Si dice “presepe” o “presepio”? Una questione letteraria
Alcuni lo hanno già fatto e qualche altro lo farà, quindi questo dubbio linguistico – qui un test su quelli più assillanti – potrebbe incuriosirvi parecchio: si dice presepe o presepio? Sicuramente avrete sentito pronunciare entrambe le varianti; ma esiste una più corretta dell’altra o sono parimenti spendibili? La risposta corretta è proprio la seconda: potrete dire o scrivere sia presepe sia presepio, anche se una delle due forme è molto più diffusa rispetto all’altra, e per verificarlo basta cercare entrambe le parole su Google: per l’esattezza, presepe ricorre oltre sette milioni di volte, mentre presepio all’incirca seicentosessantamila; la differenza è dunque abissale.
Qualora Google non vi dovesse piacere particolarmente, vi basterà usare i vari strumenti linguistici che grammatici e storici della lingua hanno allestito nel corso del tempo: il DOP “Dizionario d’Ortografia e Pronuncia”, il DISC “Dizionario Sabatini Coletti” e molti altri ancora; basti pensare al famoso sito della Treccani o, ancora, a quello dell’Accademia della Crusca, dove vengono pubblicati periodicamente i quesiti più interessanti dell’utenza. Insomma, per avere indicazioni di carattere sociolinguistico, dunque relative all’uso di alcune parole e alle zone grigie della lingua italiana, esiste un’infinità di strumenti. Ma continuiamo a parlare di presepe e presepio.
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Il DOP definisce presepio come letterario e il DISC come meno frequente; nella BIZ, poi, troviamo 27 occorrenze per presepe e 38 occorrenze per presepio (e la BIZ è una raccolta di testi letterari e non popolari): è indubbio, insomma, che il nome in –o sia più marcatamente letterario, e infatti lo troviamo usato da Alessandro Manzoni nell’inno sacro Il Natale e da scrittori del calibro di Luigi Pirandello e Gabriele D’Annunzio; proprio dall’Alcione prendo questo stralcio in cui troverete usata la parola:
«E vòto fratel fui della bisaccia
grinzuta ch'ebbe la cipolla e il tozzo
in coniugio. E non più rempiuto al pozzo
fui, non udii crosciar la secchia diaccia,
ma dalla mamma copiosa udii
crosciare emunto il latte nel presepio
occluso. Per indùlgere al mio tedio,
nova sorte mi fecero gli iddii».
Scrivere presepe o presepio, insomma, cambia ben poco: entrambe le forme sono corrette, anche se la seconda è, diciamo, più ricercata.
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