Sergio Mattarella, un trionfo democristiano?
L’elezione di Sergio Mattarella, un trionfo democristiano? Nei modi certamente sì, data la forte parcellizzazione dei gruppi alla Camera ed al Senato, cosa che nemmeno nella Prima Repubblica.
Renzi ha giocato su più tavoli, s’è trasformato in garante della minoranza del Pd, ha messo sotto ricatto il Nuovo Centro-Destra di Alfano e ridotto Berlusconi all’angolo. Esce vincitore in una contesa non proprio difficile, giocata contro avversari nulli, molli, imbecilli. Il solo ad aver tenuto una linea di coerenza sin dall’inizio è stato Salvini, con una proposta irricevibile ma concordata con Fratelli d’Italia.
Dunque si prefigurano gli scenari futuri: Renzi trova nel solo Salvini il suo avversario politico più capace, l’osso duro della nuova destra italiana, uno che sa fare politica dentro e fuori del tubo catodico. Questo non determinerà una conversione a destra dell’elettorato moderato di Forza Italia, ma uno spostamento verso il Pd o il governo, se a Fitto non sarà lasciata la possibilità di riformare – anche in senso meridionalista – il centro-destra. Queste le ipotesi a destra.
A sinistra, l’elezione di Mattarella, salutata con grande entusiasmo democratico, dovrebbe garantire qualche no al Patto del Nazareno e qualche spazio in più per un dialogo tra Pd e Sel. Non è detto che questo avverrà, ma è più facile che l’erosione del consenso storico del Pd accresca Sel oltre gli stretti limiti dell’attuale tre e mezzo per cento.
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Questa è la dinamica messa in atto dal terremoto renziano: uno spostamento al centro, una strizzatina d’occhio alla destra, un tradimento plateale alla sinistra. Tre azioni che, a ben guardare, sono vicine a certi modi di fare da vecchia DC, nella quale regnava la coerenza dell’opportunismo.
Cosa farà Mattarella in tutto questo? Concorderà, si accorderà ed accorderà fiducia a questo governo monocolore fino al 2018, quando l’Italia politica e partitica sarà cambiata notevolmente. Quando, forse, una Destra, un Centro e una Sinistra potranno contendersi la vittoria con una legge elettorale che, detto in tutta franchezza, è cucita su un’idea d’Italia che non esiste. A meno che Sergio Mattarella non decida – e magari lo facesse! – di scongiurare il Nazareno con l’autorità concessagli dalla Costituzione. Ecco, questa sarebbe una mossa davvero rivoluzionaria e decreterebbe un irrealistico trionfo democristiano.
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