Social network, la reputazione web sempre più importante per l’assunzione
I social network hanno acquisto un’importanza ormai indiscutibile nella vita di ogni individuo: non detto che il profilo Facebook debba essere un’estensione della vita reale di chi scrive – di tutti gli utenti ben 100mila sono non umani, per esempio – ma è scontato che la vita dell’internauta influenzi (e venga influenzata dalle) dinamiche social. Una recente ricerca di Rappler ha persino messo in luce che le aziende assumono dipendenti in base al loro rapporto con le reti sociali e al modo in cui le utilizzano (argomento che riguarda da vicino anche case editrici e molti altri settori).
I dati sono molto significativi: negli Stati Uniti d’America il 75% delle imprese assume personale tramite Facebook e Twitter; come se non bastasse, settanta su cento si dicono sicure che, una volta analizzato il profilo dei singoli candidati, sia possibile perfino cambiare idea. In altri termini, i social network non sono più solo una valvola di sfogo, un luogo di incontro virtuale in cui ritrovare gli amici lontani: Facebook & co. risultano necessari pure per prendere decisioni di una certa importanza.
Questa ricerca può essere ben integrata con quella della società inglese On Device Research, che ne dà indirettamente conferma, dopo aver intervistato 6mila persone tra i 16 e i 34 anni: una su dieci, pensate, ha perso il possibile posto di lavoro a causa del profilo mal gestito; l’interesse dell’azienda per la vita su Facebook non è criticabile, perché è così che si riesce ad avere una scheda completa del candidato: il fatto che qualcuno possa essere punito per una battuta di troppo o per una foto sciocca lascia, però, piuttosto perplessi; in fin dei conti, parliamo di un profilo personale, che con il lavoro non dovrebbe avere molto a che fare.
Sono stati ben sei i Paesi protagonisti dello studio – Regno Unito, Cina, Brasile, Stati Uniti, Nigeria e India – e due terzi delle 6mila persone si è detto comunque poco interessato agli effetti di ciò che viene pubblicato su Facebook o Twitter: molti, in realtà, pensano più alle reazioni degli amici che agli interessi delle aziende (e non sbagliano).
L’indagine, fortunatamente, ha anche un risvolto positivo: il 70% degli utenti ha dichiarato di essere stato aiutato dai social network nella ricerca del lavoro e di essere riuscito, proprio grazie a loro, nell’ardua impresa. Occhio ai vostri profili, insomma: un giorno potreste festeggiare grazie a Mark Zuckerberg!
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