Soldi al cinema?
È di pochi giorni fa la notizia che La grande bellezza di Paolo Sorrentino è candidato agli Oscar come “Miglior film straniero”. In questo momento magico per la cinematografia italiana pongo un quesito che va, in parte, controcorrente.
Parlo della polemica che spesso dilaga nello stivale a proposito del finanziamento pubblico alla cultura e, in particolare, ai registi italiani. L'assegnazione di questi fondi (che, nel 2012, hanno raggiunto un totale di 23 milioni di euro effettivamente erogati) avviene in maniera non del tutto oggettiva.
Tutto quello che finisce sotto la dicitura di “film di alto interesse culturale” è soggetto ad un finanziamento ad hoc e vengono elargiti soldi per la produzione e la distribuzione, oltre a sgravi fiscali.
A decidere quali film rientrino nella categoria sopracitata sono il Ministero dei Beni Culturali o il governo delle singole Regioni, nel rispetto di delibere e leggi statali, che presentano maglie piuttosto larghe e lasciano il campo a libere interpretazioni (visto che uno dei film finanziati quest'anno è Indovina chi viene a cena? di Fausto Brizzi).
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La domanda che mi pongo e vi giro è: secondo voi, un giovane artista emergente, senza nessuna raccomandazione politica, solo con il suo talento e tanto studio, potrà mai ottenere un finanziamento pubblico per una sua opera prima, in modo da concedere anche a chi non ha contatti o distributori, di entrare in un mondo già difficile per chi fa da anni questo tipo di lavoro? La risposta potrebbe essere positiva, se solo ad analizzare i progetti fosse un team di esperti del settore e non un gruppo di partiti politici che rispondono ad interessi che sono ben lontani da quella cosa che è la Cultura.
Vi invito a fare un giro sul sito del Ministero dei Beni Culturali che si occupa di cinema per farvi un’idea di ciò che viene deliberato. E soprattutto chiedetevi se Un matrimonio da favola o Ci vuole un gran fisico sono “film di alto interesse culturale”.
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