Scrittori da (ri)scoprire – Mario Rigoni Stern
Scrittore di guerra e di montagna, Mario Rigoni (Asiago, 1921 – Asiago, 2008) nasce ad Asiago, dove vivrà per tutta la vita, terzo degli otto figli di una famiglia di commercianti che scambiano prodotti tra l’altopiano e la pianura: da scrittore aggiungerà al cognome Rigoni il soprannome familiare Stern.
I suoi studi si fermano all’avviamento professionale perché inizia presto a lavorare nella bottega di famiglia, ma la crisi economica degli anni Trenta lo spinge ad arruolarsi volontario, appena diciassettenne, nella scuola militare alpina di Aosta. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale passa da più fronti: dapprima al confine francese, poi in Albania e in seguito viene mandato sul fronte russo. Qui le sue precedenti convinzioni fasciste sulla giustezza di una guerra contro i sovietici si sgretolano di fronte alla realtà della disfatta italiana, con gli alpini abbandonati al loro destino e costretti a una disastrosa ritirata. Tornato fortunosamente in patria, Rigoni Stern scopre tra l’altro che le notizie sul ritorno dei sopravvissuti sono censurate dal regime, che cerca in tutti i modi di nascondere il disastro militare.
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Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò gli costa l’internamento in un campo di prigionia nella Prussia Orientale, dove inizia a scrivere un diario delle sue esperienze in guerra.
Raggiunta finalmente l’Italia dopo la liberazione del campo da parte dell’Armata Rossa, Rigoni Stern si stabilisce ad Asiago, si sposa e viene assunto come impiegato al catasto, mentre si dedica alla lettura di tutti quegli scrittori stranieri proibiti durante la dittatura.
Legge i suoi ricordi di guerra a un amico scultore, Giovanni Paganin, costretto a letto da una lunga malattia, e questo lo convince a mandare il manoscritto a Elio Vittorini, allora consulente editoriale presso Einaudi: Il sergente nella neve esce nel 1953 e racconta tutta la sua esperienza militare nel corso della campagna di Russia, ottenendo molto successo e vincendo il Premio Viareggio.
Negli anni successivi lo scrittore continua a lavorare al catasto, ma scrive racconti e inizia a collaborare con giornali e riviste, oltre a impegnarsi attivamente come consigliere comunale. Il suo secondo libro, Il bosco degli urogalli (1962) è una raccolta di racconti, composta dietro suggerimento di Italo Calvino. Qualche anno dopo inizia ad avere problemi cardiaci, che culminano nel 1968 in una grave crisi: nel 1970, al termine di una lunga convalescenza, viene mandato in pensionamento anticipato e da quel momento si dedica solo alla scrittura e all’impegno ambientale, battendosi contro la cementificazione dell’altopiano di Asiago, alla ricerca di un turismo più responsabile e rispettoso dell’ambiente.
Dopo due altri due libri autobiografici dedicati alle esperienze belliche, Quota Albania (1971) e Ritorno sul Don (1973), in cui ai ricordi giovanili si aggiunge il resoconto di un viaggio compiuto molti anni dopo con la moglie nei luoghi dei combattimenti, Rigoni Stern pubblica il romanzo storico Storia di Tönle(1978), ambientato nei suoi luoghi prediletti dell’altopiano di Asiago tra la seconda metà dell’Ottocento e la Grande Guerra: il libro vince i premi Bagutta e Campiello, diventando la prima parte di una trilogia completata in seguito con L’anno della vittoria (1985) e Le stagioni di Giacomo (1996). Negli stessi anni lo scrittore viaggia molto e realizza diversi reportages, lavorando anche per la televisione, battendosi per numerose cause ambientaliste ma rifiutando una candidatura per un seggio in Senato perché non vuole assolutamente lasciare Asiago per trasferirsi a Roma.
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Anche le opere successive seguono sempre due filoni: da un lato la natura e la montagna, come per Uomini, boschi e api (1980), Il libro degli animali (1990) e Stagioni (2006), dall’altro gli anni vissuti da militare al fronte che ritornano in Sentieri sotto la neve (1998), Tra due guerre e altre storie (2000) e L’ultima partita a carte (2002).
Colpito da un tumore al cervello, Mario Rigoni Stern muore dopo diversi mesi di malattia nell’estate del 2008. I Racconti di caccia, ispirati alle sue esperienze di appassionato cacciatore, verranno pubblicati postumi tre anni dopo.
Scrittori da (ri)scoprire – Luisa Adorno
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