Scrittori da (ri)scoprire – Tiziano Terzani
Grande scrittore di viaggi, Tiziano Terzani (Firenze, 1938 – Orsigna, 2004) ha raccontato nei suoi libri i principali eventi che hanno segnato il Novecento asiatico, dalla guerra del Vietnam alla fine dell’Unione Sovietica.
Nasce a Firenze nel 1938 in una famiglia molto modesta: il padre è un meccanico, che pochi anni dopo partecipa alla Resistenza nelle file del Partito Comunista, la madre una modista di estrazione cattolica. La famiglia materna è afflitta dalla tubercolosi, che porta a morte prematura il nonno e due giovani zie, perciò dietro consiglio del medico i genitori si sforzano di far trascorrere a un gracile Tiziano lunghi periodi estivi sull’Appennino, in particolare nella Valle di Orsigna, luogo a cui lui rimarrà legato per tutta la vita.
Al termine della scuola elementare il maestro raccomanda alla famiglia di fargli proseguire gli studi iscrivendolo al ginnasio: da adulto Terzani racconterà spesso di come per mandarlo in quella scuola i genitori gli avessero comprato i primi pantaloni lunghi pagandoli a rate. Studente brillante ma negato per lo sport, a diciassette anni, dopo essere arrivato ultimo all’ennesima corsa campestre, viene avvicinato da un giornalista locale che gli propone di mettersi a seguire le corse come cronista sportivo, compito che svolge per qualche anno seguendo gli eventi toscani di vari sport.
La rivoluzione ungherese del 1956 allontana Terzani dal comunismo paterno e lo avvicina alla Gioventù Federalista Europea, sezione giovanile del movimento europeista di Altiero Spinelli. Conseguita a pieni voti la maturità classica, vince una borsa di studio per la prestigiosa Scuola Normale di Pisa e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza.
Conosce in quel periodo Angela Staude, figlia di un noto pittore tedesco stabilitosi a Firenze e appartenente a una classe sociale molto più elevata della sua, ma nonostante le differenze e gli anni di studi in città diverse, perché la ragazza frequenta l’università a Monaco di Baviera, tra i due nasce un sentimento profondo. Dopo un grave attacco di tubercolosi, Terzani si laurea, sposa Angela e trova lavoro all’Olivetti, dove condivide il grande progetto culturale e sociale di Adriano Olivetti insieme a vari intellettuali come Paolo Volponi e Ottiero Ottieri: da quel momento inizia finalmente a viaggiare all’estero, toccando vari paesi europei, fino a raggiungere per la prima volta il Giappone e Hong Kong. Con i primi guadagni compra anche un terreno a Orsigna, dove si rifugia tra un viaggio e l’altro. Vince una borsa di studio per un’Università americana e per un paio d’anni, chiesta un’aspettativa all’Olivetti, Terzani viaggia per gli Stati Uniti, seguendo tra l’altro le rivolte della popolazione afroamericana e il primo sbarco sulla Luna. Scrive per anni reportages per L’Astrolabio, una rivista culturale, e questo gli fa ottenere la qualifica di giornalista, così che, dopo un soggiorno in California, dove inizia a studiare il cinese, Terzani torna in Italia e cerca un lavoro come corrispondente, ottenendolo poi presso il settimanale tedesco Der Spiegel, che nel 1972 lo manda a Singapore, da dove seguire tutto il Sudest asiatico.
Qui scrive il suo primo libro, Pelle di leopardo. Diario di un corrispondente di guerra 1972-1973 (1973), in cui racconta le fasi finali della guerra in Vietnam, a cui segue Giai Phong! La liberazione di Saigon (1976).
Nel 1976 Terzani inizia a collaborare con il quotidiano La Repubblica e si trasferisce a Hong Kong, da dove può finalmente avventurarsi in quella Cina che lo affascina da sempre, raccontando le trasformazioni del paese dopo la morte di Mao Zedong. Dopo aver seguito l’invasione della Cambogia da parte del Vietnam e la scoperta del genocidio cambogiano, nel 1980 Terzani è il primo corrispondente occidentale che riesce a stabilirsi a Pechino: La porta proibita (1984) racconta i cambiamenti della Cina di quegli anni, così come Buonanotte, signor Lenin (1992) documenta la fine dell’Unione Sovietica.
Un indovino mi disse (1995), uno dei suoi libri più popolari, racconta un’esperienza particolare: seguendo il consiglio di un indovino che molto tempo prima lo aveva avvertito di non prendere aerei nel 1993, anno in cui avrebbe corso il rischio di morire, Terzani per dodici mesi svolge il suo lavoro di corrispondente spostandosi solo con mezzi terrestri o navali, raccontando quindi le diverse prospettive di viaggio e gli incontri avuti in questo periodo.
In Asia (1998) raccoglie i migliori reportages dall’Estremo Oriente, mentre Lettere contro la guerra (2002) esprime la sua posizione dopo i fatti dell’11 settembre 2001, in risposta alle reazioni più estremiste nei confronti del mondo musulmano.
Ammalatosi di un tumore, Terzani trascorre gli ultimi anni alla ricerca di possibili cure in vari luoghi del mondo, come racconta in Un altro giro di giostra, che esce poco dopo la morte, avvenuta a Orsigna nell’estate del 2004: anche La fine è il mio inizio (2006), una sorta di autobiografia che diventa un testamento spirituale indirizzato al figlio Folco, viene pubblicato a due anni dalla sua scomparsa.
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