contatto che hanno cementato il loro rapporto di amicizia; Benedetta c’era quando in difficoltà era Daniele, ora è l’inverso; è un dare e avere continuo. Nei valori umani e nella vicinanza reciproca si nascondono degli alleati formidabili, nonostante non sia sempre facile riconoscerne la loro portata.

 

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Cosa ti aspetti dal Premio Campiello Giovani qualora il tuo racconto dovesse essere scelto come vincitore?

Non mi aspetto di vincere il Campiello Giovani, ma sono già contentissima di essere arrivata fino a questo punto. Nell’ipotesi in cui ciò si dovesse realizzare non mi aspetto nulla di preciso né pretendo qualcosa dal premio: è da marzo, da quando ho saputo che ero tra i 25 semifinalisti, che il Campiello mi regala emozioni davvero uniche; spero continui così.

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