Scuole di lettura: siamo nati per leggere
Se siete genitori di uno o più bambini (sublimi folli!) sapete cosa vuol dire trovarsi di fronte a un fine settimana piovoso, in cui i vostri iperattivi virgulti vi sveglieranno probabilmente alle 6:00 di mattina e si fionderanno nel vostro letto, pronti ad ascoltare il programma della giornata che voi notte tempo avreste dovuto preparare. Sarete ancora lì a piangere in silenzio, pensando di fare a pezzettini il cuscino per conficcarvi le relative schegge nelle orecchie, mentre il vostro partner rimane immobile con il respiro regolare e gli occhi sbarrati.
Nella dinamica dei ruoli, c’è sempre uno dei due genitori che fa finta di dormire e uno che si alza. E sì, quello che si alza siete voi! Con le movenze di un bradipo zoppo vi trascinate in cucina mentre la vocina squittente dei vostri frugoletti vi tempesta di domande che neanche riuscite a decodificare. Il vostro cervello è ancora sull’off, non lo capiscono? Certo che no.
Quando avevate letto che il «Time magazine» aveva definito la famiglia ideale quella composta da soli due adulti, avevate sorriso accarezzando la testa di vostro figlio. Ora vorreste aver letto tutto l’articolo. Ma non c’è tempo per pensare, mentre le vocine diventano sempre più acute, fra corse a piedi scalzi e involucri di merendine che non vi sembra di aver autorizzato, ma d’altronde siete catatonici.
Se state pensando di impacchettare i pargoli in auto e portarli a passeggiare al centro commerciale più vicino, beh, FERMATEVI! C’è qualcosa di meglio e non solo per i vostri figli. Perché se i bambini sono nati per correre e ridere e giocare e contestarvi, sono nati anche per leggere e ben prima di arrivare in prima elementare. Dubbiosi?
Il nostro viaggio fra le scuole di lettura continua questa settimana con un progetto, rivolto ai bambini dai 0 ai 6 anni e ai loro genitori, nato a Trieste e poi diffusosi in tutt’Italia con il contributo di pediatri, bibliotecari, operatori sanitari, educatori e tanti tanti lettori volontari. Parliamo di Nati per Leggere (NpL) che punta a far (ri)scoprire ai genitori quanto sia facile e utile allo sviluppo cognitivo ed emozionale dei bambini (e perché no, anche appagante) leggere ai propri figli la loro storia preferita. Ne abbiamo parlato con Alberto Raise, che da venticinque anni lavora nel mondo delle biblioteche e a Verona è uno dei referenti del progetto NpL.
L’entusiasmo si annida in ogni aggettivo che Alberto sceglie per descriverci il progetto, con quell’attenzione alle parole di chi fra i libri ci ha passato una vita. Ha iniziato a conoscere NpL nel 2008, ma è con il programma di formazione gratuita per i lettori volontari, messo a disposizione a partire dal 2012 dalla rete delle biblioteche di Verona insieme a NpL, che si è sentito parte attiva del progetto.
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Ma chi è un lettore volontario? Una persona che ama leggere, certo, che è disposta a offrire una parte del suo prezioso tempo libero gratuitamente pur di sedersi di fronte a un gruppo di bambini che lo accerchia in attesa di una storia. Ma il lettore non deve essere un attore, il suo ruolo è quello di facilitatore fra genitore a bambino, per dimostrare sul campo come sia semplice, se si è disposti a investire del tempo e dell’immaginazione, instaurare un rapporto con il proprio figlio improntato sulla lettura. Il lettore volontario è lì per far scoprire al bambino che si può leggere un libro anche osservando, annusando, assaggiando e succhiando, ma soprattutto ascoltando una voce che è lì per lui, che si sta dedicando in esclusiva allo sviluppo della sua immaginazione. Naturalmente anche l’ambiente in cui si legge ha la sua importanza, ci dice Fernanda Melideo pediatra referente NpL per il Lazio. Un bell’angolo morbido e colorato, con tanto di cuscini e nessun rumore molesto. Spesso s’inizia con una filastrocca o una piccola magia, qualcosa che funzioni da porta rituale per il mondo della lettura, lasciando sempre tanta libertà ai baby-lettori. Sono loro a scegliere, insieme ai genitori, il libro che preferiscono fra quelli che il lettore volontario propone. Libro che poi si porteranno a casa per tenersi stretta l’emozione provata. Se tutto funzionerà, al genitore verrà voglia di replicare l’esperimento, trasformandosi nel lettore volontario preferito di suo figlio e dimenticando il centro commerciale. Come ci dice Sarti «La bellezza della lettura e il gusto del bello che la lettura forma nel neo individuo lo accompagneranno per tutta la vita.» Visto quello che gli offriremo da osservare in età adulta non è un regalo da poco.
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