Scrittori da (ri)scoprire – Mariateresa Di Lascia
Mariateresa Di Lascia (Rocchetta Sant’Antonio, 1954 – Roma, 1994) ha attraversato il panorama letterario italiano come una meteora, ma vi ha lasciato comunque una traccia significativa.
Nasce a Rocchetta Sant’Antonio, un piccolo paese in provincia di Foggia, vicino al confine tra Puglia, Campania e Basilicata, da Leonardo Di Lascia e Ida Ricciutelli, un’ostetrica originaria di Fluminata, paese marchigiano a cui la scrittrice rimarrà molto legata. Nonostante la nascita di tre figli i genitori non si sposeranno mai e la fragilità del loro rapporto influenza negativamente la giovane Mariateresa, che dopo la maturità classica si trasferisce a Napoli per iscriversi alla facoltà di Medicina, con il proposito di diventare una missionaria laica.
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Dopo tre anni, tuttavia, abbandona gli studi, perché frequentando l’università si è appassionata alla politica e nel 1975 si iscrive al Partito Radicale. Sono gli anni delle grandi battaglie civili, soprattutto per le leggi sul divorzio e sull’aborto, che vedono in prima linea il partito guidato da Marco Pannella, e Di Lascia fa sue queste battaglie, oltre ad avvicinarsi alle tematiche ambientaliste, tra cui il rifiuto dell’energia nucleare.
Nominata vice segretario del Partito Radicale nel 1982, dal 1983 al 1987 siede anche in Parlamento, eletta alla Camera dei Deputati nella nona legislatura. Si occupa molto del settore mediatico del partito, realizzando trasmissioni per l’emittente radiofonica e scrivendo articoli per il bollettino periodico «Notizie Radicali».
Nonostante l’impegno costante su molteplici fronti, Di Lascia trova il tempo per appassionarsi alla scrittura narrativa, anche se lascia a lungo i propri manoscritti nei cassetti e solo nel 1992 arriva a pubblicare qualche racconto su riviste.
Nello stesso periodo le viene diagnosticato un tumore, ma questo non ferma né la sua attività politica né il desiderio di scrivere: fonda infatti col marito Sergio D’Elia, ex dirigente di Prima Linea passato alla non violenza dopo aver scontato in carcere una pesante condanna per terrorismo, la ONG “Nessuno tocchi Caino” che da allora si batte contro la pena di morte nel mondo. Inizia anche a scrivere il romanzo Passaggio in ombra, l’unico che riuscirà a completare: la morte la coglie infatti nel 1994, ad appena quarant’anni, mentre stava scrivendo un secondo romanzo, Le relazioni sentimentali, i cui pochi capitoli portati a compimento dalla scrittrice sarebbero stati pubblicati successivamente su «La linea d’ombra», l’importante rivista milanese di politica e cultura diretta in quel periodo da Goffredo Fofi.
Passaggio in ombra esce invece in volume al principio del 1995, grazie all’impegno di Sergio D’Elia, e diventa immediatamente un caso editoriale, vincendo eccezionalmente il Premio Strega (che in precedenza solo nel caso del Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa era stato assegnato a un’opera postuma) e riscuotendo un grande successo presso il pubblico dei lettori.
La storia è ambientata in un paese irpino, che può ricordare Rocchetta Sant’Antonio, e ricostruisce le complesse vicende familiari della protagonista, una donna anziana, che conduce una vita solitaria lontana dai luoghi della sua infanzia, e che decide di raccontare in prima persona il suo passato non particolarmente felice.
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Il mondo che emerge dalla sua narrazione, contenente molti elementi della biografia dell’autrice, è infatti composto da legami familiari poco saldi, da unioni negate o rovinate dai pregiudizi di una comunità chiusa e arretrata, dove vigono ancora concetti di onore e rispettabilità che all’epoca erano già stati ampiamente superati altrove, ma da cui nessuno dei numerosi personaggi riesce mai a liberarsi in modo completo e definitivo.
Al di là di un discutibile marketing editoriale operato al momento della pubblicazione, con un enfatico e inopportuno accostamento all’opera di Tomasi di Lampedusa, Passaggio in ombra resta un romanzo importante, che lascia nel lettore il rimpianto per una scrittrice dalle grandi potenzialità, ma venuta a mancare troppo presto.
I comuni di Rocchetta Sant’Antonio e di Fiuminata collaborano per organizzare, ad anni alterni, un premio letterario intitolato a Mariateresa Di Lascia e riservato alle autrici.
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