Scrittori da (ri)scoprire – Gianni Rodari
Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980) occupa senz’altro un posto notevole nella letteratura italiana del secolo scorso come narratore e, soprattutto, grande teorico della letteratura per ragazzi, un genere che anche grazie al suo insegnamento si è sviluppato in modo notevole negli ultimi decenni.
Nasce a Omegna, sulle rive del lago d’Orta, dal secondo matrimonio di un fornaio che gestiva la sua bottega nel centro del paese. Dopo la morte prematura del padre, la madre torna a vivere a Gavirate, in provincia di Varese, che era il suo paese d’origine, con i due figli Gianni e Cesare, facendo entrare il maggiore in seminario. Poco tempo dopo, però, comprendendo che il figlio non aveva alcuna vocazione, lo iscrive alle scuole magistrali.
Appassionato di musica, Rodari impara a suonare il violino e per qualche anno gira per i locali della provincia esibendosi in un trio con altri due amici. Nel 1938, ottenuto il diploma, viene assunto come precettore privato da una ricca famiglia di ebrei tedeschi rifugiatisi a Sesto Calende, e questo gli permette d’imparare il tedesco. Allontanatasi la famiglia anche dall’Italia per l’inasprimento delle leggi razziali, Rodari inizia a insegnare nelle scuole, spostandosi per qualche anno da un paese all’altro. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale viene esonerato per motivi di salute, ma dopo la nascita della Repubblica Sociale è costretto a prestare servizio presso l’ospedale militare di Milano. Qui apprende della morte in guerra dei suoi due migliori amici, poi dell’internamento del fratello in un campo di prigionia tedesco: questi fatti lo convincono a entrare nella Resistenza e a iscriversi al PCI.
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Finita la guerra inizia la carriera giornalistica presso «l’Unità», dove cura tra l’altro le pagine domenicali dedicate ai bambini. Trasferitosi nel 1950 a Roma, fonda il settimanale per ragazzi «Il Pioniere» (L’Associazione Pionieri d’Italiana coordinava all’epoca diversi gruppi giovanili di sinistra). Il Manuale del Pioniere (1953) è il suo primo libro di pedagogia e suscita aspre critiche negli ambienti cattolici e parrocchiali, dove viene messo all’indice.
Negli anni successivi Rodari lavora molto intensamente, prima come inviato speciale di «Paese Sera», poi di nuovo all’«Unità» e alla Rai, dove è autore del fortunato programma per bambini Giocagiò, pubblicando contemporaneamente moltissimi libri per l’infanzia, alcuni dei quali sono stati tradotti in diverse lingue:Il romanzo di Cipollino (1951), Le avventure di Scarabocchio (1954), Gelsomino nel paese dei bugiardi (1958), Il pianeta degli alberi di Natale (1962), Favole al telefono (1962), La freccia azzurra (1964), La torta in cielo (1966) sono solo alcuni titoli di una produzione vastissima, a cui si aggiungono le collaborazioni a giornali e riviste, tra cui il «Corriere dei Piccoli», per il quale pubblica numerosi racconti.
Nel 1970 Rodari riceve l’ambitissimo Premio Internazionale Hans Christian Andersen, massimo riconoscimento per la letteratura infantile, unico italiano ad averlo ricevuto fino ad oggi. Tre anni dopo La torta in cielo diventa un film, interpretato tra gli altri da Paolo Villaggio.
Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie (1973) è il saggio che consacra la fama di Rodari come pedagogista e che continua ad avere una larga diffusione presso insegnanti, animatori e autori di libri per bambini e ragazzi: si parla dei processi della fantasia e delle regole della creazione per renderne l’uso accessibile a tutti, attraverso esempi concreti presi dai moltissimi incontri avuti da Rodari nelle scuole di tutta Italia.
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Come membro del PCI compie diversi viaggi anche nei paesi dell’Est europeo, al di là della simbolica Cortina di Ferro e molti suoi libri vengono tradotti in URSS, dove anni dopo verranno realizzati dei cartoni animati tratti dalle storie di Cipollino, uno dei suoi personaggi più popolari, così come nel 1996 il regista italiano Enzo d’Alò realizzerà un film d’animazione da La freccia azzurra.
Ricoverato in ospedale per un intervento alle arterie, Gianni Rodari muore per collasso cardiocircolatorio, non ancora sessantenne, nella primavera del 1980. Gli sono state intitolate molte strade, scuole, ludoteche, biblioteche un po’ in tutta Italia e nel 2020 ci sono state numerose celebrazioni per il centenario della nascita.
Proprio in queste settimane sta circolando molto online una sua celebre filastrocca, La luna di Kiev, assurta a simbolo di tutte le voci contro la guerra.
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