Scrittori da riscoprire – Fruttero & Lucentini
Di Carlo Fruttero (Torino, 1926 – Roccamare, 2012) e Franco Lucentini (Roma, 1920 – Torino, 2002) si può parlare solo in coppia, perché dopo esordi separati nel mondo letterario sono andati a costituire una coppia indissolubile, che ha prodotto alcuni romanzi di grande successo negli ultimi trent’anni del secolo scorso.
Laureato in filosofia, Lucentini cresce a Roma ma poi si trasferisce a Torino, dove nel 1951 debutta come narratore con il romanzo I compagni sconosciuti, che viene pubblicato da Elio Vittorini nella celebre collana “I gettoni” di Einaudi.
Amico e compagno di studi di Italo Calvino, Fruttero si affaccia al mondo editoriale come traduttore e nel secondo dopoguerra trascorre alcuni anni a Parigi, dove effettua traduzioni per Einaudi. Qui incontra per la prima volta Lucentini, ma i due iniziano a frequentarsi e a collaborare, principalmente in ambito giornalistico, solo cinque anni dopo, quando si ritrovano entrambi a Torino. Chiamato da Mondadori a dirigere la collana di fantascienza Urania, Fruttero se ne occupa per venticinque anni, dal 1961 al 1986, coinvolgendo Lucentini. I due effettuano traduzioni e curano anche molte antologie, ma per rispettare le dimensioni standard della collana (i volumi di Urania dovevano essere al massimo di circa 160 pagine) agiscono spesso in modo arbitrario sui testi, arrivando a tagliare senza pietà opere di autori famosi e a modificarne spesso dettagli importanti per adeguarsi alla censura, tanto che molti di questi romanzi verranno ripubblicati in nuove edizioni negli anni Novanta.
L’esordio della coppia nella narrativa, dopo anni di articoli firmati insieme e la pubblicazione di un volume di poesie, avviene con La donna della domenica (1972), un thriller ambientato a Torino, di cui viene raccontata in modo accattivante l’atmosfera di quegli anni, con personaggi spesso ispirati alle persone reali che i due scrittori frequentavano in città: la donna della domenica è una signora dell’alta borghesia, coinvolta suo malgrado nella morte di un architetto dalla vita non proprio limpida, su cui indaga il commissario Santamaria, siciliano alle prese con una città che a volte fatica a comprendere.
Il libro ottiene un largo successo e tre anni dopo Luigi Comencini ne dirige una trasposizione cinematografica altrettanto fortunata, interpretata da Marcello Mastroianni, Jacqueline Bisset e Jean-Louis Trintignant.
Il commissario Santamaria è protagonista anche del secondo romanzo firmato da Fruttero&Lucentini, A che punto è la notte (1979), dove indaga sui misteri di un sacerdote torinese coinvolto in trame oscure. Molti anni dopo, nel 1994, Nanni Loy ne ricaverà una serie televisiva, affidando ancora il ruolo di Santamaria a Marcello Mastroianni.
Con Il Palio delle contrade morte (1983) gli autori lasciano Torino per raccontare una vicenda ambientata a Siena nei giorni roventi del Palio, immaginando che le antiche contrade soppresse in città nel 1729 abbiano ancora oggi dei seguaci, pronti a uccidere pur di mantenerne vivo il ricordo.
Dopo L’amante senza fissa dimora (1986) Fruttero&Lucentini pubblicano il loro libro più curioso, La verità sul caso D. (1989), un thriller anomalo costruito intorno all’ultimo romanzo, rimasto incompiuto, di Charles Dickens, Il mistero di Edwin Drood, ai cui capitoli si alternano considerazioni critiche, spesso umoristiche, che gli autori fanno esprimere a personaggi famosi della letteratura gialla, chiamati a risolvere il mistero lasciato insoluto da Dickens: Maigret, Poirot, Padre Brown, Nero Wolfe e altri.
Enigma in luogo di mare (1991) è ancora un giallo, ma la coppia pubblica anche libri umoristici, come La prevalenza del cretino (1985), primo volume di una fortunata trilogia sul tema, e raccolte degli articoli già apparsi su quotidiani e riviste.
Ammalatosi di tumore, Franco Lucentini si suicida nel 2002, gettandosi nella tromba delle scale del palazzo torinese dove viveva, gesto che ricorda stranamente la morte di Primo Levi, avvenuta nello stesso modo venticinque anni prima.
Carlo Fruttero gli sopravvive dieci anni, scrivendo da solo altri due romanzi gialli di discreto successo: Donne informate sui fatti (2006), finalista al Premio Campiello, e Ti trovo un po’ pallida (2007). Nel 2010 riceve il Premio Campiello alla carriera, già assegnato a Lucentini nel 2000, e nel 2012 si spegne nella sua casa di Roccamare, sul litorale toscano.
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