Se l’adolescenza diventa un thriller? “Il buio nel cuore” di Silvia Bertozzi
Edito da Fernandel, Il buio nel cuore di Silvia Bertozzi è stato definito come uno dei migliori romanzi d’esordio. Autore di questa affermazione è il noto scrittore Eraldo Baldini ed è soprattutto grazie a lui che, dopo anni di tentativi e vari racconti pubblicati online, l’autrice può finalmente vedere la pubblicazione del suo primo romanzo.
Il buio nel cuore è scritto con mano sincera, scorrevole e semplice ma di grande effetto.
Malgrado il racconto inizi lento, riesce a catturare l’attenzione del lettore e a catapultarlo non solo nella storia ma soprattutto nella mente tormentata della giovane protagonista. Il susseguirsi degli eventi e il ritmo ipnotico tengono in sospeso la trama fino alle ultime pagine, lasciando immaginare al lettore tutto il mondo che circonda Gaia e la madre. Gli oggetti, le canzoni, le filastrocche e gli stessi odori sembrano voler emergere dalle pagine del libro come simboli, tragici presagi di un qualcosa che sappiamo dovrà accadere ma che sembra non arrivare mai.
Il buio nel cuore narra due parentesi della vita di Gaia, la prima ambientata nel 1985 e la seconda nel 2005. La protagonista è descritta come una ragazzina affetta da gravi problemi di salute: Gaia non mangia, se mangia vomita ma i numerosi ricoveri non danno risposte e Gaia risulta perfetta, sana. La colpa viene data allo stress, la perdita del padre e una madre psicologicamente tormentata non contribuiscono certo a creare un ambiente adeguato perché una diciassettenne possa crescere in modo sereno.
Gaia ritrova la salute solo in vacanza, grazie a due splendide amiche e all’amore di Jacopo. Ma non basta, man mano che il ritorno a casa si fa sempre più vicino anche il malessere torna a tormentare il corpo e la mente di Gaia, preda di incubi ricorrenti, insonnia e ossessioni. La voce della madre, il suo canto stridulo, le filastrocche e l’odore stesso di quella casa bastano a catapultarla nuovamente nell’oblio.
Vent’anni dopo, Gaia non è cambiata, è ancora una ragazzina incapace di crescere a causa di una malattia invisibile. Vive sola in una villa immersa nel bosco, preda di un mondo allucinante. Pagina dopo pagina il lettore non fa che domandarsi cosa tormenti realmente la protagonista, si tratta della perdita del padre? O sono, forse, le mille fobie della madre?
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Nell’attesa di qualche risposta ci si ritrova la mente annebbiata da una filastrocca inquietante, da una storia infantile che parla di animali, ci ricorda l’infanzia ma a farsi spazio nella memoria sono immagini distorte e colme d’angoscia. Assieme alle domande cresce, lenta e inarrestabile una sensazione strana: qualcosa non quadra. ma cosa?
Silvia Bertozzi lascia che i dubbi si alimentino l’un l’altro fino alla fine, quando tutte le risposte verranno a galla grazie a una conclusione in grado di soddisfare i più accesi appassionati di thriller e gotico.
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Con Il buio nel cuore Silvia Bertozzi parla dell’adolescenzae di quelle sensazioni d’oblio e solitudine che circondano molti ragazzi incapaci di ritrovare sé stessi all’interno di un mondo che ti vorrebbe plasmare a modo suo.
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Al pari di Gaia, anche l’autrice è reduce dalla prematura morte del padre e non è difficile immaginare quanti e quali fra gli stati d’animo della protagonista siano stati provati in prima persona da chi li ha poi trascritti nero su bianco. Schietti, semplici, eppure così complicati da affrontare.
Quel “sentirsi diverso” dagli altri, la sensazione del tempo che scorre, delle amicizie che vanno e vengono, gli amori e i tradimenti. Insomma, non è difficile mettersi nei panni di Gaia, affetta da una accesa sensibilità a quel mal di vivere che tutti noi abbiamo provato sulla nostra pelle.
Ecco dunque che Gaia parla al lettore attraverso un linguaggio universale e senza tempo, ricco di suggestioni e sensazioni che non solo colpiscono ma centrano il bersaglio.
Scrivendo e pubblicando Il buio nel cuore Silvia Bertozzi colpisce a sua volta quello stesso bersaglio, affermando con forza la sua presenza nella letteratura thriller italiana.
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