Scrittura creativa – Fabula e intreccio
Eccoci qua. La nostra rubrica dedicata alla scrittura creativa esplorerà oggi alcuni aspetti relativi alla fabula (di cui abbiamo parlato anche la volta scorsa) e all’intreccio. Se attingete ai vostri remoti ricordi scolastici o se questi sono ancora “recenti” vi sarà capitato, nel corso di un esame, che il prof. di Lettere vi domandasse: «Mi parli della poetica di…». Il termine poetica può trarre in inganno se riferito alla sola poesia come espressione artistica o all’opera di Aristotele, con la quale ha tuttavia innegabili parentele. Poetica è un termine impiegato in estetica per tutte le attività artistiche; riferendolo a un autore si intende l’insieme strutturato degli intenti espressivi e di contenuto che vengono esplicitati nelle sue opere, o che un movimento artistico propugna nell’ambito di un periodo storico e culturale di riferimento.
È probabile che qualcuno di voi si stia domandando: «Perché scocciarci con le definizioni quando dovresti parlare di scrittura creativa?». Al tempo. Indugio su questi termini perché ritengo che la riflessione sugli strumenti che un narratore può utilizzare nel suo lavoro faccia la differenza e costituisca un valore aggiunto a quanto va realizzando.
Prendiamoci perciò la briga di scomodare Gerald J. Prince, illustre accademico e autore di vari trattati sulle funzioni della narrativa. Tra i suoi testi tradotti in italiano vi caldeggio il Dizionario di narratologia (Sansoni, Firenze, 1990). Prince ci trae d’impaccio dalla palude delle definizioni e suddivide schematicamente la narrativa in due principali tronconi d’indagine:
Narrative | Story: la “storia” o fabula designa una successione di avvenimenti reali o fittizi che formano l’oggetto del discorso e le relazioni di concatenamento, opposizione o ripetizione. È il piano dei contenuti. |
Discourse: il “discorso” o intreccio è il complesso degli eventi, dei casi o delle vicende nel loro susseguirsi, intrecciarsi e sciogliersi. È il piano dell’espressione. |
Così abbiamo fatto un po’ di chiarezza sui termini. Riguardo alla fabula vi ho già offerto qualche imbeccata qui. Vediamo invece di fornire delle informazioni per una maggiore comprensione dell’intreccio. Quando costruite una narrazione disponete l’insieme degli elementi della vostra storia secondo un ordine nel testo (con tutto l’insieme di inversioni temporali e logiche che ritenete opportune). Poniamo il caso di un testo come la Vitadi Vittorio Alfieri. Nel disporsi a raccontare la sua vita, Alfieri ha suddiviso il testo in Epoche; prevedibilmente l’Epoca prima si apre con la Pueritia. L’ordine degli elementi, in quest’opera, è stato concepito nella successione logica e cronologica in cui i fatti della vita di Alfieri si sono svolti.
Ma cosa accade se proviamo a scomporre e ricombinare l’ordine degli eventi che compongono la storia che intendiamo raccontare? Un grande e illustre maestro nella “gestione” dell’intreccio è senza dubbio Ludovico Ariosto. Con il suo poema L’Orlando furioso, il nostro autore ricorre con mano sicura alla tecnica dell’entrelacement (incastro, “inter-allacciamento”), derivante dalle canzoni di gesta di area italiana e dal ciclo arturiano francese, ovvero l’inserire nella linea principale della vicenda ampie e numerose diversioni, soprattutto di argomento amoroso. L’azione viene spesso interrotta dall’ingresso sulla scena di un nuovo personaggio, che racconta la propria storia, spostando bruscamente il centro narrativo verso la creazione di un “episodio” in sé compiuto, che rifluisce poi nella vicenda generale. È questo un modo, attraverso continui stravolgimenti di azioni, fatti e tempi della narrazione, di spingere al massimo l’attesa e la curiosità del lettore). Credo che anche le storie più sorprendenti ci farebbero sbadigliare (e alcune abbandonare la lettura) se chi le ha scritte non avesse saputo strutturare il suo intreccio con grande abilità.
Un utilizzo emblematico dell’intreccio è la soluzione proposta da Martin Amis nel suo romanzo La freccia del tempo (Mondadori, 1993). Amis decide di raccontare a ritroso la storia di un uomo, a partire dalla sua conclusione. Il romanzo inizia con la morte dell’anziano e malato Tod T. Friendly, che in seguito si sente meglio, riprende vigore e torna a vivere. L’aspetto più curioso (e impegnativo) della tecnica di Amis è quella di procedere come se gli avvenimenti raccontati scorressero in un lento rewind di immagini. Il lettore scopre per gradi che Friendly è un criminale nazista; attraverso il personaggio si riavvolge il nastro di un terribile scorcio di Storia del XX secolo. I cadaveri degli ebrei vengono estratti dai forni crematori, stipati sui vagoni dei treni e fatti rientrare nelle loro case! Un uso così particolare dell’intreccio rivela l’intenzione consapevole di produrre un certo effetto emotivo nel lettore e di pervenire, nel contempo, a un determinato esito formale. Un altro modo decisamente più “pop” di raccontare una storia a ritroso lo trovate nel videoclip realizzato per il brano The scientist dei Coldplay.
[I servizi di Sul Romanzo Agenzia Letteraria: Editoriali, Web ed Eventi.
Seguiteci su Facebook, Twitter, Google+, Issuu e Pinterest]
Cominciate a farvi un’idea di quel che potete fare con un impiego intelligente dell’intreccio? Potrei citarvi tanti altri lavori il cui punto di forza è l’ordine degli eventi in un discorso. Cos’hanno in comune, giusto per osare una boutade (semiseria), Ludovico Ariosto e Quentin Tarantino? Abbiamo avuto l’ardire di confrontare un’opera letteraria con una cinematografica; difficile pensare a qualcosa di così differente, sia sul piano cronologico che dei contenuti e dello stile. Certo, in termini di intreccio, vi sorprendereste se andaste a leggervi qualche canto del Furioso e lo comparaste per similitudine con la sceneggiatura di Pulp Fiction (1994), che valse a Quentin Tarantino e Roger Avary l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale e la Palma d’Oro a Cannes. Esercizio: sia che l’abbiate visto o no, andate a (ri)vedervi il film e poi tornate sulle note che seguono:
[Los Angeles: le storie di alcuni gangster e delinquentelli si incrociano]
[A 1] Zucchino (Tim Roth) e Coniglietta (Amanda Plummer) preparano una rapina in un coffee shop.
[B 1] Due gangster vestiti di nero, Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) devono recuperare una misteriosa valigetta; Jules ha una propensione per la predicazione religiosa; Vincent ce l’ha per la droga. I due uccidono una banda di spacciatori e si portano dietro il più giovane di loro come ostaggio.
[C 1] Un pugile di nome Butch (Bruce Willis) si accorda con lo stesso boss di Vega e Winnfield per truccare un match: sono in un bar quando entrano i due gangster che vestono in shorts hawaiani.
La storyline [B 2] viene ripresa: Vega accompagna fuori a cena la moglie del boss, Mia (Uma Thurman) su mandato del marito. Si riprende la storyline [C 2]: il pugilatore non sta ai patti e vince il match; mentre è in fuga con la sua ragazza uccide Vega e salva la vita al boss Marcellus Wallace (Ving Rhames) finito tra le grinfie di due psicopatici.
Quindi la storyline [B 3] è così riassunta: quando hanno ucciso gli spacciatori, Vega e Winnfield si sono messi nei guai; inavvertitamente hanno ucciso il loro ostaggio nel sedile posteriore dell’auto. Per liberarsi del cadavere ricorrono all’aiuto di Wolf. Risolta la questione, si ritrovano tutti al coffee shop dell’inizio, dove la storyline [A 2] e la [B 4] si incorporano: i gangster vengono coinvolti nella rapina di Zucchino e Coniglietta. Jules mette poi in scacco il rapinatore, puntandogli contro la propria arma. Zucchino non ha scelta; desiste ascoltando il sermone biblico di Jules e si accontenta del denaro del gangster, lasciandogli il portafogli e la valigetta. I due rapinatori se ne vanno e i due killer escono così dal coffee shop in “tenuta balneare”.
Da notare che a fine film la storyline [B] torna indietro cronologicamente al punto in cui si intreccia alla storyline [C]. Il finale del film non è perciò allineato col finale della storia.
A 1 – B 1 – C 1 – B 2 – C 2 – B 3 – A 2 – B 4 (ordine dell’intreccio o discorso); B1 – B 3 – A 1 – A 2 – B 4 – C 1 – B 2 – C 2 (ordine della fabula o cronologia lineare).
Trovate che sia andato sul concreto riguardo all’intreccio? La prossima settimana parleremo di patto narrativo. A presto, con una nuova puntata delle nostre lezioni di scrittura creativa.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi