Scrittori da (ri)scoprire – Sebastiano Vassalli
Schivo e solitario, Sebastiano Vassalli (Genova, 1941 – Casale Monferrato, 2015) è stato una figura importante della letteratura italiana nella seconda metà del Novecento: scrittore d’avanguardia, poeta, saggista e poi autore di grandi romanzi storici.
Nasce a Genova da madre toscana e padre lombardo, ma la situazione familiare non è felice e fin da bambino matura un desiderio di fuga e di allontanamento dai genitori. Viene presto affidato a delle zie che vivono a Novara, dove compie gli studi superiori per poi laurearsi in Lettere a Milano, con una tesi su letteratura, arte e psicoanalisi il cui relatore è il celebre psicoanalista Cesare Musatti.
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La Milano effervescente degli anni Sessanta lo affascina e lo porta da un lato a esercitare i mestieri più disparati per mantenersi, dall’altro a frequentare mostre d’arte e avanguardie artistiche. Attraversa una breve e infelice esperienza matrimoniale e si stabilisce a Novara, dove diventa professore di lettere nelle scuole superiori.
Conosce Edoardo Sanguineti che lo introduce nel Gruppo ’63, sodalizio di intellettuali che radunava artisti e scrittori attorno allo stesso Sanguineti, a Umberto Eco e al giornalista e critico letterario Angelo Guglielmi (futuro innovativo direttore di Rai 3). Le prime opere di Vassalli, pubblicate perlopiù su riviste, sono quindi testi piuttosto sperimentali, che si adeguano ai canoni dell’avanguardia.
Il suo primo romanzo importante, che abbandona in parte lo sperimentalismo, è Abitare il vento (1980), a cui fa seguito, dopo alcuni saggi e raccolte poetiche, La notte della cometa (1984), complessa biografia romanzata del poeta Dino Campana. L’anno successivo, dopo che Vassalli si è temporaneamente trasferito a Bolzano come inviato di una rivista, esce Sangue e suolo (1985), che affronta il tema delicato della convivenza altoatesina fra italiani e tedeschi, mentre del 1987 è L’oro del mondo, in cui racconta varie vicende dell’Italia del secondo dopoguerra, tra cui quella di improvvisati cercatori d’oro nelle sabbie del Ticino.
Stabilitosi in una casa nella campagna novarese, isolata tra nebbie e risaie, Vassalli conduce da quel momento in poi una vita molto ritirata, allontanandosi anche dagli ambienti letterari che aveva frequentato in precedenza.
La Chimera, uscito nel 1990 e trionfatore al Premio Strega, è il suo romanzo di maggior successo, storia di una donna accusata di stregoneria nel Piemonte del diciassettesimo secolo, durante la Controriforma. Marco e Mattio (1992) si svolge invece circa un secolo dopo a Zoldo, nel Veneto, mentre Il cigno nero (1993) racconta un delitto di mafia nella Sicilia di fine Ottocento. Il romanzo storico è quindi per Vassalli l’occasione di raccontare le differenze tra le diverse regioni italiane, analizzandone quelle peculiarità che tendono a influire anche sugli avvenimenti del presente, come emerge anche dalle diverse raccolte di racconti, tra cui L’italiano (2007), e dalla lunga intervista Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo (2010). Poeta e amante della poesia, Vassalli racconta anche in Amore lontano (2005) le storie di sette grandi poeti del passato, da Omero a Rimbaud.
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Il confine (2015) segna un ritorno al mondo altoatesino di cui si era già occupato trent’anni prima, per il quale auspica una “chiusura dei conti con la storia” in vista di un futuro di maggior coesione tra le comunità italiana e tedesca. Nello stesso anno 2015 Sebastiano Vassalli muore per un tumore inoperabile e il suo ultimo romanzo, Io, Partenope, storia di una religiosa vissuta realmente nella Napoli seicentesca, uscirà postumo.
Molto amato e tradotto anche all’estero, Vassalli è un autore da (ri)scoprire soprattutto da parte degli amanti del romanzo storico, genere a cui ha contribuito con opere impeccabili dal punto di vista della ricostruzione di epoche storiche ben precise, in cui spiccano personaggi che invitano il lettore a un continuo confronto tra passato e presente.
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