Scrittori da (ri)scoprire – Maria Bellonci
Il nome di Maria Bellonci (Roma, 1902 – Roma, 1986) torna alla ribalta ogni anno in occasione dell’assegnazione del Premio Strega, di cui è stata ideatrice insieme al marito Goffredo Bellonci e all’industriale Guido Alberti, produttore del liquore Strega, ma non tutti si ricordano che, oltre a essere una grande animatrice culturale, è stata la miglior autrice di romanzi storici del Novecento italiano.
Maria nasce nella famiglia Villavecchia, di nobili origini piemontesi. Il padre è un professore di chimica, considerato il fondatore della chimica merceologica italiana. Studia in scuole prestigiose e si avvicina molto presto alla scrittura, componendo un primo romanzo che ha l’occasione di sottoporre al giudizio di Goffredo Bellonci, giornalista e critico già affermato e più grande di lei di una ventina d’anni. Il romanzo verrà giudicato troppo acerbo e non sarà mai pubblicato, ma tra i due nasce uno stretto rapporto docente-allieva che li conduce infine al matrimonio nel 1928. A partire dal 1929, Maria Bellonci (che utilizza d’ora in poi il cognome del marito come era abituale per le donne sposate della sua generazione) è titolare di una rubrica quindicinale sul giornale «Popolo di Roma», intitolata L’altra metà, in cui affronta con spirito protofemminista molte tematiche legate alla condizione femminile. Poco tempo dopo viene incaricata di esaminare un elenco dettagliato dei gioielli di Lucrezia Borgia, sui quali avrebbe dovuto scrivere una relazione per un’associazione di studiosi. Per la Bellonci è quasi un colpo di fulmine: dal 1930 al 1935 si dedica alla stesura di una corposa biografia di Lucrezia Borgia, che viene pubblicata da Mondadori nel 1939 e riscuote subito un grande successo sia in Italia che all’estero, con diverse traduzioni.
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Nel 1947 esce il secondo romanzo storico, I segreti dei Gonzaga, incentrato sulla famiglia mantovana ma con una parte importante riguardante Isabella d’Este in Gonzaga, antagonista di Lucrezia Borgia. In quei primi anni del dopoguerra Maria e Goffredo Bellonci organizzano regolarmente nella loro casa romana un salotto letterario ribattezzato “Gli amici della domenica”: qui nasce l’idea di istituire un premio letterario, finanziato da Guido Alberti e assegnato dopo due serie di votazioni da parte dei partecipanti al salotto.
La prima edizione vede partecipare scrittori del calibro di Moravia, Pratolini, Pavese, Anna Banti e Flaiano, che si aggiudica la vittoria con Tempo di uccidere: da allora è stato assegnato ininterrottamente fino a oggi ed è considerato il maggior premio letterario italiano, anche se a partire dal 1963 il suo primato è stato insidiato dalla nascita del Premio Campiello.
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Negli anni Cinquanta Maria Bellonci lavora molto come traduttrice e giornalista culturale, collaborando anche a programmi radiofonici di argomento storico. Nel 1963 perde il marito Goffredo, stroncato da un infarto, e soffre molto per questa perdita e per altri successivi lutti familiari, che la portano a lottare con la depressione ma anche a scrivere con sempre maggiore impegno.
Nel 1971 esce Come un racconto gli anni del premio Strega, resoconto nostalgico di fatti e persone ormai lontani, e l’anno dopo Tu vipera gentile, che riunisce sperimentalmente tre lunghi racconti sempre di ambientazione rinascimentale molto diversi tra loro: uno dei tre, Delitto di stato, diviene qualche anno dopo uno sceneggiato televisivo realizzato dalla Rai, con la quale la Bellonci collabora per anni anche alla sceneggiatura del Marco Polo diretto nel 1983 da Giuliano Montaldo, e a quella di una biografia di Isabella d’Este, che però non verrà mai realizzata.
È proprio dal lungo lavoro di ricerca per questa sceneggiatura rimasta nel cassetto che nasce quello che è considerato il capolavoro di Maria Bellonci, Rinascimento privato, una narrazione autobiografica in cui Isabella d’Este racconta sé stessa in prima persona. Il libro esce nel 1985 e vince il Premio Strega l’anno successivo, ma Maria Bellonci si spegne a Roma poche settimane prima dell’assegnazione.
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Perché leggere oggi i romanzi di Maria Bellonci? Sicuramente perché è stata la migliore autrice italiana di romanzi storici. Le sue opere vedono la luce dopo anni di ricerche approfondite, così che non vi si trovano imprecisioni o inesattezze di nessun tipo, e al tempo stesso presentano al lettore dei personaggi del passato che appaiono vivi, autentici e profondamente umani nonostante siano vissuti molti secoli fa, perché la scrittrice è stata capace di dar loro una voce sempre plausibile e coerente.
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